Siria, raid di Israele a Sweida. Damasco accusa i drusi: "Violato cessate il fuoco"

Nuovo raid israeliano nei pressi della città siriana a maggioranza drusa di Sweida, nel sud del Paese. A segnalarlo è l'agenzia di stampa ufficiale siriana Sana. Si tratta del primo attacco dopo il ritiro notturno delle forze governative siriane da Sweida, rivendicato da Israele dopo gli scontri tra combattenti drusi e tribù beduine che hanno causato quasi 600 morti, secondo una Ong. Secondo Sana, "gli aerei di occupazione israeliani hanno effettuato un raid alla periferia di Sweida". La presidenza siriana ha accusato i combattenti drusi di Sweida di aver violato il cessate il fuoco che ha portato al ritiro delle forze governative dalla provincia meridionale giovedì. In una dichiarazione, la presidenza ha accusato le "forze fuorilegge" - il termine che il governo usa per riferirsi alle fazioni druse di Sweida - di aver violato l'accordo, impegnandosi in "orribili violenze" contro i civili, inclusi "crimini che violano completamente gli obblighi di mediazione, minacciano direttamente la pace civile e spingono verso il caos e il collasso della sicurezza". La presidenza ha inoltre messo in guardia contro "la continua e palese ingerenza israeliana negli affari interni della Siria, che porta solo a ulteriore caos e distruzione e complica ulteriormente la situazione regionale". Israele continuerà a utilizzare la forza per far rispettare le sue "linee rosse" in Siria, a partire dalla smilitarizzazione dell'area a sud di Damasco, ha dichiarato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, in un videomessaggio. "Abbiamo stabilito una politica chiara - ha affermato Netanyahu - Demilitarizzare l'area a sud di Damasco, dalle Alture del Golan fino alla montagna dei drusi, è una delle nostre linee rosse". "Non permetteremo a forze militari di scendere a sud di Damasco, non permetteremo che i drusi vengano colpiti a Jebel Druze (la montagna dei drusi, ndr)", ha scandito il primo ministro, che ha quindi accusato il governo del presidente siriano ad interim, Ahmed al-Sharaa, di aver violato entrambe queste linee rosse. "Ha inviato un esercito a sud di Damasco, in un'area che deve restare demilitarizzata, e ha iniziato a massacrare i drusi. Non potevamo accettarlo in alcun modo”, ha detto Netanyahu. Intanto i ministri degli Esteri di Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Oman, Giordania, Iraq, Libano, Egitto e Turchia hanno diffuso una dichiarazione congiunta al termine di un incontro dedicato alla situazione in Siria, condannando i raid israeliani nel Paese come "una palese violazione del diritto internazionale". I ministri hanno ribadito il sostegno alla "sicurezza, unità, stabilità e sovranità della Siria" e respinto "ogni ingerenza straniera nei suoi affari interni".