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Tumore del polmone, -5mila morti l'anno con screening Tac bassa dose

(Adnkronos) - Lo screening del tumore del polmone può evitare ogni anno, in Italia, oltre 5mila decessi. E' uno dei dati che gli esperti della neoplasia portano all'attenzione degli italiani per lanciare un messaggio: c'è un esame che "può cambiare il destino" delle persone più ...

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Inps, certificato oncologico introduttivo per accertamento rapido invalidità

(Adnkronos) - Per assicurare un accertamento sanitario dell’invalidità handicap e disabilità nel malato oncologico rapido e corretto e, al contempo, semplificarne le procedure (in soggetti con aspettative di vita spesso ridotte), l’Inps, in collaborazione con Aiom e ...

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Ucraina, grano bloccato e caro energia. Verso la crisi alimentare globale

(Adnkronos) - Con i porti bloccati e l'export dei cereali al palo (che ora non si sa nemmeno più bene dove mettere in attesa di poterli portare fuori dal Paese), l'effetto della guerra in Ucraina si fa sentire e preoccupa la sicurezza alimentare dei Paesi più esposti. Ma ...

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Tumore del polmone, -5mila morti l'anno con screening Tac bassa dose

(Adnkronos) - Lo screening del tumore del polmone può evitare ogni anno, in Italia, oltre 5mila decessi. E' uno dei dati che gli esperti della neoplasia portano all'attenzione degli italiani per lanciare un messaggio: c'è un esame che "può cambiare il destino" delle persone più a rischio, per età ed esposizione al fumo, intervenendo "per cercare di evitare che diventino pazienti": è la tomografia computerizzata del torace a basso dosaggio (Low-Dose Computed Tomography, Ldct). "Sappiamo da anni che la Tac spirale può salvare la vita in tanti modi, ma prima di tutto perché permette di diagnosticare la maggior parte dei tumori polmonari in uno stadio iniziale, quando la chirurgia è curativa e può essere poco invasiva", quando il trattamento con farmaci innovativi può aumentare le chance di guarigione, spiega Ugo Pastorino, direttore della Chirurgia toracica dell'Irccs Istituto nazionale tumori (Int) di Milano, oggi durante la presentazione a Milano del 'Manifesto italiano PolmoniAMO', realizzato con il sostegno di AstraZeneca per chiedere accesso allo screening. Oggi il 75-80% dei casi di carcinoma polmonare è diagnosticato in fase avanzata, con ridotte probabilità di guarigione e con costi elevati a livello individuale e sociale. "C'è un elemento incontrovertibile rispetto alla problematica del tumore del polmone - osserva Giorgio Vittorio Scagliotti, direttore della Divisione di Oncologia medica dell'università di Torino, che con Pastorino è coordinatore scientifico di PolmoniAMO - Abbiamo a disposizione studi piccoli e grandi che hanno valutato la Tac spirale e tutti hanno dimostrato che la percentuale dei tumori diagnosticati tramite screening allo stadio iniziale, suscettibile di resezione chirurgica, sono superiori al 50% dei casi, arrivando a punte del 68%. Nelle nostre casistiche cliniche di grandi istituzioni che si occupano della neoplasia, la percentuale di chi viene diagnosticato precocemente con i processi tradizionali non supera il 25%". "Basterebbe questo - continua l'esperto - per testimoniare la bontà dello screening. Le argomentazioni come il rischio di sovradagnosi, il rischio radiologico, risultano minimali rispetto al beneficio che si trae nel sottoporsi allo screening". Gli studi clinici, aggiunge, "hanno dimostrato che questo approccio riduce del 20-25% la mortalità nei forti fumatori, che si può tradurre" appunto "in oltre 5mila decessi in meno ogni anno nel nostro Paese". Gli specialisti individuano una soglia anagrafica: il rischio di cancro al polmone "sale drasticamente nei forti fumatori sopra i 55 anni - evidenzia Pastorino - Oggi è importante concentrare gli sforzi su quella fascia in cui una diagnosi precoce può cambiare il destino e offrire molti anni in più di vita e benessere. La Tac del torace ha questo potenziale perché vede tante cose. Nel forte fumatore la principale causa di morte o di rischio sono le malattie cardiovascolari e la malattia polmonare cronica. In un singolo esame, che si fa in 30 secondi, si può avere una foto precisa sia del danno cardiaco che del danno polmonare. Il beneficio è poi quello di poter offrire un consiglio globale su come prevenire tutte le malattie che sono legate al tabagismo cronico". L'impatto della diagnosi precoce sarebbe importante anche dal punto di vista economico, se si considera che il carcinoma polmonare ha un costo di 2,5 miliardi di euro ogni anno, che include sia le uscite dirette (sanitarie) che quelle indirette (sociali). Per gli specialisti garantire un accesso allo screening è "anche una questione etica". Il tributo che ogni anno si paga a un tumore 'big killer' come il carcinoma del polmone è infatti molto alto: questa neoplasia è responsabile del maggior numero di decessi oncologici in Italia, 34mila nel 2021. Circa il 60%, pari a 20.400 morti, riguarda i forti fumatori. Il ritardo nell'intervallo tra diagnosi e trattamenti chirurgici, chemio e radioterapici produce non solo un impatto negativo sulla sopravvivenza, ma anche sulla qualità di vita e sulla produttività dei pazienti e dei loro caregiver. "Una recente metanalisi ha analizzato gli studi randomizzati fin qui condotti per stimare i benefici e i rischi associati all'impiego della Tac a basso dosaggio nelle persone con storia di fumo, per supportare l'implementazione sistematica dello screening a livello globale - continua Pastorino - L'analisi di 9 studi, che hanno arruolato complessivamente quasi 90mila pazienti, ha dimostrato che l'uso della Tac a basso dosaggio si associa a un incremento delle diagnosi in stadio precoce (I-II) e a una riduzione di quelle avanzate, senza alcuna differenza significativa tra donne e uomini". "Se offerto alla popolazione a maggior rischio di sviluppare un cancro del polmone, cioè agli over 55 e con una storia di fumo importante, questo strumento rappresenta una risorsa sanitaria ad alta efficienza", osserva l'esperto. I dati diffusi oggi evidenziano che è necessario sottoporre un numero inferiore di persone alla Tac a basso dosaggio (320) per prevenire un decesso per cancro al polmone, di quante sia necessario sottoporne a una mammografia (646-1.724) o alla sigmoidoscopia (864) per prevenire, rispettivamente, una morte per tumore del seno o del colon-retto. Attualmente solo nel 14% dei pazienti viene posta la diagnosi in stadio IA, con tassi di sopravvivenza a 5 anni pari al 92%. "Il cancro del polmone, come tutte le neoplasie, è una patologia tempo-dipendente - fa notare Scagliotti - Lo screening consente di ampliare le opzioni terapeutiche. L'oncologia di precisione ha rivoluzionato l'approccio alla diagnosi e al trattamento. Parallelamente all'introduzione delle terapie mirate, si è fatta sempre più strada l'immunoterapia. E' auspicabile che nei prossimi anni, sulla base delle sperimentazioni cliniche già condotte o in corso, i farmaci innovativi possano rivestire un ruolo sempre più importante anche negli stadi precoci di malattia, impiegati ad esempio prima o dopo la chirurgia, per ridurre i rischi di recidiva e aumentare le possibilità di guarigione nel lungo periodo. Integrare questi trattamenti nella strategia terapeutica degli stadi precoci richiede però un'efficace e rapida individuazione del cancro, che impone l'implementazione di programmi di screening da avviare nella popolazione a maggior rischio". "La terapia e l'oncologia di precisione portano a definire qual è il paziente giusto per la molecola giusta. E un approccio personalizzato ha un vantaggio significativo sia per i pazienti che per il sistema sanitario", dichiara Mirko Merletti, vice presidente Oncology AstraZeneca. L'azienda si è impegnata in progetti come il manifesto PolmoniAmo e la Risp, Rete italiana screening polmonare. "Siamo membro fondatore della Lung Ambition Alliance, una partnership tra organizzazioni che includono l'International Association for the Study of Lung Cancer (Iaslc), Guardant Health e la Global Lung Cancer Coalition (Glcc). L'obiettivo - conclude Merletti - è di migliorare la condizione delle persone affette da tumore del polmone".

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Inps, certificato oncologico introduttivo per accertamento rapido invalidità

(Adnkronos) - Per assicurare un accertamento sanitario dell’invalidità handicap e disabilità nel malato oncologico rapido e corretto e, al contempo, semplificarne le procedure (in soggetti con aspettative di vita spesso ridotte), l’Inps, in collaborazione con Aiom e con il raccordo operativo di Favo, ha introdotto nel 2013 il certificato telematico oncologico introduttivo, la cui compilazione è affidata a medici oncologici appartenenti a strutture convenzionate che hanno in cura il malato oncologico. Il certificato oncologico introduttivo prevede la trascrizione dei seguenti dati essenziali: istologia e stadiazione del tumore, terapie chirurgiche effettuate e loro esito, programma terapeutico e piano di follow-up, rischio di recidiva/progressione della malattia. Emesso direttamente e immediatamente dal medico che formula la diagnosi oncologica, il certificato oncologico introduttivo comporta preziosi vantaggi per i pazienti, tra cui ottenere il certificato già nella struttura dove sono in cura, non doversi recare dal medico di famiglia per richiederlo, incorrendo in ulteriori spese e, infine, ottenere un percorso privilegiato nell’iter sanitario dell’Inps. Il certificato oncologico introduttivo, grazie a una maggiore esaustività e appropriatezza delle informazioni cliniche che sono poi trasmesse, con l’allegazione alla domanda di richiesta della prestazione, direttamente alle commissioni Inps e pertanto senza onere di qualsiasi tipo per il paziente, garantisce, da un lato, un accertamento dell’invalidità e della disabilità rapido e corretto, dall’altro produce una preziosa semplificazione nella vita di persone affette da patologie gravi e, spesso, con aspettative di vita ridotte. Per favorire lo sviluppo del certificato oncologico introduttivo, l’Inps ha promosso dal 2013 numerose iniziative di sensibilizzazione nei vari convegni scientifici, ha progettato e adottato con determinazione presidenziale n. 27 del 21 marzo 2017, l’Inps un ‘protocollo d’intesa sperimentale’ con gli Istituti fisioterapici ospitalieri (Ifo) di Roma per la tutela della disabilità da patologie oncologiche, con il Policlinico Gemelli e più recentemente con Agenas, iniziative tese ad aumentare la platea dei medici certificatori che, a titolo gratuito, partecipano alla compilazione del certificato oncologico introduttivo.

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Ucraina, grano bloccato e caro energia. Verso la crisi alimentare globale

(Adnkronos) - Con i porti bloccati e l'export dei cereali al palo (che ora non si sa nemmeno più bene dove mettere in attesa di poterli portare fuori dal Paese), l'effetto della guerra in Ucraina si fa sentire e preoccupa la sicurezza alimentare dei Paesi più esposti. Ma c'è di più, perché il caro energia si sta traducendo in un 'caro-fertilizzanti' con cui l'agricoltura globale dovrà fare i conti. Primo, i porti. E' dal Mar Nero che i cereali, principalmente grano, viaggiavano verso le proprie destinazioni, prima della guerra. Ora "i porti sono inagibili e quel po' che si riesce a spedire ha costi altissimi di spedizione e assicurazione, praticamente improponibile. La maggior parte delle esportazioni ora funziona su ferro, su gomma o per via fluviale, tre metodi che non hanno la capacità di far uscire dal Paese tonnellate di grano con la stessa velocità con cui uscivano dal Mar Nero: ci sono file lunghissime sulle strade e sulle ferrovie, con veicoli e vagoni in coda per 2, 3, 4 settimane per poter uscire dal Paese", spiega all'AdnKronos Mario Zappacosta, economista senior divisione mercato e commercio della Fao. Ma in Fao c'è anche un'altra "enorme" preoccupazione che riguarda un impatto più trasversale e globale della guerra in Ucraina sulla sicurezza alimentare e l'agricoltura internazionali: "l'aumento del prezzo dell'energia. L'agricoltura è grande utilizzatrice di energia, anche attraverso l'uso dei fertilizzanti azotati che sono un prodotto energetico e il costo della loro produzione è estremamente legato al costo dell'energia: un'energia cara, causa fertilizzanti cari. A questo si aggiunge il fatto che la Russia è il principale esportatore di fertilizzanti. Tutto questo causa un aumento dei prezzi e una scarsità di fertilizzanti sul mercato mondiale. Questo - spiega Zappacosta - sarà un problema per Paesi poveri, Paesi ricchi e per tutti i prodotti: ci sarà probabilmente una riduzione di prodotti per le aree seminate in quanto gli agricoltori prevedono un aumento dei costi e, nel caso in cui le superfici saranno seminate, ci potrebbe essere una riduzione delle rese causata da una minore applicazione dei fertilizzanti. Quindi: minori rese, minori produzioni, aumento ulteriore dei prezzi degli alimenti che già nel 2021, prima della guerra, erano a livelli record. Parliamo quindi di record su record". "La Fao gestisce un indicatore dei prezzi alimentari internazionali e quello che registriamo è un livello di questo indice che non si è mai verificato da quando la Fao lo ha inventato, nel 1990. Cose mai viste". Prezzi record, dunque, già prima della guerra in Ucraina, "a causa di forti siccità che si erano verificate in alcuni Paesi tra i maggiori produttori del mondo, come America Latina e Stati Uniti, che avevano ridotto le rese. Prima della guerra, già da un paio di anni la situazione dell'insicurezza alimentare era in fase di deterioramento. Alle tante sciagure tradizionali, dal fattore climatico alle crisi economiche locali e i conflitti, si era aggiunta la crisi indotta dal Covid che ha meso in ginocchio le economie locali. E proprio adesso che il Pianeta stava mettendosi alle spalle questo periodo guardando al rilancio economico, è scoppiata la guerra. Piove sul bagnato, come si dice, e a pagare sono sempre i più poveri". "L'allerta è sui Paesi che sono forti importatori e consumatori di grano, dipendenti dal mercato internazionale: Nord Africa e Medioriente. In particolare Yemen e Libano, ma anche Sri Lanka che stiamo seguendo con preoccupazione, e Laos". Con quali conseguenze? "Le primavere arabe furono scatenate da un problema di tipo alimentare, c'è dunque il rischio che il malcontento sociale possa poi essere una conseguenza di questi scenari, abbastanza preoccupante, sui prezzi internazionali". Per quanto riguarda l'Europa, "il prezzo dei fertilizzanti sarà caro anche per noi e questo porterà a un aumento dei costi di produzione e quindi dei prodotti europei. Questo vale un po' per tutti a livello globale". La soluzione? "La Fao lo dice da sempre: la pace è il fattore principale affinché le cose vadano bene, se una regione o un Paese è in guerra tutto diventa più complicato e a volte le strategie diventano sub-ottimali rispetto a una situazione di pace". "La Fao sta lavorando a un meccanismo di finanziamento alle importazioni alimentari. L'idea è di creare un fondo finanziario a livello globale con credito agevolato a cui potrebbero avere accesso i Paesi più vulnerabili a rischio di aumento di insicurezza alimentare nel caso in cui non fossero in grado di acquistare sui mercati internazionali", aggiunge Zappacosta, ricordando che la Fao "sostiene gli agricoltori, in particolare i piccoli agricoltori, affinché possano seminare e portare avanti le produzioni e quindi avere un raccolto, con programmi di distribuzione di semi e input agricoli. Poi, ci sono delle raccomandazioni generali che la Fao rivolge ai vari Paesi, per esempio raccomandiamo che il commercio alimentare e dei fertilizzanti rimanga quanto più aperto perché se cominciamo a mettere barriere doganali e quindi alle esportazioni questo non fa altro che esasperare la situazione sui mercati internazionali con ulteriori incrementi di prezzo".

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