Federico FaliniChi è: Life&Business Coaching Talent Scout Facilitatore di Consapevolezza Formazione Emozionale SoftSkills Expert |
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(Adnkronos) - Il cardinale Angelo Becciu, nel quarto interrogatorio davanti al Tribunale Vaticano per lo scandalo finanziario legato alla compravendita dell'immobile londinese ha detto di essersi sentito umiliato "in certi tratti dell'interrogatorio" del Promotore di giustizia. In particolare, Becciu ha osservato in una dichiarazione spontanea: "Mi duole dirlo ma sono state avanzate domande, da parte dell’Ufficio del promotore, che hanno leso la mia dignità sacerdotale e la mia onestà personale. Sono stato platealmente apostrofato di fare finta di non intendere o non ricordare, si è addirittura dubitato sulla mia rettitudine nel gestire offerte ricevute dai fedeli, si è cercato di carpire la mia buona fede presentando documenti non firmati o di dubbia attribuibilità con premesse nocive per il mio sforzo mnemonico, esulando così da fatti su cui sono chiamato a difendermi". "Io - ha detto Becciu - non sono certo un esperto di diritto ma non posso consentire che si espongano, strumentalizzandoli, fatti ed argomenti, che ritengo assolutamente estranei alle accuse e che offendono la mia dignità cardinalizia, e tramite essa la Chiesa tutta". In una dichiarazione spontanea davanti al Tribunale Vaticano, nel corso del quarto interrogatorio, il cardinale ha detto che si limiterà "a rispondere esclusivamente per quanto riguarda l'accusa relativa alla Spes alle domande afferenti i due pagamenti effettuati nel 2015 e nel 2018"."Rimango ovviamente a disposizione del Tribunale e delle parti - ha aggiunto - esclusivamente per le accuse sulle quali sono stato chiamato a rispondere nel processo". Ha inoltre ribadito che se avesse capito "che qualcosa non andava negli investimenti lo avrei detto. Se avessi capito che i risultati non erano quelli preventivati, avrei cercato di rimediare. Anzi, se non avessi agito mi sarei assunto le mie responsabilità". Domani ci sarà una nuova udienza davanti al Tribunale Vaticano. Sarà sentito Fabrizio Tirabassi, l’ex economo della Santa Sede. PERLASCA - Il teste chiave del processo in Vaticano per lo scandalo finanziario, legato alla compravendita del Palazzo londinese di Sloane Avenue, monsignor Alberto Perlasca a udienza inoltrata si è presentato nell'Aula del Tribunale dove è in corso l’interrogatorio del cardinale Angelo Becciu. Il pm Alessandro Diddi fa subito notare che Perlasca, che si costituirà parte civile nel processo contro Becciu, non può rimanere in Aula in quanto "testimone". Immediata la decisione del presidente Giuseppe Pignatone: "Deve uscire immediatamente". Perlasca, visibilmente smagrito e con aria stralunata, incassa la decisione protestando vibratamente a gesti. LEGALI BECCIU - "Il Cardinale ha chiarito ampiamente, già dalle scorse udienze, le uniche contestazioni formulate dall'Accusa circa la cooperativa Spes — i due contributi del 2015 e del 2018 —, spiegando fatti ormai notori: il sostegno ad un panificio e ad un centro polifunzionale a vocazione sociale". Così gli avvocati Fabio Viglione e Maria Concetta Marzo, difensori del cardinale Angelo Becciu, al termine dell'udienza del processo in corso in Vaticano. "Il Cardinale ha, quindi, spiegato ogni vicenda rilevante per il processo, evitando di rispondere a domande formulate dal Promotore di Giustizia su fatti estranei alle contestazioni. Il Cardinale ha, infine, ulteriormente ribadito i rapporti con la signora Marogna, chiarendo definitivamente la natura istituzionale dell’incarico conferitole, fornendo ogni coordinata necessaria a verificare l’assoluta correttezza del proprio operato. Anche sul presunto tentativo di subornazione il Cardinale ha fatto emergere la assoluta correttezza della propria condotta chiarendo l'assoluta infondatezza dell'accusa”.
(Adnkronos) - Al via un nuovo corso di alta formazione rivolto ai Data protection officer (Dpo), la figura responsabile della protezione dei dati introdotta dal nuovo regolamento europeo Gdpr che ha rivoluzionato la materia. Si intitola ‘Dpo in pratica’ e a organizzarlo è Inveo, organismo di certificazione accreditato da Accredia, per rispondere all’esigenza di aggiornare la formazione in ambito di data protection. A distanza di 4 anni dall’entrata in vigore del regolamento europeo, infatti, si sono susseguiti numerosi corsi di formazione relativi a diversi aspetti della disciplina che regolamenta la privacy. ‘Dpo in pratica’ si propone di entrare nel vivo del tecnicismo, accogliere profili privacy già formati e con un solido tessuto teorico, per trasmettere la cultura dell’operatività e fornire un impianto di azione universale e trasversale, applicabile al lavoro quotidiano. Il corso, che si svolgerà on line e partirà il 14 giugno, si rivolge a Dpo e figure di supporto, come spiega Riccardo Giannetti, chairman presso Inveo Group: “Il corso 'Dpo in pratica', di altissima specializzazione, rappresenta un'evoluzione del percorso tecnico di formazione per Dpo. Il data protection officer è il soggetto che supporta il titolare dei dati, verifica che questi presti la massima conformità al Gdpr; in altre parole, vigila sul corretto operare del titolare. Come organismo di vigilanza monocratico, quindi, ha degli obblighi di monitoraggio, di controllo e di audit. Questo richiede competenze tecniche, relative in particolare alla normativa Iso per il miglioramento dei processi, ma che non sempre sono presenti in questi professionisti, pur essendo degli ottimi giuristi. I Dpo, infatti, sono già molto formati, ma manca sempre un pezzetto, una parte, essendo figure con una cultura prettamente giuridica: manca tutto quell'aspetto tecnico che consente di operare completamente in conformità alle richieste del Gdpr. E il nostro corso va proprio in questa direzione”. Grazie a questo corso di alta formazione, infatti, come sottolinea Giannetti, “il Dpo sarà supportato nella sua attività dalla conoscenza tecnica che gli forniamo di norme specialistiche Iso, in particolar modo nell'applicazione pratica di quei concetti che poi dovranno riscontrare sul campo". “L'obiettivo di questo corso è di fornire strumenti pratici al Dpo - ribadisce - su come gestire la sua professione e l'attività sul campo: come si gestisce un piano di audit, come si controlla, come si scrivono dei rilievi". Il corso ‘Dpo in pratica’ è articolato in 6 lezioni nelle quali saranno trattati 6 temi distinti e ad ognuna seguirà un test di apprendimento. “Un percorso - spiega ancora Giannetti - che ha la caratteristica di essere modulare e quindi va incontro alle esigenze dei Dpo moderni, che operano con ritmi e obiettivi molto serrati. Dovendo ottimizzare i tempi, con il nuovo corso forniamo appunto uno schema modulare, su una base mensile, a partire dal periodo estivo, dove il Dpo potrà formarsi seguendo le sue esigenze e i suoi ritmi, e scegliendo quali moduli seguire secondo i propri interessi e le competenze già acquisite”. Ogni anno Inveo assegna 1 borsa di studio per ciascun ciclo formativo per il diritto allo studio e la promozione della conoscenza, alla memoria di Giovanni Buttarelli, che dello sharing del sapere e della tutela dell’individuo ha fatto il suo manifesto personale “Quest'anno verrà erogata una sola borsa di studio, alla memoria di Giovanni Buttarelli, a un solo studente che abbia i requisiti di essere giovane, senza esperienza lavorativa e che abbia frequentato un corso di formazione per Dpo", conclude Giannetti. La borsa di studio consente a giovani Dpo meritevoli, in possesso dei requisiti (aver frequentato il Master ed essere in cerca di occupazione), di partecipare a titolo gratuito all'intero ciclo formativo, compresa la partecipazione come osservatore a un audit.
(Adnkronos) - Le eccezionali ondate di calore in India e Pakistan sono destinate a diventare una nuova normalità. Dal mese di marzo i due paesi vivono un’ondata di calore senza precedenti: lo scorso mese di aprile per l'India è stato il più caldo degli ultimi 122 anni, cioè da quando sono iniziate le rilevazioni. Una situazione che si era già verificata a marzo, mettendo a rischio le produzioni agricole e la biodiversità del paese. Ma uno studio del Met Office britannico sostiene che la regione d’ora in poi si deve aspettare questo tipo di fenomeno almeno una volta ogni 3,1 anni. Senza il riscaldamento globale di origine antropica, eventi di questa portata sarebbero cento volte meno frequenti: una volta ogni 312 anni.