INFORMAZIONIPromuovi Italia spa Istituzioni e Pubblica Amministrazione Centrale, Turismo Ruolo: Direzione Generale Ufficio Eventi e Comunicazione di Impresa Area: Communication & External Relation Management Laura Viceconti |
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(Adnkronos) - Togliere l'obbligo di mascherine a scuola? "Dovrebbero decidere le singole scuole in base alla capacità di arieggiare le aule e mantenere le distanze. Certo sarebbe meglio tenerle, sul piano scientifico servono ancora, ma la discrezionalità degli istituti con criteri chiari potrebbe essere una soluzione alternativa". Così Massimo Galli, già direttore del reparto malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, all'Adnkronos Salute dopo l'appello del sottosegretario all'Istruzione, Rossano Sasso, che invita a togliere l'obbligo di mascherina a scuola. Da mantenere assolutamente, invece, "la mascherina sui mezzi di trasporto e negli assembramenti che si creano fuori dalle scuole". La richiesta di eliminare l'obbligo, "in termini scientificamente rigorosi, deve essere respinta - precisa Galli - ma non ho mai creduto che la prevenzione a scuola si potesse fare solo tenendo le mascherine in classe, soprattuto per i più piccoli. E' ragionevole pensare che non vengano tenute in maniera corretta in tutto il periodo in cui i ragazzi sono in classe. Inoltre, dopo l'uscita da scuola, ci sono assembramenti a rischio. Sarebbe stato meglio preoccuparsi di introdurre per tempo strumenti di aerazione, piuttosto che puntare in maniera esclusiva sulle mascherine". "E' evidente che la diffusione dell'infezione l'abbiamo ancora, è in atto - ha concluso - ed è evidente che chi si infetta a scuola può portare il virus a casa, da genitori e nonni. Ma siamo alla fine della scuola e mi accontenterei, dico con una certa tristezza, che venissero tenute nei gruppi che si concentrano davanti alla scuola e sui mezzi pubblici".
(Adnkronos) - Delusi da una classe politica ritenuta incompetente ed esibizionista, vedono nella democrazia diretta la soluzione all’attuale crisi di rappresentanza. E’ l’identikit della Generazione Proteo tracciato dal 10° Rapporto di ricerca dell’Osservatorio permanente sui giovani della Link Campus University.
(Adnkronos) - L'Italia accoglie i migliori talenti imprenditoriali provenienti dall'Africa selezionati durante la Tech Week di 'Next Generation Africa'. L'occasione per conoscere start up particolarmente attente al tema della sostenibilità, progetti a cui Eni crede in modo particolare e a cui è pronta ad offrire il suo supporto. Sostenibilità, Eni sostiene le startup impegnate in Africa (VIDEO) Tra queste c’è Kimuli Fashionability, società ugandese ad impatto sociale che coniuga la sfida del riciclo dei rifiuti plastici con il sostegno di 102 collaboratori con disabilità. "Quello che facciamo è trasformare la crisi dei rifiuti plastici in Africa in un'opportunità di lavoro per disabili e giovani. Trasformare la plastica in indumenti e accessori duraturi, sostenibili e impermeabili, spiega Zaharah Nabirye, co-founder e direttrice di Kimuli Fashionability. La start up ugandese è stata presentata al PoliHub di Milano all'interno del programma di Startup Africa Roadshow, in un evento organizzato da Joule, la scuola di Eni per l'impresa. "Eventi come questo sono molto importanti soprattutto per Kimuli Fashionability - prosegue Zaharah Nabirye - e in più abbiamo conosciuto diversi retailer che porteranno i nostri prodotti sul mercato italiano. Quindi penso che questo sia un ottimo risultato per noi e siamo sempre contenti quando capitano queste occasioni". Più che mai importante, anche a livello sociale, è il progetto di Musa Social Venture, start up nata dall'ecosistema Joule. Una realtà unica nel settore della formazione e dell’imprenditoria che parte dal valore della persona per far crescere una nuova generazione di imprenditrici e imprenditori e per promuovere una nuova idea di impresa, basata sulla sostenibilità, sull’economia circolare e sulla decarbonizzazione in tutti i settori non necessariamente Energy. "Lavoriamo sul tema della povertà mestruale e della stigmatizzazione del ciclo mestruale - spiega Rebecca Cenzato, ceo di Musa Social Venture - In tantissime parti del mondo le persone con le mestruazioni non possono accedere ai prodotti di igiene mestruale a causa dello stigma e a causa dell'assenza di questi prodotti sul mercato. Musa propone una soluzione olisticamente sostenibile realizzando e commerciando nelle zone rurali dei Paesi in via di sviluppo assorbenti compostabili fatti a partire dalla fibra di banana. Un materiale che entra in circolo nel ciclo di produzione a partire dagli scarti delle coltivazioni”.