INFORMAZIONIASP Ragusa - Agenzia di Sanità Pubblica Sanità Ruolo: Coordinatore Staff Area: Human Resource Management Salvatore Guastella |
INFORMAZIONIASP Ragusa - Agenzia di Sanità Pubblica Sanità Ruolo: Coordinatore Staff Area: Human Resource Management Salvatore Guastella |
(Adnkronos) - ''Si prospetta una guerra lunga e logorante'' in Ucraina. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che, intervistato da Bruno Vespa, spiega come "allo stato attuale, se devo fotografare il momento oggi, non ci siano le condizioni per la pace". ''In questo momento la Russia sta intensificando i bombardamenti sul Donbass davanti a una strenua resistenza dell'esercito ucraino sostenuto da noi'', ha detto Di Maio. ''L'Italia ha costruito un documento di lavoro per un percorso verso la pace'', ma si tratta di un testo ''ancora nella fase embrionale. Abbiamo delineato un percorso che ha l'ambizione di arrivare a un accordo di pace''. ''L'impressione che abbiamo è che proprio perché dobbiamo portare la Russia al tavolo, serve un piano per costruire maggiore dialogo tra le parti. Abbiamo avuto un prima e dopo che sono i fatti di Bucha'', ha ricordato Di Maio sottolineando che allora ''si è fermato qualsiasi negoziato''. Ora "l'Italia vuole ravvivare quel negoziato partendo da due presupporti: uno, che la pace non si impone e quindi si parte dalle condizioni dell'Ucraina''. Di Maio ha, quindi, citato un ''secondo punto, che continuiamo ad aiutare l'Ucraina''. In ogni caso ''ci vorrà tempo'' e occorre ''partire dalle piccole cose''. ''L'Italia è in prima linea per la pace. L'Italia è in prima linea come Paese che vuole costruire un piano per arrivare alla pace. Il lavoro è tutto da costruire insieme ai partner e alle due parti". ''Noi continueremo a essere leali al popolo ucraino perché non ci sono due Paesi sullo stesso piano, c'è un invaso e un invasore. E il nostro obiettivo è favorire il dialogo, ma allo stesso tempo non abbandonare gli ucraini'', ha aggiunto Di Maio. ''Oggi dobbiamo, nel sostenere l'Ucraina, creare le condizioni per far evacuare i civili dove i russi stanno bombardando, far uscire il grano bloccato nei porti e far entrare i beni umanitari'', ha proseguito. ARMI A UCRAINA - "Non ci sto nel dire che negli ultimi mesi noi abbiamo sostenuto la guerra" rimarca, precisando che quello che si è sostenuto "è solo il principio di legittima difesa del popolo ucraino". "Il punto fondamentale di questa guerra, è che noi abbiamo sempre sostenuto il popolo ucraino nell'esercizio della sua legittima difesa, l'unico approccio che noi abbiamo sempre applicato è la legittima difesa del popolo ucraino", ha precisato il ministro, citando quanto prescritto dall'articolo 51 della Carta dell'Onu, e sottolineando che "siamo tutti d'accordo a dire che serve una escalation diplomatica". "Sono il primo, insieme a tutto il governo Draghi, a dire che serve sempre più l'azione diplomatica per partire da piccoli passi sul terreno per poi arrivare al cessate il fuoco e poi a una conferenza di pace", ha aggiunto. GRANO - ''Bisogna aumentare la pressione sulla Russia per permettere di sbloccare l'export di grano dai porti ucraini - conclude -. Altrimenti la Russia dimostra di essere la causa dell'incremento dei prezzi dei beni al consumo che si impennano per le famiglie, oltre che per le aziende''. ''La crisi alimentare che si sta generando in tutto il mondo dipende dal grano bloccato nell'area del sud est dell'Ucraina sul Mar Nero'', ha aggiunto. PETROLIO - ''L'Italia non mette alcun veto alle sanzioni sull'import al petrolio che l'Europa dovrebbe approvare. Siamo pronti a sostenere il sesto pacchetto di sanzioni e c'è un solo paese che sta bloccando questa proceduta'', ha aggiunto. ''Dobbiamo essere tutti uniti sul tema dell'energia diversificando le fonti di approvvigionamento per limitare la dipendenza dalla Russia'', ha aggiunto Di Maio. ''Non tutto il petrolio che arriva in Italia serve l'Italia, in alcuni casi viene raffinato ed esportato'', ha aggiunto. DIPLOMAZIA - Il governo italiano è convinto che serva una ''escalation diplomatica'' in Ucraina, ma ''sin dal primo giorno è stata contraria a un coinvolgimento diretto della Nato''. Perché questo ''significherebbe far scoppiare una guerra mondiale''. Purtroppo ''i tempi della diplomazia non sono i tempi della guerra ed è per questo che le guerre non dovrebbero scoppiare'', ha aggiunto Di Maio affermando che ''dobbiamo lavorare per far finire questa guerra il prima possibile''. Di Maio ha aggiunto che ''il prezzo della pace non possono pagarlo gli ucraini togliendogli parte del Paese. La pace deve tutelare la sovranità dell'Ucraina''. "Dobbiamo lavorare a far finire questa guerra il prima possibile, ma nessuno si può illudere di far pagare il prezzo della pace agli ucraini sottraendo loro metà del Paese, quindi, la pace deve essere una pace non imposta agli ucraini ma un processo che permette all'Ucraina di preservare la sua integrità e la sua sovranità territoriale", ha affermato Di Maio, sottolineando che "il tema della guerra perpetua è assolutamente da scongiurare perché non sempre resta nel posto dove si sta verificando". Occorre ''accelerare l'approvazione del sesto pacchetto di sanzioni europee''. Perché, dice Di Maio, ''ritardare rischia di mandare un segnale sbagliato'' e perché ''vanno usate le sanzioni per convincere Putin a sedersi al tavolo dei negoziati''. ''L'Italia pronta è a partecipare alla ricostruzione dell'Ucraina'' e ha dato la sua ''piena disponibilità'' in questa direzione. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio intervistato da Bruno Vespa, dicendo che ''ci sono tante aziende italiane che si stanno già facendo avanti da tempo per la ricostruzione''. Inoltre, ha detto Di Maio, ''ci impegniamo anche a promuovere conferenze per raccogliere fondi a livello globale che aiutino gli ucraini a ripartire''. ''Passaggio fondamentale per la ricostruzione dell'Ucraina è il sogno europeo, perché in Ucraina a ci sono giovani e meno giovani che si sentono europei e vogliono vivere in Europa''. Insieme all'Ucraina, occorrerebbe ''accelerare tutti i processi di allargamento''. Di Maio pensa a questo proposito ai Balcani. ''Allarghiamo la famiglia europea ai Balcani, dove ci sono Paesi con cui abbiamo sempre lavorato benissimo e che sono in sintonia con noi'', ha concluso Dopo il negoziato ''si potrà contare sull'Italia per lo sminamento'' del Mar Nero. Perché a bloccare il grano ucraino nei porti non sono solo ''le navi russe, ma anche le mine galleggianti''. 'Siamo più che disponibili dal punto di vista del sostegno al corridoio del grano nel Mar Nero e a lavorare per lo sminamento. Ci sarà bisogno di dragamine, siamo tra i più bravi al mondo in questo campo'', ha aggiunto Di Maio precisando che ''qualsiasi cosa andiamo a prevedere per l'export di grano dal porto di Odessa prevede un negoziato. Non facciamo passare le navi commerciali mentre si stanno combattendo le navi russi e quelle ucraine o mentre le navi russe bombardando le città ucraine''.
(Adnkronos) - Con il progetto Prevenzione cardiovascolare l’Inps punta all’individuazione precoce di fattori di rischio nonché dell’assetto cardiovascolare dei dipendenti. Il progetto sarà così articolato: visita cardiologica con compilazione di una scheda per individuare le caratteristiche individuali e i principali fattori di rischio e rilevazione dei principali parametri (obiettività cardiovascolare, pressione arteriosa, saturazione di O2), effettuazione di analisi di base (identificazione di dismetabolismi), elettrocardiogramma a riposo a 12 derivazioni (valutare lo stato cardiocircolatorio) Il progetto si propone due principali obiettivi: la sensibilizzazione dei dipendenti nei confronti di uno stile di vita sano; l’identificazione dei fattori di rischio cardiovascolare e il loro trattamento, con riduzione della morbilità e mortalità per cardiovasculopatie. L’Inps ha istituito questo progetto perché la prevenzione rappresenta uno strumento concreto per ridurre il peso delle patologie cardiovascolari nel processo medico basato su interventi corroborati da evidenze scientifiche e non più soltanto da osservazioni di carattere epidemiologico. Essa è classicamente suddivisa in prevenzione primaria, quando l’intervento precede qualsiasi manifestazione clinica di una patologia sottostante, e in prevenzione secondaria, quando l’intervento avviene a seguito di un evento clinicamente manifesto. Le strategie di prevenzione delle malattie cardiovascolari (mcv) rivestono un ruolo fondamentale nel limitarne lo sviluppo nella popolazione, concorrendo a determinare una riduzione della mortalità associata a esse, delle morbilità, in particolare in termini di cronicità e ospedalizzazioni, a limitarne il carico socio-economico, garantendo nel contempo la liberazione di risorse economiche, tecnologiche e strutturali per altre necessità. A tale riguardo, sono stati proposti modelli che mostrano il ‘network’ completo delle istituzioni e figure professionali che possono interagire positivamente al fine di promuovere il bene salute e prevede interazioni a vari livelli (agenzie governative, organizzazioni professionali, ambiente di lavoro, Sistema sanitario nazionale, scuole, comunità, famiglia). I fattori di rischio cardiovascolare sono condizioni cliniche che determinano un’aumentata suscettibilità a sviluppare eventi cardiovascolari (infarto acuto del miocardio, cardiopatia ischemica, ictus cerebrale, scompenso cardiaco congestizio, insufficienza renale, morte per cause cardiovascolari). Il rischio è definito come la probabilità di sviluppare un evento cardiovascolare, in un periodo di tempo compreso tra 5-10 anni successivi rispetto ad un soggetto con le stesse caratteristiche, ma senza la presenza di fattori di rischio. I fattori di rischio cardiovascolare tradizionali sono l’ipertensione arteriosa, la dislipidemia, il diabete mellito, il fumo di sigaretta, la familiarità per malattie cardiovascolari, l’età avanzata (al di sopra di 65 anni) e il sesso maschile. La presenza di uno o più di questi fattori di rischio e in grado di predire oltre il 90% degli eventi cardiovascolari maggiori. Oltre a questi, sono riconosciuti altri fattori di rischio cosiddetti ‘non convenzionali’, tra cui l’obesità, la circonferenza addominale, la sedentarietà, lo stress emotivo e/o fisico, l’ipertrigliceridemia, i bassi valori di colesterolo Hdl, la sindrome metabolica, l’aumento dei valori di apolipoproteine, di acido urico, di proteina C-reattiva e di altri marcatori dell’infiammazione. La prevenzione cardiovascolare deve in primo luogo prevedere la diagnosi e il trattamento dei fattori di rischio, promuovendo un approccio basato sulla gestione integrata e multidisciplinare del rischio cardiovascolare totale. La strategia di popolazione prevede programmi di promozione della salute e, in particolare, di stili di vita e ambienti favorevoli alla salute della popolazione, finalizzati a creare le condizioni per rendere facile l’adozione di comportamenti salutari. Dati alla mano, inoltre, le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nel mondo con una stima di circa 17 milioni di decessi/anno e le malattie cerebrovascolari sono responsabili di circa 230 decessi/anno. La mortalità per cause cardiovascolari rappresenta ancora oggi il principale determinante dell’aspettativa di vita nella popolazione generale, nonostante i progressi terapeutici abbiano consentito di registrate una significativa diminuzione della morbilità e mortalità per cause cardiovascolari1. A fronte di questa riduzione, il carico di malattia legato alle cardiopatie è ancora al primo posto, seguito dalle malattie neoplastiche Ne consegue che il peso delle mcv sui ricoveri ospedalieri è in costante e continuo aumento. I dati di dimissione indicano, infatti, che oltre la metà dei ricoveri per queste malattie sono dovuti ad evoluzione cronica e complicanze di eventi acuti oltre che a complicanze dell’ipertensione, dell’ipercolesterolemia, del diabete e dell’insufficienza renale cronica.
(Adnkronos) - "L'Italia è un'eccellenza manifatturiera e nel food. L'emergenza che stiamo vivendo devi aiutarci a valorizzare le nostre capacità. La grande sfida per l'Italia è bilanciare le esigenze del paesaggio, le esigenze dell'economia industriale, la sicurezza energetica e la sostenibilità delle filiere. Serve un grande patto sul paesaggio e bisogna trovare una quadra tra tutti gli attori". Lo afferma all'Adnkronos Letizia Magaldi, vicepresidente esecutivo di Magaldi Green Energy, che ha preso parte oggi a un panel sull'energia nell'ambito di 'Eu AgriFood Week', organizzata da Future Food Institute, in collaborazione con la Rappresentanza della Commissione Europea in Italia. Fondata nel 2021, la Magaldi Green Energy è una start up di Magaldi Power, top player mondiale negli impianti per il trasporto di materiali ad altissime temperature. Mge è orientata alla ricerca, allo sviluppo, alla produzione ed alla commercializzazione di tecnologie innovative nel settore della generazione e dello stoccaggio di energia rinnovabile. Ha brevettato un innovativo sistema di stoccaggio che consente di utilizzare energia pulita anche in assenza di sole e vento: l'energia pulita viene infatti prodotta “on demand” grazie alle batterie di sabbia. Il sistema, chiamato Magaldi Green Thermal Energy Storage (Mgtes), sviluppa una tecnologia di accumulo basata su un letto di sabbia fluidizzato (Energy from the sand), alimentato esclusivamente da energie rinnovabili. Il sistema può essere caricato con energia elettrica e termica in eccesso riuscendo a immagazzinarne per un intervallo compreso tra le 4 a oltre 10 ore, fino a settimane, con perdite molto limitate, per poi scaricarla quando il sole e il vento non sono disponibili. In questo modo il sistema permette di immagazzinare energia rinnovabile quando è in surplus e di rilasciare energia termica verde per i consumi industriali, bilanciando lo squilibrio esistente tra la domanda e l'offerta e contribuendo a stabilizzare la rete. "La sfida è mitigare l'intermittenza", sottolinea Letizia Magaldi ricordando che per sua stessa natura l’energia solare ed eolica dipende dalle condizioni meteorologiche, ed è questa la ragione per cui è impossibile da utilizzare 24 ore al giorno, sette giorni su sette. Il sistema messo a punto dalla Magaldi Green Energy punta alla "generazione di calore verde e rinnovabile per i processi industriali, tra cui quelli alimentari". "Abbiamo realizzato un primo impianto pilota in Campania e stiamo realizzando studi di fattibilità con grandi player", conclude Magaldi ricordando che il sistema è a impatto zero. Magaldi Green Energy è di recente entrata nel "Long Duration Energy Storage Council", organismo internazionale di technology provider di primo piano, nato in occasione della Coop 26 di Glasgow.