(Adnkronos) - Silvia Zani, la figlia maggiore di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù (Brescia) trovata morta l’8 agosto 2021, ha ammesso l'omicidio della madre. La confessione segue quella del suo fidanzato Mirto Milani, avvenuta in carcere, dove i due sono rinchiusi dal 24 settembre scorso, insieme a una delle sorelle di Silvia, Paola. Anche per quest'ultima è in corso l’interrogatorio. Dietro l’omicidio, a quanto si apprende, ci sarebbe stato il movente economico. I tre sono accusati di omicidio volontario.
(Adnkronos) - "Intervenire tempestivamente sull'introduzione di norme a tutela lavoratori digitali. Il nostro governo sta sviluppando a livello europeo un'iniziativa per la definizione di regole più giuste per i lavoratori digitali e per fare in modo che l'Italia sia espressione di una avanguardia nel riconoscimento delle tutele e dei diritti per questi lavoratori". Lo ha detto il ministro del Lavoro Andrea Orlando intervenendo al Senato al convegno 'Salute e sicurezza dei lavoratori in un mondo del lavoro in continua evoluzione'. "Impegno che oggi posso condividere con l'operato di questa commissione" ha aggiunto riferendosi al testo del ddl presentato da Gianclaudio Bressa e il suo ddl che è "attualmente all'attenzione del Dagl e che collima con questa proposta sotto molteplici aspetti". "In linea con le istanze affrontate dalla Commissione europea abbiamo introdotto un obbligo di estensione delle comunicazioni obbligatorie per le piattaforme digitali - sottolinea - che ci permetterà di avere un quadro preciso delle rilevanza del fenomeno nel nostro paese, allo stesso tempo nella proposta di recepimento della direttiva sulle condizioni di lavoro trasparenti abbiamo previsto l'obbligo informativo a carico dei lavoratori e dei datori di lavoro e committenti che utilizzano sistemi automatizzati al fine di valutarne l'impatto sulle condizioni di lavoro e tutelare la salute e la sicurezza sul lavoro". Per Orlando dunque c'è "la necessità di adeguare il sistema normativo alle modalità organizzative dettate dalle nuove tecnologie: è una realtà di cui dobbiamo prendere atto e su cui è necessario intervenire tempestivamente".
(Adnkronos) - I nostri mari si stanno riscaldando anche in profondità e l’aumento delle temperature sta causando drastici cambiamenti della biodiversità marina, dalla scomparsa delle specie più sensibili caratteristiche del nostro mare all’invasione di altre, spesso aliene, che meglio si adattano a un mare sempre più caldo. A lanciare l'allarme è Greenpeace che si è immersa in questi giorni nelle acque dell’Area marina protetta (Amp) di Miramare, a Trieste, dove un anno fa, nell’ambito del progetto Mare Caldo, sono stati posizionati dei sensori per la misurazione della temperatura lungo la colonna d’acqua. Insieme ai ricercatori dell’Amp e dell’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (Ogs), l’associazione ambientalista ha inoltre partecipato a un’immersione scientifica sulle Trezze al largo di Grado, dove si stanno monitorando gli effetti dei cambiamenti climatici su specie sensibili come la madrepora a cuscino e Pinna nobilis nell’ambito dei progetti Tretamara e Life Pinna. A bordo della nave di Greenpeace Rainbow Warrior, ormeggiata a Trieste, è stato quindi diffuso oggi il secondo rapporto annuale del progetto. Sono state effettuate oltre 535 mila misurazioni della temperatura, raccolte insieme al Dipartimento di scienze della terra, dell’ambiente e della vita (Distav) dell’Università di Genova, partner scientifico del progetto, e con il supporto tecnico di ElbaTech. Nonostante le temperature registrate durante l’estate del 2021 non abbiano evidenziato valori da record in profondità, il confronto degli andamenti con l’anno precedente ha permesso di individuare un’anomala e repentina 'ondata di calore' a giugno 2020 all’Isola d’Elba e all’Amp di Portofino, con temperature che in pochi giorni e per un periodo di tre settimane hanno registrato un aumento di circa 1,5 gradi centigradi rispetto al valore medio mensile, che ha coinvolto tutta la colonna d’acqua fino a 35-40 metri di profondità. Questi shock termici, registrati anche in Spagna e Francia, nello stesso periodo, dalla rete TmedNet, sono particolarmente dannosi per gli organismi sensibili come le gorgonie, specie simbolo dell’habitat a coralligeno del Mediterraneo. Come avviene ai coralli tropicali che si 'sbiancano', anche diverse specie mediterranee mostrano evidenti segnali di necrosi con conseguente mortalità delle colonie a causa dell’aumento delle temperature. È proprio ciò che hanno osservato i ricercatori del Distav durante i monitoraggi realizzati nell’ambito del progetto Mare Caldo in cinque aree della rete. I maggiori segnali di sofferenza sono stati registrati sulle gorgonie rosse, bianche e gialle della Amp di Capo Carbonara (Sardegna). A sbiancarsi sono anche le alghe corallinacee incrostanti, particolarmente colpite da questo fenomeno nelle Amp di Torre Guaceto (Puglia) e Capo Carbonara, e il madreporario mediterraneo Cladocora caespitosa, per il quale i ricercatori hanno messo in evidenza anche una significativa riduzione delle dimensioni delle colonie dagli anni Novanta a oggi. A Miramare, anche grazie alla rete di termometri installati per il progetto, nell’agosto 2021 è stato possibile evidenziare la relazione tra una moria di spugne nere dovute alla presenza di solfobatteri e un’ondata di calore in mare. L’aumento delle temperature porta alla scomparsa di alcune specie mentre altre, dette termofile, proliferano espandendo il loro areale di distribuzione. È il caso del vermocane (Hermodice carunculata) che è aumentato in modo considerevole nelle Amp più meridionali, o di alcune specie aliene, come il mollusco gasteropode di origine polinesiana Lamprohaminoea ovalis, osservato per la prima volta all’isola d’Elba durante i monitoraggi del progetto, segnalazione più settentrionale nel Mediterraneo per questa specie. Il progetto Mare caldo è iniziato a fine 2019 con una stazione pilota per la misurazione delle temperature fino a 40 metri di profondità installata da Greenpeace nel mare dell’Isola d’Elba. Dopo l’adesione nel 2020 di quattro Amp (Portofino in Liguria, Plemmirio in Sicilia, Capo Carbonara e Tavolara-Punta Coda Cavallo in Sardegna), nel 2021 si sono aggiunte l’Amp di Torre Guaceto in Puglia, Miramare in Friuli Venezia Giulia, Isola dell’Asinara in Sardegna e Isole di Ventotene e Santo Stefano nel Lazio. Oggi con l'adesione dell’Amp delle Cinque Terre e dell’Amp delle Isole Tremiti sono ben dieci le Aree Marine Protette che hanno deciso di aderire alla rete e di lavorare insieme a Greenpeace.