INFORMAZIONIDaniela Abruzini |
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(Adnkronos) - "Nel 1985, quando si trattava di scegliere il successore di Sandro Pertini, Alessandro Natta mi fece capire che i comunisti avrebbero potuto sostenere una mia candidatura al Quirinale". Ma "ci vuole uno stile che io, diciamoci la verità, non avevo. A me piace l'analisi, il pensiero, mi piace chiacchierare. Un Presidente della Repubblica non può chiacchierare". Ciriaco De Mita lo raccontava al 'Corriere della Sera' in occasione del suo novantesimo compleanno, evocando inevitabilmente quei ragionamenti, 'ragionamendi' per dirla con cadenza irpina, elogiati da alcuni, criticati da altri, e che portarono l'avvocato a Agnelli a definirlo in modo pungente "un intellettuale della Magna Grecia". L'espressione intellettuale "è stata usata nei riguardi di Moro e paragonare un politico a Moro, dentro e fuori la Democrazia cristiana, è un complimento", fu la replica dell'allora segretario della Dc, che non esitò a definire Agnelli "un mercante moderno, con poche idee e tanti interessi particolari". Parole che rivelano quanto De Mita fosse sì uomo di pensiero, ma anche di grinta e di azione. Basta guardare al cursus honorum del figlio del sarto di Nusco, nato nel paese irpino il 2 febbraio del 1928, dove già nel 1943 si iscrive alla Dc. Consigliere nazionale del partito nel 1956, nel '63 deputato per la prima volta (sempre rieletto fino alla legislatura 2006-2008, ad eccezione del biennio 1994-96), nel 1969 diviene vicesegretario della Dc, quando stringe con Arnaldo Forlani il Patto di San Ginesio, dalla località delle Marche dove si svolge un convegno, che porta alla segreteria dello Scudocrociato l'altro 'gemello' appunto di San Ginesio, nel nome del rinnovamento da parte della generazione dei quarantenni. Più volte ministro, poco più di dieci anni dopo è De Mita a conquistare, il 6 maggio del 1982, la leadership di piazza Del Gesù, dove rimane nonostante la debacle elettorale del 26 giugno dell'anno dopo, quando la Balena bianca perde quasi sei punti percentuali rispetto alle consultazioni precedenti. Sono le elezioni che portano Bettino Craxi alla guida del governo, inizio di un un'epoca che vedrà perennemente a duello i leader socialista e democristiano, con il fallimento del famoso patto della staffetta, che a metà legislatura avrebbe dovuto determinare un avvicendamento tra i due a palazzo Chigi. Nel frattempo, a luglio dl 1985, cambia l'inquilino del Quirinale, dove a Sandro Pertini succede Francesco Cossiga, grazie all'abile mediazione del segretario della Dc, che intorno alla sua candidatura riesce a coagulare i consensi della maggioranza pentapartito e del Pci, garantendogli l'elezione al primo scrutinio con la cifra record di 752 voti. All'indomani delle elezioni del 1987, le porte della presidenza del Consiglio si aprono nuovamente ad un candidato della Dc e dopo la parentesi di Giovanni Goria, il 13 aprile del 1988 nasce il governo a guida De Mita. Bisogna risalire ad Alcide De Gasperi ed Amintore Fanfani per trovare una personalità che sia contemporaneamente leader dell'esecutivo e del partito di maggioranza relativa. Come nel caso degli illustri predecessori il doppio incarico ha però breve durata. La nascita del Caf, il patto tra Bettino Craxi, Giulio Andreotti e Arnaldo Forlani, porta il secondo a palazzo Chigi nell'estate del 1989, dopo che il terzo aveva assunto nell'inverno precedente la segreteria della Dc. De Mita diventa presidente del Consiglio nazionale, in virtù di un accordo unitario tra le correnti del partito, ma che vedrà comunque la sua, vale a dire la sinistra di base, su posizioni sempre contrapposte rispetto al Caf. Come nell'estate del 1990, quando i cinque ministri della componente lasciano il governo, pur votando poi la fiducia, durante l'esame della legge Mammì che sancisce l'esistenza del duopolio Rai-Mediaset. Al tramonto della prima Repubblica, tra il settembre 1992 e il marzo 1993, De Mita guida la commissione Bicamerale per le riforme istituzionali, e, dopo la breve parentesi del primo biennio berlusconiano, dal 1996 al 2008 torna in Parlamento. Dal 2009 al 2014 viene eletto a quello Europeo. Negli anni successivi non lascia l'agone politico, nè rinuncia ai suoi ragionamenti, fino a duellare con Matteo Renzi durante la campagna elettorale per il referendum costituzionale del 2016. Termina la sua vita e la sua carriera dove l'aveva iniziata: a Nusco, eletto per due volte sindaco, nel 2014 e nel 2019. Del resto, come aveva modo di ripetere spesso, "senza memoria non ci può essere futuro".
(Adnkronos) - Il tramonto del porto di Acciaroli, a Pollica (Salerno), è stato scelto come location del nuovo laboratorio sperimentale degli esperti di Strobilo, azienda di naturtech che utilizza le più avanzate tecniche delle neuroscienze per studiare la relazione tra gli esseri umani e il pianeta Terra. Pollica, nel corso della Eu agrifood week, ha ospitato una dimostrazione del Mediterranean mind lab, laboratorio di neuroscienze applicate per codificare l’algoritmo della longevità. I sensori ambientali applicati su una persona che guarda il tramonto di Acciaroli hanno rilevato un effetto “rigenerativo sul cervello, che va ad elicitare alcune aree, alcune onde come le onde Teta, legate a processi di mindfulness, meditazione, rilassamento profondo, ma anche onde che si attivano quando andiamo a rievocare delle memorie felici della nostra vita”. A spiegarlo è stata Camilla Di Pasquasio, psicologa e data analyst Strobilo. “La nostra attività - ha aggiunto Di Pasquasio - ci consente di misurare i parametri ambientali e di correlarli con il segnale cerebrale. Un’applicazione di questa sperimentazione può essere quella compiuta a Pollica, sull’effetto del paesaggio, anche per selezionare, ad esempio, delle attività che hanno a che fare con il turismo. Penso alla scelta, che può essere fatta con un approccio scientificamente provato, dei luoghi da selezionare ad esempio per posizionare delle panchine panoramiche o per realizzare dei percorsi immersivi”. La sperimentazione può essere applicata molto bene anche nell’ambito del food. “Andiamo a comparare cibi biologici, a chilometro zero, con produzioni industriali. Quello che è pazzesco - ha spiegato Di Pasquasio - è che a livello soggettivo le persone non capiscono assolutamente la differenza tra questi due prodotti, ma il nostro cervello è assolutamente in grado di scindere quale è il prodotto biologico e quale non lo è”. L’obiettivo finale del laboratorio è “studiare l’interazione tra la complessità di questi sistemi, come interagiscono, e cercare di andare a riconnettere l’uomo con la natura. Perdere il contatto con la natura ci ha fatto peggiorare da un punto di vista psicologico e cognitivo. Il nostro cervello è cambiato, diamo molto meno spazio alle emozioni, siamo molto più stressati, viviamo in una condizione di ansia". "Il nostro obiettivo - ha concluso - è far capire anche con la nostra divulgazione e i nostri esperimenti che c’è una forte necessità di andare a ritrovare questo forte rapporto tra l’uomo e la natura, per stare meglio noi, avere un ambiente più salutare, per mettere sul piatto del cibo che sia più sostenibile”.
(Adnkronos) - La stagione degli uragani statunitensi sarà più distruttiva della media per il settimo anno consecutivo. Lo hanno di dichiarato gli scienziati della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) che prevedono da 14 a 21 tempeste, di cui da sei a dieci diventeranno uragani, e da tre a sei di queste si svilupperanno in uragani maggiori, durante la stagione che va dal 1° giugno al 30 novembre. La causa principale è il riscaldamento climatico, dato che le temperature stagionalmente elevate e oceani più caldi della media forniscono energia ai cicloni tropicali.