INFORMAZIONIMIP Politecnico di Milano - Graduate School of Business Business School ed Enti di Formazione Italiana Ruolo: Head of Communication Area: Communication & External Relation Management Simona Strepparola |
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(Adnkronos) - Mascherine a scuola contro i contagi Covid, sebbene manchi poco alla chiusura dell'anno scolastico il tema dell'obbligo di mascherina in classe resta di stretta attualità e si discute della possibilità di abolire l'obbligo nella fase finale dell'anno scolastico, anche alla luce delle temperature ormai estive. Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, ospite questa mattina di SkyTg24, si dice "convinto che soprattutto durante le lezioni, quando i nostri ragazzi e i nostri bambini sono seduti al proprio posto, si possano togliere le mascherine e mi auguro che ci possa essere lo spazio per fare una ulteriore riflessione pur consapevole che siamo certamente ormai vicini alla scadenza dell'anno scolastico. Sarebbe un ulteriore segnale di fiducia ai cittadini. Mi auguro che si possa aprire una riflessione". BASSETTI - L'Italia "è l'ultimo e unico Paese in Ue ad avere ancora l'obbligo della mascherina a scuola. E' anacronistico e fuori dal tempo" dice all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, in merito alle polemiche sulla proposta della Lega di togliere l'obbligo delle mascherina a scuola. "E' giusto portare avanti un obbligo quando siamo sicuri che ci sia una efficacia nel ridurre la trasmissione - precisa Bassetti - Ma non è questo il caso. Non è possibile stabilire se questi dispositivi di protezione abbiano effettivamente ridotto la trasmissione del virus. Lo dico perché non c'è nessuna evidenzia scientifica che lo abbia stabilito rispetto alla vaccinazione, al lavaggio delle mani o al distanziamento". "Chi afferma che è la scienza a dire che serve l'obbligo della mascherina a scuola - avverte - dice una eresia: nessuno studio ha affermato che le mascherine da sole hanno ridotto la trasmissione". Secondo Bassetti, "le Ffp2 usate in maniera molto rigorosa possono ridurre un minimo la trasmissione del virus, ma quanti studenti - si chiede - le usano in modo corretto? Le cambiano ogni 6 ore? Pochi". "La polemica 'pro mask' e 'no mask' non giova a nessuno. Non è un problema del caldo o del freddo, avendo levato l'obbligo della mascherina per molte attività è davvero fuori dal tempo dire che a scuola servono", conclude l'infettivologo. BURIONI - "A chi dice che non ci sono dati da studi controllati sull'efficacia delle mascherine a scuola, ricordo che dati da studi controllati mancano anche riguardo all'efficacia del paracadute" afferma in un tweet il virologo Roberto Burioni, docente all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano. RASI - "Fatto salvo che la mascherina rimane un presidio per proteggere l'individuo e ciascuno di noi dovrebbe ormai sapere come, la Ffp2 ben stretta sul naso, e quando usarla in base alle circostanze, nell'ultimo mese di scuola lascerei liberi i bambini e i ragazzi dall'obbligo della mascherina. Dopo la scuola hanno una vita sociale e tante interazioni che non prevedono più l'obbligo della mascherina. Magari l'insegnante può considerare di tenerla in aula" sottolinea all'Adnkronos Salute Guido Rasi, responsabile scientifico Consulcesi ed ex direttore esecutivo dell'Agenzia europea del farmaco Ema. "E poi bisogna tenere le finestre possibilmente aperte dove le condizioni lo permettono per una buona ventilazione", conclude Rasi. RICCIARDI - "Con varianti di Sars -Cov-2 così contagiose come quelle che stanno emergendo, è opportuno e necessario essere ancora cauti. Le coperture vaccinali nelle scuole sono bassissime, non arrivano al 40%, e servirebbe sicuramente aumentarle, bisogna quindi continuare a portare la mascherina fino alla fine dell'anno scolastico. In spazi chiusi, con un virus più contagioso e in spazi limitati, il rischio di infettarsi è alto" dice Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute Roberto Speranza, in merito alle polemiche sulle richieste di togliere le mascherine a scuola in considerazione delle temperature elevate di questo periodo. "Non bastano le finestre aperte - continua Ricciardi - per combattere questo virus serve applicare più misure contemporaneamente. La prima, quella più importante, è la vaccinazione dei bambini per la quale vanno aumentate le coperture. La seconda è quella dell'uso delle mascherine, seguita da aerazione, distanza sociale, igiene". SIGNORELLI - "Tenere la mascherina è meglio che non averla rispetto a un virus ancora circolante - afferma all'Adnkronos Salute Carlo Signorelli, ordinario di Igiene dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano - E visto che l'ambiente scolastico è stato quello dove si sono verificati più focolai di Sars-Cov-2 credo che, in coerenza con tutte le misure prese da inizio epidemia ad oggi, il ministero della Salute italiano abbia voluto giustamente essere più prudente. Non mi sembra una buona idea rischiare alla fine dell'anno scolastico, all'ultimo miglio, con conseguenze sulle verifiche finali, gli esami ecc". "La pandemia non è cessata. Questo sacrificio, che poi è solo di tre settimane, ha senso rispetto a un'infezione che sta ancora girando. Credo che non cambi l'impatto generale e che si possa chiudere l'anno senza magari rischiare di avere, sul finale, qualche focolaio che poi costringe a prendere altri provvedimenti peggiori. La mascherina non è una garanzia del 100% ma protegge", conclude Signorelli. PEDIATRI - "Mancano tre settimane alla fine della scuola. Non ha molto senso sollevare discussioni sulla mascherina a scuola. Le norme ci sono e sono ponderate. Vanno seguite. E' un piccolo sacrificio, sopportabile, che protegge" dice Paolo Biasci, presidente della Fimp, sindacato dei pediatri di famiglia. "Quando la scuola sarà chiusa, i bambini e i ragazzi - aggiunge Biasci - potranno stare all'aria aperta, andare al mare, fuori città e questo potrebbe migliorare ancora la situazione epidemiologica. In questo momento parliamo di un piccolo sacrificio per gli ultimi giorni, che può essere benissimo sostenuto. Pensiamo piuttosto agli ultimi due anni, tre settimane non credo che possano influire".
(Adnkronos) - "Trovo del tutto condivisibile la proposta del ministro per il Sud e la coesione territoriale, Mara Carfagna, e sostenuta dalla gran parte delle forze di governo, di favorire gli investimenti nel Mezzogiorno d’Italia al fine di renderlo polo d’innovazione per tutta l’area euromediterranea". A dirlo il presidente dell’associazione di imprese Cifa Italia, Andrea Cafà, commentando il Forum verso sud organizzato a Sorrento dal ministero insieme con The European House-Ambrosetti. “Sono convinto - ha proseguito Cafà - che il Sud sia indispensabile per il rilancio del nostro Paese. Da qui a breve attrarrà molti investimenti necessari a ricostruire le catene globali del valore in Europa. Da tempo sosteniamo una maggiore sinergia tra pubblico e privato nella gestione di programmi di sviluppo finalizzati a rendere il Mezzogiorno non solo la locomotiva per la crescita dell’intero Paese ma anche il principale attore nella costruzione dell’area euro mediterranea ”. “A questo fine, v anno rafforzati il dialogo e la proposta progettuale con i paesi più stabili dell’area mediterranea, come per esempio il Marocco, intraprendendo un percorso comune che sia principalmente di tipo politico . L’Africa è il continente del futuro e il Sud Italia è l’autostrada per arrivarci. Solo avendo chiaro questo presupposto, si potranno avviare azioni concrete, evitando che il Sud resti destinatario di misure assistenziali nonché oggetto di impegni politici puntualmente disattesi", ha concluso il presidente di Cifa Italia.
(Adnkronos) - Record di barriere rimosse dai fiumi europei nel 2021. Secondo il Il rapporto Dam Removals 2021 della World Fish Migration Foundation, almeno 239 barriere ormai inutili sono state eliminate l'anno scorso, aiutando a ripristinare le vie di migrazione dei pesci e contribuendo alla salvaguardia della biodiversità e alla resilienza climatica. Almeno 239 le barriere - sbarramenti, chiuse e dighe - rimosse in 17 paesi in Europa. A spingere il record la Spagna, con 108 strutture rimosse dai fiumi del paese. Male l'Italia che non ha rimosso alcuna struttura fluviale, così come Danimarca, Lettonia, Grecia, Romania e i paesi balcanici. Secondo la strategia dell'Unione europea per la biodiversità entro il 2030 bisognerebbe ripristinare almeno 25mila chilometri di fiumi, la il traguardo appare lontano.