(Adnkronos) - Ammontano ad almeno 30-40 miliardi di dollari i danni alle infrastrutture dei trasporti in Ucraina. La regione del Dontesk, di Kharkif e Kiev sono le aree più colpite; 300 i ponti distrutti, oltre ai 50 ferroviari; 23mila i km di strade cancellate dal territorio ucraino; 20 le stazioni ferroviarie rase al suolo; 6mila i km di strade ferrate disfatte. Non c'è un aeroporto che non sia stato attaccato almeno una volta e che non abbia subito danni; alcuni, come quello di Kiev e di Dnipro (nell'est dell'Ucraina) più volte sono stati bombardati dai russi. Come anche i porti sul Mar Nero, a partire da Mykolaiv, continuamente sotto il fuoco del nemico, danneggiati e paralizzati nelle loro attività. E' il bilancio drammatico che il ministro delle Infrastrutture dell'Ucraina, Olexandr Kubrakov, descrive all'Adnkronos commentando: "Non esiste una infrastruttura sul suolo ucraino che non sia stata attaccata in qualche modo durante la guerra". "Puntiamo alla ricostruzione di linee ferroviarie e alta velocità, con un ruolo chiave dell'Italia. Rispondendo sui aereo-mezzi delle compagnie aeree anche internazionali al momento in Ucraina, Kubrakov rassicura: "la maggior parte degli aerei è in luogo sicuro. Li stiamo manutenendo in modo che siano in grado di volare. Lo stiamo facendo con successo". Drammatica invece la questione esportazioni: "prima della guerra il nostro volume di esportazioni si aggirava intorno ai 150 milioni di tonnellate di prodotti all'anno - riferisce - Il 70 per cento avveniva attraverso il mar Nero. Ma i porti sono bloccati per la presenza di navi russe. Trasporti su gomma, ferro, o tramite il fiume Dnepr nell'immediato futuro è impossibile possano supplire ai porti sul mar Nero. Naturalmente sfruttiamo il fiume Dnepr ed i suoi canali, ma non ha la stessa capacità del Mar Nero. Pertanto sul breve termine stiamo lavorando con Polonia, Romania e Slovacchia al potenziamento dei punti di controllo delle dogane che lavorano con il nostro stesso ritmo 7 giorni su 7 in modo da facilitare il transito delle nostre merci; ed alla semplificazione dei permessi richiesti ai mezzi di trasporto. Siamo pronti per la liberalizzazione - annuncia - in modo che i nostri camion possano transitare verso i paesi Ue senza bisogno di permessi in questo periodo". Altro capitolo le linee ferroviarie: "Le stiamo migliorando. Ma non è così facile. Stiamo tentando di ricostruire alcune linee esistenti ma resta indispensabile, anche alla luce del blocco dei porti, la costruzione di linee che abbiano gli standard europei". Il ministro ricorda all'Adnkronos che questa settimana la Commissione Ue ha proposto la creazione di un organo di governance responsabile dell'approvazione del piano RebuildUkraine sulle aree prioritarie di intervento, con il sostegno di uno strumento giuridico di sovvenzioni e prestiti che giocherà un ruolo importante nella ricostruzione di case, come ponti e sistemi ferroviari proiettati all'alta velocità. "Nell'immediato con i nostri fondi di riserva abbiamo provveduto alla ricostruzione di 50 ponti temporanei, non dunque idonei talvolta al passaggio di mezzi pesanti come i camion. Lo abbiamo fatto in autonomia per il trasposto di cibo, acqua...Ma attendiamo l'aiuto della Commissione europea per intervenire adeguatamente su questo fronte, come su quello edile e ferroviario". Quindi Kubrakov guarda all'Italia: "so che avete ottime società per la costruzione di strade e ferrovie - osserva - Lo scorso anno ho visitato il Gruppo Fs. Se parliamo di costruzione e ricostruzione di strade ferrate e non, ponti ferrati e non, l'Italia ha aziende di eccellenza e potrebbe giocare un grosso ruolo fornendo un grande supporto, come minimo - conclude - attraverso al supervisione del vostro Governo in diversi progetti finanziati dall'Unione europea. Sulle linee ferroviarie puntiamo a costruire con gli standard Ue e a sviluppare linee di alta velocità che ci connettano ai paesi europei. E' l'obiettivo del nostro Presidente; è l'obiettivo dell'Unione europea". (di Roberta Lanzara)
(Adnkronos) - Nuovi parametri per misurare i progressi ambientali, sociali e di governance (Esg) e introduzione dell’Indice di Sostenibilità come parametro di valutazione della performance aziendale che collega il 30% della remunerazione direttamente ad obiettivi di sostenibilità. Philip morris international (Pmi) pubblica la nuova edizione dell’Integrated Report, il rapporto che fornisce un quadro completo dei progressi compiuti nel raggiungimento degli obiettivi di business e sostenibilità, fornendo agli stakeholder un aggiornamento sulla trasformazione dell’azienda verso un futuro senza fumo. Il rapporto include anche uno Statement of Purpose aggiornato, che ribadisce la missione dell’azienda verso un futuro senza fumo evidenziando la necessità di una maggiore collaborazione con i Governi e la società civile per massimizzare la possibilità di arrivare a questo risultato con l’eliminazione dei prodotti basati sulla combustione. “La sostenibilità e la performance aziendale sono fortemente connesse e si rafforzano a vicenda. Le nostre azioni, fondate su dati, scienza e fatti, parlano più delle parole. Pmi si impegna ad essere un agente di cambiamento e a sviluppare e produrre alternative tecnologiche efficaci al fumo per i fumatori adulti che non smettono. Con una visione di lungo termine, stiamo anche espandendo la nostra attività in settori che vanno oltre il tabacco e la nicotina, come il benessere e la salute del consumatore”, ha dichiarato Jacek Olczak, chief executive officer di Pmi. Un nuovo approccio alla sostenibilità attraverso il quale l’Azienda ha ridefinito il quadro degli obiettivi Esg secondo due aree d’impatto distinte: una relativa ai prodotti e l’altra relativa alle attività produttive e commerciali. Attraverso obiettivi e Kpi concreti Pmi definisce in modo trasparente il successo della sua trasformazione e ne valuta i progressi, rendendo il suo percorso misurabile e verificabile. Impatto dei prodotti: 15,3 milioni di persone sono passate completamente ai prodotti senza combustione di PMI e hanno abbandonato le sigarette al 31 dicembre 2021; erano 13 milioni nel 2020; il 29,1% dei ricavi netti deriva dai prodotti senza fumo, che a fine anno erano disponibili per la vendita in 71 mercati in tutto il mondo; in aumento rispetto al 23,8% e ai 64 in cui erano disponibli nel 2020; il 99% degli investimenti in Ricerca e Sviluppo destinati ai prodotti senza combustione. Impatto operativo: 39,7% di posizioni manageriali occupate da donne, in linea con l'obiettivo del 40% fissato per il 2022; 67% dei coltivatori a contratto che forniscono tabacco a Pmi ottengono un reddito da lavoro, cifra in aumento rispetto al 48% del 2020; riduzione del 18% delle emissioni totali di CO2e della catena del valore e del 33% rispetto al valore di base del 2019 delle emissioni da operazioni dirette; 100% del tabacco acquistato senza nessun rischio di deforestazione delle foreste primarie e protette.