(Adnkronos) - L’ex sindaca di Torino, Chiara Appendino, è stata assolta dalla Corte d’Appello di Torino nell’ambito del processo per il mancato inserimento nel bilancio comunale di un debito da 5 milioni di euro contratto dal Comune nei confronti della società Ream. Con l’ex sindaca, che in primo grado era stata condannata a 6 mesi, sono stati assolti anche l’ex assessore al Bilancio, Sergio Rolando, e l’ex capo di gabinetto Paolo Giordana. "Assolta. Nessun falso in bilancio nel caso Ream. Alla lettura della sentenza ho pianto. Sono state lacrime liberatorie ma anche di gioia. Era stata messa in dubbio la mia buona fede. Oggi, dopo quasi sei anni, viene ristabilita la verità", il commento su Facebook dell’ex sindaca di Torino. "Un enorme grazie alla mia famiglia, ai miei super avvocati e a tutte le persone che in questi anni mi sono state vicine inclusa la mia forza politica, il M5S", conclude. Telefonata tra il leader M5S Giuseppe Conte e l'ex sindaca dopo l'assoluzione. Il presidente del Movimento, apprende l'Adnkronos, ha espresso all'ex prima cittadina pentastellata calore e vicinanza da parte della comunità M5S. "Chiara, non abbiamo mai avuto dubbi sulla tua integrità e sull'azione politica che hai portato avanti. La sentenza di oggi ti rende giustizia! Il Movimento 5 Stelle ti abbraccia con tutto il suo calore!", il tweet del leader M5S.
(Adnkronos) - L’altruismo dei giovani italiani va di pari passo con una forte predisposizione all’inclusione. Il 91,3% si dichiara favorevole alle unioni miste, il 74,2% all’adozione di figli per coppie omosessuali. Questa larghezza di vedute investe anche le scelte bioetiche: l’85,7% dice sì alla fecondazione assistita, il 79,7% all’aborto, il 74% al suicidio assistito. Il 67,5% è infine favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere. Emerge dal 10° Rapporto di ricerca dell’Osservatorio permanente sui giovani della Link Campus University, con la direzione scientifica del professore Nicola Ferrigni e della professoressa Marica Spalletta. Tra i principali atti di violenza di cui i giovani temono di essere vittima, il 29,5% menziona l’hate speech e il 22,1% il body shaming, mentre bullismo e cyberbullismo si attestano al 17,2%. Tra le molteplici insidie che si celano nel mondo della Rete, a preoccupare maggiormente i giovani è la dimensione connessa alla propria sfera ‘identitaria’: il 30,5% teme in particolare l’eccessivo tracciamento dei dati personali, il 18,2% la clonazione delle proprie carte di pagamento, il 15,5% il furto d’identità, il 15,1% la violazione dei propri account social. In questo quadro dalle tinte fosche si inseriscono inoltre le valutazioni, perlopiù negative, associate al funzionamento degli algoritmi, che i giovani identificano principalmente con l’idea del controllo (29,6%) e della manipolazione (18,8%). “Guardando nello specifico agli atti di violenza a opera di coetanei a destare particolare preoccupazione è il fenomeno delle baby gang”. Il 36,5% degli intervistati teme infatti di poter essere vittima di una baby gang, il cui 'potere di attrazione' viene ricondotto al desiderio dei più giovani di 'sentirsi parte del branco' (29,6%) e al fascino esercitato dal ruolo del cattivo (21,7%), oltre che a un vero e proprio 'bisogno' di sfogare la rabbia repressa (18,1%). Il 22,3% degli intervistati dichiara inoltre di aver personalmente assistito a episodi di violenza a opera di baby gang, cui ha reagito ponendo in essere due modelli di comportamenti 'opposti': il 32,1% si è infatti allontanato per non rimanere immischiato, mentre il 31,9% è intervenuto cercando di risolvere la situazione e il 14,5% dichiara di aver chiamato le forze dell’ordine.
(Adnkronos) - Negli ultimi 20 anni sono andati distrutti più di 13 mila km quadrati di zone umide costiere in tutto il mondo. La notizia positiva è che nello stesso periodo circa il 70 per cento di quanto perduto è stato recuperato, per effetto dell’azione di ripristino guidata dall’uomo e dei processi naturali di ripresa. E’ quanto emerge da uno studio condotto dall’università di Cambridge sullo stato di salute di questi ecosistemi, così preziosi soprattutto per la loro capacità di fare da “pozzi di carbonio”: ovvero sono in grado di assorbire maggiori quantità di carbonio rispetto a quelle che emettono. Tra i responsabili della loro distruzione ci sono azioni umane dirette come l’acquacoltura, l’agricoltura e l’espansione delle aree urbane, ma anche l'innalzamento del livello del mare e i processi di erosione costiera.