(Adnkronos) - Il primo momento di incontro alla Convention della Confindustria Nautica di Viareggio ha riguardato il tema della riforma del demanio derivante dalla Direttiva dell’Unione Europea 2006/123/CE detta Direttiva Bolkestein. Vi hanno partecipato Giovanni Toti Presidente Regione Liguria, l’On. Umberto Buratti, membro della Commissione Finanze Camera dei Deputati e il Sen. Massimo Mallegni, membro della Commissione Lavori Pubblici. Buratti ha sottolineato come il dibattito che in corso in queste ore non riguardi solo il tema delle spiagge perché “sulle coste italiane non ci sono solo stabilimenti balneari, le coste italiane hanno strutture come immobili abitativi, distributori di benzina, porti, cantieri navali, tutta una serie di altre attività e tutte queste dovrebbero essere disciplinate. Necessaria una mappatura per capire il tipo di concessione. Necessario andare nel dettaglio e non mettere una norma che non tenga conto di questi interessi”. Per Toti si tratta di “domande complesse e troppo spesso la politica ha dato delle risposte semplici o semplicistiche. Abbiamo perso moltissimo tempo sostenendo che la Bolkestein non sarebbe stata applicata o sarebbe stata applicata secondo una via italiana, poi il consiglio di Stato e la giurisprudenza ci hanno messo di fronte a quello che potevamo aspettarci da anni. Specie quando con l’Europa c’è una trattativa con un Pnrr che vale oltre 200 miliardi di euro e che è ovvio che porti con sé delle regole stringenti di amministrazione e di competitività. Quindi se il Paese non aumenterà la sua produttività nei prossimi 20 anni il Pnrr diventerà debito”. “Dobbiamo ragionare di come si applica la Bolkelnstein con le garanzie di concorrenza e di equità rispetto a investimenti fatti, a diversità di impresa”, ha proseguito Toti. “In questo modo si imbocca la strada giusta con cui aprire una trattativa con il governo. Se invece si pensa che le gare non si faranno, prima o poi, siccome una normativa europea non può essere derogata da una normativa del parlamento italiano, ci troveremo un giorno a commettere abuso d’ufficio. Rischiamo di trovarci con i porti turistici e gli stabilimenti con la catena, i sindaci indagati o per omissione di atti d’ufficio. Dobbiamo andare a una definizione di questo tema con l’Europa che sia equo, solidale e competitivo. Da anni tutti i nostri arenili sono bloccati agli investimenti perché nessuno sa quale futuro avranno quelle concessioni, quindi stiamo bloccando decine e centinaia di milioni di euro di investimenti in attesa che il legislatore si metta d’accordo con un altro legislatore sovraordinato che è l’Europa”.
(Adnkronos) - In Italia esistono 1200 chilometri di linee ferroviarie soppresse, che potrebbero essere riaperte per potenziare il trasporto locale soprattutto nelle aree interne del paese. Sono le cosiddette "ferrovie sospese", di cui si occupa la seconda edizione del Dossier Futuro Sospeso, realizzato da Alleanza Mobilità Dolce in collaborazione con Legambiente e Kyoto Club, che esamina la situazione di 38 linee che attraversano anche paesaggi di straordinaria bellezza e che potrebbero quindi utilizzate a fini turistici. Rispetto alla classifica delle regioni con più linee soppresse, il Piemonte è sempre in testa con 13 collegamenti, anche se il Consiglio regionale ha avviato una verifica su costi-benefici della loro riapertura. E qualcosa si muove anche a livello nazionale, con l’intesa Stato-Regioni per 26 linee ferroviarie turistiche e la destinazione di investimenti del PNRR sulle ferrovie turistiche e locali.