INFORMAZIONIMYCO Integrated Evaluation System Gestione Risorse Umane e Formazione Aziendale Ruolo: Sr HR Talent Consultant Area: Altro Cristina Calandra |
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(Adnkronos) - "In questo momento mi trovo in una stazione di servizio per fare il pieno: mi sto occupando di far riparare la mia auto che è stata danneggiata da un'esplosione, e sabato partirò per Lisiansk e Severodonetsk, le zone più calde in questo momento. Ci dirigiamo nei luoghi dove ci sono più feriti, per fare di tutto per salvarli". Ha un elastico con i colori del suo Paese, giallo e blu, che le tiene i capelli e un cappellino militare Olha Krokha Bashei, paramedico militare in forza all'esercito ucraino, mentre parla all'Adnkronos in collegamento su Zoom da Kiev. La sua specialità è la medicina tattica: "Per medicina tattica si intende la medicina militare -spiega- Nelle zone di guerra è il primo soccorso ai militari feriti. Noi abbiamo la zona di combattimento, la zona rossa, dove il militare viene ferito, e in questa zona deve essere applicato il primo bendaggio per fermare il sangue. Poi c'è la zona gialla, dove portiamo il ferito subito dopo e procediamo con il successivo soccorso. Io insegno proprio questo". Le donne al fronte, in diversi ruoli, sono tantissime, ci dice. E fa un distinguo: "Queste due guerre, quella del 2014 e quella del 2022, sono molto diverse. In questa guerra in particolare ci sono moltissime donne, e molte che lavorano come paramedici". Il rapporto con i militari è strettissimo e collaborativo. "Gli uomini al fronte ci trattano come sorelle -ci rivela- ci aiutano, ci proteggono, al fronte per gli uomini le donne sono la cosa più importante, siamo come un talismano per loro". E ci racconta il suo primo giorno in trincea: "Mi accudivano, mi portavano i loro materassini e si assicuravano che avessi tutto, cibo, riposo -dice sorridendo- Mi sono trovata a dover spiegare che sapevo bene che eravamo nel mezzo di una guerra, avevo il mio sacco a pelo e non avevo bisogno che si preoccupassero, avrei fatto di tutto per essere utile alla causa". La paura in guerra è una compagna di viaggio consueta, ma Olha non è una tenera: "A chi mi chiede se ho paura, io rispondo così: se vai nella zona di combattimento, ci vai perché non sei uno che ha paura, se hai paura non ci vai. Io personalmente la paura non ce l'ho. Voglio starci io al fronte, perché non vogliono che i miei cari vedano quello che ho visto io". Sulla trentina, vedova (ha perso il marito nel 2005), Olha non ha figli ma ha molti affetti familiari a cui è legatissima e che non la lasciano un secondo, almeno virtualmente: "Ho cinque nipoti, 7 e 11 anni, e tre più grandi, uno è nell'esercito. Sto in contatto continuamente con loro, con videochiamate, per loro è un grande stress sapermi al fronte, li tranquillizza sentirmi, non siamo mai stati lontani così tanto". Lei, che è al fronte dal 2014, spiega alcune differenze strategiche tra le due guerre: "Dal punto di vista strategico, sono molto diverse. Se per esempio nel 2014 era uno scontro di carri armati e artiglieria, ora ci sono razzi e bombe. Questa è la maggiore difficoltà, per questo è stata rasa al suolo Mariupol. Altrimenti saremmo già più vicini ai nostri confini e ci saremmo già ripresi quello che ci hanno rubato". Come per molti suoi colleghi al fronte, l'ipotesi di una sconfitta non è contemplata, e la richiesta di armi incessante. "Non è semplice, ma se ci verranno date le armi questa guerra finirà il prima possibile, entro Capodanno. E finirà con la ripresa dei nostri territori, dalla Crimea al Donbass". Sì, perché questa guerra finirà, Olha ha le sue fonti certe. "I miei nipotini mi hanno detto al telefono che vinceremo. Le parole dei bambini dicono la verità. Io ci credo". (di Ilaria Floris)
(Adnkronos) - Alberto Molinari è il nuovo presidente di Aibi, l’Associazione italiana bakery ingredients aderente ad Assitol. Al suo fianco l’assemblea di gruppo ha nominato vicepresidenti il suo predecessore Giovanni Bizzarri, direttore generale di Novaterra Zeelandia, Christian Skulte, titolare di Abs Food, Stefano de Dionigi, uno dei vicepresidenti, è Quality Group Manager di Irca, e Palmino Poli, delegato della presidenza Assitol per fiere ed eventi. Nato nel 1975 a Mirandola, in provincia di Modena, Molinari ricopre il ruolo di General Manager di Puratos Italia, azienda specializzata nella produzione di ingredienti per panificazione, pasticceria e cioccolato, che ha sede a Parma. Si è laureato in Tecnologie alimentari all’Università di Bologna divenendo poi dottore di ricerca in Biotecnologie degli alimenti nel 2006. La sua carriera si è svolta nel mondo agroalimentare: nel 2001 è responsabile di laboratorio presso il Molino Pivetti, nel 2004 approda in Puratos Italia come responsabile r&d. Grazie al suo impegno, l’azienda ha registrato una forte crescita di organico e di fatturato. “Essere il presidente di Aibi - afferma Molinari - costituisce per me un grande onore. Sono consapevole di rappresentare un comparto di grande rilievo, che guarda sempre avanti persino in questo periodo complesso". I rincari della materie prime e l’inflazione coinvolgono pesantemente anche il mondo dell’arte bianca. "Il pane - osserva Molinari - è un alimento centrale della nostra alimentazione, con una forte portata simbolica chi, come noi, lavora in questo ambito, sa di avere sulle spalle una forte responsabilità sociale”. I primi dati della ricerca Aibi-Cerved sulla panificazione lo confermano: anche in un momento difficile come quello attuale, il pane è considerato l’alimento-rifugio per eccellenza. “Non ci tiriamo certo indietro - rilancia il neopresidente - al contrario, continueremo a seguire alti standard di qualità, monitorando i costi in modo oculato e selezionando con grande cura ingredienti e materie prime. Anche questo si lega al senso di responsabilità sociale del settore”. Grazie alla pandemia, il consumatore ha riscoperto il panettiere di prossimità e oggi, al suo artigiano di fiducia, chiede prodotti capaci di garantire salute e gusto, oltre che di durare nel tempo, evitando sprechi. "Dobbiamo aiutare - sottolinea il presidente di Aibi - la panificazione e la pasticceria a rispondere a tante esigenze diverse in un quadro reso più complicato dalle conseguenze del conflitto in Ucraina. Ecco perché, tra le nostre priorità, manteniamo al primo posto il continuo dialogo e la collaborazione con gli operatori della panificazione, essenziali per affrontare le sfide attuali”.
(Adnkronos) - Arbolia, società benefit nata per creare nuove aree verdi in Italia, ha realizzato un nuovo bosco urbano di oltre 3.600 piante a Roma nella Riserva Naturale di Decima Malafede, il più grande tra i parchi protetti gestiti dall’ente regionale RomaNatura, grazie al contributo del Campus Bio-Medico che ha messo a disposizione le aree di sua proprietà. L’intervento di forestazione ha permesso di riqualificare una superficie di circa 2,3 ettari ed è stato reso possibile grazie al supporto di Accenture e T.En Italy Solutions. Tra i sostenitori anche Palazzi Gas. La nuova cintura verde si compone di diverse formazioni boschive di cui una in prossimità di un laghetto e una zona più ampia con un’area prato molto ricca e variegata in termini di biodiversità vegetale e animale. Così caratterizzato, il nuovo bosco rappresenta un importante ecosistema e costituisce un habitat fondamentale per la nidificazione, il rifugio e il nutrimento di diverse specie di uccelli e insetti, tra cui le api. Il progetto ha previsto inoltre l’installazione di rifugi in legno per rapaci notturni e pipistrelli, e l’inserimento di piante idonee all’alimentazione di bruchi e farfalle (biancospino, pruno selvatico, ginestra, pioppo nero, salice bianco). Nell’area individuata sono state messe a dimora complessivamente 3.680 piante di differenti specie arboree (farnetto, cerro, sughera, sorbo domestico, orniello, acero campestre, ontano nero, frassino ossifillo, pioppo bianco, pioppo nero, salice bianco) e arbustive (sambuco, biancospino, fusaggine, sanguinello, pruno selvatico, ligustro, melo selvatico, ginestra comune) autoctone. Secondo il modello di calcolo elaborato per Arbolia dall’Università della Tuscia, a regime il nuovo bosco urbano consentirà di assorbire fino a 315 tonnellate di CO2 in 20 anni e fino a 1.922 Kg di PM10 all’anno. L’iniziativa prevede anche la manutenzione dell’area verde per i primi due anni a cura di Arbolia e successivamente da parte del Campus Bio-Medico. Inoltre il bosco viene simbolicamente dedicato al personale del Campus Bio-Medico impegnato durante la pandemia nella lotta al Covid. Con questo intervento, salgono a 22 le cinture verdi realizzate da Arbolia in Italia, di cui due nel Lazio. Nei prossimi mesi la società benefit svilupperà iniziative in altri comuni, da Nord a Sud del Paese.