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(Adnkronos) - "Non ho mai sofferto così tanto in campo e fuori". Zlatan Ibrahimovic, che appena conquistato lo scudetto con il Milan, con un post su Facebook racconta gli ultimi 6 mesi di sofferenza prima dell'operazione al ginocchio. "Negli ultimi sei mesi ho giocato senza un legamento crociato nel mio ginocchio sinistro. Per 6 mesi ho avuto il ginocchio gonfio. In 6 mesi sono riuscito ad allenarmi con la squadra solo 10 volte. Ho fatto oltre 20 iniezioni in 6 mesi. Mi sono sottoposto al drenaggio del ginocchio ogni settimana per 6 mesi. Antidolorifici ogni giorno per 6 mesi", dice il centravanti svedese del Milan. "A causa del dolore, ho dormito a malapena negli ultimi 6 mesi. Non ho mai sofferto così tanto in campo e fuori. Ho reso possibile qualcosa di impossibile. In mente avevo un solo obiettivo, far diventare campioni d'Italia i miei compagni e l'allenatore perché glielo avevo promesso. Oggi ho un nuovo legamento crociato e un altro trofeo", conclude.
(Adnkronos) - Una Quota 100 o 102 veramente flessibile, che combini anzianità contributiva e vecchiaia, invece della formula rigida finora prevista dalla normativa, per dare un input al mercato del lavoro, favorendo il ricambio generazionale. Una soluzione per riformare il cantiere delle pensioni potrebbe essere l’introduzione di formule più elastiche di pensionamento, secondo un’analisi di Fondazione studi consulenti del lavoro riassunta in un approfondimento dal titolo 'Alla ricerca della vera flessibilità: una nuova quota'. Sono circa 470mila, secondo le elaborazioni della Fondazione studi sulla base dei dati Inps, i lavoratori di età compresa tra i 61 e i 66 anni che presentano un’anzianità contributiva superiore ai 34 anni e inferiore ai 41, soglia a partire dalla quale si può accedere alla pensione di anzianità. Quali effetti potrebbe, dunque, avere l’introduzione di un meccanismo di pensionamento più flessibile che consenta di combinare anzianità contributiva e vecchiaia, estendendo la platea dei potenziali beneficiari? Rispetto all’attuale Quota 100 'rigida', che prevede l’accesso alla pensione con 38 anni di contributi e 62 anni di età, una Quota 100 'flessibile' consentirebbe di raddoppiare quasi la platea dei potenziali beneficiari con un incremento attorno all’81% dei lavoratori interessati. Tale formula raccoglierebbe soprattutto 65-66enni con un’anzianità contributiva superiore ai 35 anni (ma inferiore ai 38 attualmente richiesti) e aiuterebbe i lavoratori più vicini alla pensione di vecchiaia ad anticipare l’ingresso. Le stesse stime sono state realizzate anche con riferimento a Quota 102, prevedendo la possibilità di estendere le combinazioni anzianità vecchiaia oltre l’attuale “64+38”. Con l’adozione di un sistema flessibile, si legge nell’approfondimento, ci sarebbe un incremento dell’88,7% di lavoratori (soprattutto 66enni) con un’anzianità contributiva inferiore ai 38 anni necessari per poter andare in pensione. L’impatto sulla platea individuata con queste due forme flessibili (61-66enni con un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e massimo 40) sarebbe, secondo i consulenti del lavoro, molto differente: la Quota 100 rigida (analoga a quella già osservata fra 2019 e 2021) intercetterebbe il 35,1% di questi lavoratori, mentre una forma più flessibile arriverebbe a coprire il 63,4%. Più basso, invece, l’universo attivabile con Quota 102 (15,6% nella formula rigida, 29,5% in quella flessibile). Per quanto riguarda il requisito anagrafico, entrambe le formule flessibili vedrebbero aumentare la quota di potenziali pensionati, soprattutto tra le fasce d’età più alte dove l’accesso alla pensione è precluso a chi, pur in possesso dei requisiti anagrafici, non ha maturato quelli contributivi. Le considerazioni sulla flessibilità, secondo Fondazione Studi, non possono non tenere conto delle necessità di contenimento della spesa e di sostenibilità dei costi a carico dello Stato in un’ottica di corrispondenza tra contribuzione effettivamente versata e oneri correnti di spesa pensionistica. Per questo motivo, solo considerando il valore medio delle future pensioni anticipate sarà possibile mettere a terra una formula che riduca il valore della pensione per garantirne la sostenibilità. Per raggiungere questo scopo, secondo i consulenti del lavoro, ci sono due scenari possibili: una parziale conversione al metodo contributivo per i beneficiari di quote retributive di pensione o, ancora, una riduzione percentuale proporzionale all'anticipo, secondo un meccanismo analogo rispetto a quello originariamente previsto dalla Riforma Fornero, per chi accedeva alla pensione anticipata con meno di 62 anni.
(Adnkronos) - Il riscaldamento globale ci ruba il sonno. A sostenerlo è una ricerca condotta dall’Università di Copenhagen, che sottolinea come già ad oggi il troppo caldo nelle ore notturne ci stia sottraendo 44 ore di riposo l’anno e come questo numero di ore sia destinato ad aumentare, a causa del global warming. La mancanza di sonno ha ricadute possibili da non sottovalutare infatti ad essa è stata associata a una riduzione delle prestazioni cognitive, a una diminuzione della produttività, a una funzione immunitaria compromessa, a esiti cardiovascolari negativi, a depressione, rabbia e comportamenti suicidi.