(Adnkronos) - Caso sospetto di vaiolo delle scimmie nell'Ile-de-France. Lo riporta Bfmtv spiegando che il ministero della Salute francese ha diramato un bollettino ai medici, ma non ha fornito dettagli sul paziente. Si sa solo che ha una temperatura corporea superiore ai 38 gradi, una 'eruzione vescicolare', polmonite o encefalite senza una causa identificata. UN CASO ANCHE IN ITALIA - Il vaiolo delle scimmie arriva in Italia, il primo caso individuato a Roma. E' stato identificato all'Istituto Lazzaro Spallanzani della Capitale "il primo caso italiano di vaiolo delle scimmie. Si tratta di un giovane adulto di ritorno da un soggiorno alle isole Canarie che si era presentato al Pronto soccorso dell'Umberto I", annuncia l'istituto nazionale per le Malattie infettive capitolino. "Altri due casi sospetti sono in fase di accertamento", aggiunge l'Inmi. SPERANZA - "Teniamo alto il livello di attenzione" sul vaiolo delle scimmie, "grazie alla nostra rete di sorveglianza europea e nazionale". Lo ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza da Berlino per la riunione dei ministri del G7. "Proprio qui a Berlino al G7 ne ho parlato informalmente con la commissaria Stella Kyriakides e gli altri ministri", ha aggiunto il ministro - come riferiscono dal dicastero - sottolineando che "verranno coinvolti Ecdc e Hera", ossia il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e la nuova Agenzia Ue per la sicurezza biologica. SILERI - Sul vaiolo delle scimmie "le istituzioni sono attente, ma non c'è allarmismo. I casi di persone contagiate, in totale nel mondo, sono al momento una ventina, la differenza rispetto a precedenti focolai è che molti di questi casi non hanno un legame epidemiologico con le zone dell'Africa in cui il vaiolo delle scimmie è endemico". Lo ha detto all'Adnkronos Salute il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. "Il consiglio, nel caso in cui si avvertano dei sintomi, in particolare la comparsa di vescicole tondeggianti, è quello di rivolgersi al proprio medico di famiglia".
(Adnkronos) - Il decennio che stiamo vivendo è destinato ad impattare drasticamente sulla storia dell’umanità. Con l’avvento della pandemia il lavoro “agile” è entrato nella vita quotidiana degli individui, costituendo, per due anni, il pilastro della vita aziendale e lavorativa. Oggi, con la fine dello stato d’emergenza, le relazioni sono diventate profondamente digitalizzate e le logiche di mercato sono completamente mutate. Di conseguenza, la necessità di ripensare nuovi modelli organizzativi e produttivi è diventata più che mai impellente. Lavorare a distanza, in modo liquido e senza orari fissi, diventerà una consuetudine. Se le imprese adotteranno lo smart working come prassi lavorativa standardizzata, i lavoratori dovranno acquisire nuove competenze e conoscenze, trasformandole in nuove abilità e mansioni, seguendo un costante processo di reskilling e upskilling. Entro il 2030, infatti, l’intelligenza artificiale avrà permeato l’intero processo aziendale automatizzando la maggior parte dei ruoli e segnando, dunque, la nascita di professioni che oggi non esistono e la fine di quelle che conosciamo. Quale mercato professionale ci attende? Quale sarà il futuro delle professioni? La seconda edizione del manuale scritto dal formatore e business coach professionista Mario Alberto Catarozzo, 'Il futuro delle professioni dopo la pandemia', edito da Teleconsul, offre una risposta esaustiva a queste domande scattando una fotografia completa delle attività lavorative del futuro, alla luce dei cambiamenti tecnologici emersi nel corso dell’emergenza pandemica. Il volume sarà presentato domani 19 maggio in occasione della 34esima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, presso la Sala Madrid del Centro Congressi Lingotto. Scopo primario è quello di fornire al professionista gli strumenti giusti per comprendere come organizzare al meglio la propria attività professionale, scegliere e formare i propri collaboratori, sviluppare nuovi modelli di business ed essere protagonisti del nuovo mercato professionale. Tramite la descrizione di strumenti, tecniche, principi di soft skills, coaching e comunicazione, il manuale assume un taglio pratico e propone un importante spunto di riflessione sulle novità tecnologiche e digitali che hanno investito il mondo del lavoro negli ultimi anni: dal Metaverso al 5G, dall’Intelligenza Artificiale al tema della sostenibilità e della nuova governance nelle organizzazioni (Esg). Esplorate nel dettaglio anche le soluzioni pratiche per ripensare l’organizzazione di studio e la stessa gestione della professione in forma associata, Stp o reti professionali. “Il mio intento -spiega Mario Alberto Catarozzo, autore del libro- è fornire con questo manuale una nuova visione, aggiornata e strategica, del lavoro del libero professionista, una nuova mentalità necessaria per affrontarlo e nuovi strumenti da mettere in pratica per tradurre i cambiamenti in opportunità”. “I professionisti che hanno saputo innovarsi, cogliere la sfida del cambiamento, hanno trovato nell’emergenza un’occasione per crescere e sviluppare ancora di più il proprio business” afferma invece Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi consulenti del lavoro, nella prefazione del volume, sottolineando come i consulenti del lavoro conoscano bene i processi di adeguamento del lavoro alle nuove tecnologie e come, nel corso degli anni, siano stati in grado di “intercettare le nuove opportunità offerte dal mercato, e offrire un ventaglio di servizi innovativo e sempre più articolato”.
(Adnkronos) - E' stato consegnato a Michele Crisci, Presidente di Volvo Car Italia, il premio DealerStat attribuito alla filiale del marchio svedese come brand che meglio sta interpretando il processo di elettrificazione della mobilità. Il riconoscimento - consegnato nel Forum di Automotive Dealer Day - è frutto di uno studio, giunto alla diciannovesima edizione, che mostra fra l'altro il grado di soddisfazione dei titolari di concessionarie italiane nei confronti delle Case. L’indagine, condotta quest’anno nel periodo compreso fra l’8 marzo e il 14 aprile, ha coinvolto 33 marchi e oltre il 60% dei dealer italiani per un totale di 1.378 questionari raccolti in cui sono stati espressi giudizi su tre importanti aspetti legati al processo di elettrificazione: ovvero, la competitività della gamma delle vetture elettriche prevista nei prossimi tre anni (Plug-in e Full Electric); la completezza dell’offerta a supporto della vendita e il supporto ai concessionari con linee guida e formazione. Nelle valutazioni espresse dai dealer italiani, dunque, Volvo è risultato il brand che meglio sta interpretando il processo di elettrificazione della mobilità con un punteggio di 4,04 (in una valutazione da 1 a 5), rispetto a una media nazionale pari a 3,21. “Crediamo fermamente che l’elettrificazione sia il futuro della mobilità - ha sottolineato Crisci - e ci fa piacere vedere come i nostri sforzi per favorire la diffusione della mobilità elettrica nel nostro Paese vengano apprezzati da attori così importanti della filiera automotive come sono i concessionari. Al di là dell’elettrificazione della nostra gamma, siamo impegnati in iniziative senza precedenti per rendere la mobilità elettrica accessibile a tutti" dal progetto Powerstop per l’installazione di stazioni di ricarica veloce in tutto il territorio italiano, iniziativa che stiamo realizzando insieme ai nostri concessionari, al servizio ELEC3City inaugurato a Portanuova, il primo esempio di car-sharing di quartiere in Italia e non solo. "Vogliamo dare risposte concrete alle esigenze di chi vorrebbe passare alla mobilità elettrica sia a lungo raggio sia in contesto urbano, per un reale cambio di passo infrastrutturale del nostro Paese. E con questo intendo tutti gli automobilisti, non solo chi guida una Volvo" ha concluso Crisci.”