(Adnkronos) - "Dove sono finiti i no-vax? Rispetto ai numeri iniziali si sono progressivamente molto ridotti, un po' per via degli obblighi e poi molti si sono resi conto che era meglio vaccinarsi e hanno visto anche i benefici del vaccino contro il ricovero e la malattia grave. Rimane uno zoccolo duro che ha deciso di non immunizzarsi ma credo poi che con il 92% della popolazione over 12 vaccinata, sommati ai milioni di guariti, si può sopportare una quota di irriducibili. Ma non devono fare proselitismo contro la quarta dose, non vogliono vaccinarsi? Va bene ma non inquinino l'informazione corretta". Così all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, commenta la metamorfosi del movimento no-vax. L'infettivologo è stato minacciato più volte e ha deciso di denunciare portando alcuni stalker in tribunale. "Ho ricevuto minacce di morte e con questa parte dei no-vax non ci può essere nessun rapporto. Sono violenti e ignoranti, quindi con chi mi ha attaccato e insultato non ho nulla a che fare e non ci può essere un sano dialogo", ha poi sottolineato l'infettivologo. "Poi ci sono gli esitanti e i dubbiosi sul vaccino anti-Covid con cui è giusto parlare - prosegue - se il movimento no-vax non è forte come prima è anche perché una parte significativa di queste persone si è vaccinata".
(Adnkronos) - Delusi da una classe politica ritenuta incompetente ed esibizionista, vedono nella democrazia diretta la soluzione all’attuale crisi di rappresentanza. E’ l’identikit della Generazione Proteo tracciato dal 10° Rapporto di ricerca dell’Osservatorio permanente sui giovani della Link Campus University.
(Adnkronos) - Negli ultimi 20 anni sono andati distrutti più di 13 mila km quadrati di zone umide costiere in tutto il mondo. La notizia positiva è che nello stesso periodo circa il 70 per cento di quanto perduto è stato recuperato, per effetto dell’azione di ripristino guidata dall’uomo e dei processi naturali di ripresa. E’ quanto emerge da uno studio condotto dall’università di Cambridge sullo stato di salute di questi ecosistemi, così preziosi soprattutto per la loro capacità di fare da “pozzi di carbonio”: ovvero sono in grado di assorbire maggiori quantità di carbonio rispetto a quelle che emettono. Tra i responsabili della loro distruzione ci sono azioni umane dirette come l’acquacoltura, l’agricoltura e l’espansione delle aree urbane, ma anche l'innalzamento del livello del mare e i processi di erosione costiera.