(Adnkronos) - Sono 2.742 i nuovi contagi da Coronavirus oggi 26 maggio 2022 in Lombardia, secondo i dati Covid-19 dell'ultimo bollettino della Regione. Da ieri sono stati registrati 27 morti. Tasso di positività all'8,6% dei tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. In terapia intensiva i pazienti scendono a 32, 2 in meno da ieri, negli altri reparti sono 720, in calo di 59 unità. I nuovi casi per provincia vedono Milano al primo posto con 993 positivi di cui 456 a Milano città; a Bergamo: 201; Brescia: 384; Como: 140; Cremona: 57; Lecco: 58; Lodi: 73; Mantova: 86; Monza e Brianza: 249; Pavia: 155; Sondrio: 33; Varese: 197.
(Adnkronos) - Una Quota 100 o 102 veramente flessibile, che combini anzianità contributiva e vecchiaia, invece della formula rigida finora prevista dalla normativa, per dare un input al mercato del lavoro, favorendo il ricambio generazionale. Una soluzione per riformare il cantiere delle pensioni potrebbe essere l’introduzione di formule più elastiche di pensionamento, secondo un’analisi di Fondazione studi consulenti del lavoro riassunta in un approfondimento dal titolo 'Alla ricerca della vera flessibilità: una nuova quota'. Sono circa 470mila, secondo le elaborazioni della Fondazione studi sulla base dei dati Inps, i lavoratori di età compresa tra i 61 e i 66 anni che presentano un’anzianità contributiva superiore ai 34 anni e inferiore ai 41, soglia a partire dalla quale si può accedere alla pensione di anzianità. Quali effetti potrebbe, dunque, avere l’introduzione di un meccanismo di pensionamento più flessibile che consenta di combinare anzianità contributiva e vecchiaia, estendendo la platea dei potenziali beneficiari? Rispetto all’attuale Quota 100 'rigida', che prevede l’accesso alla pensione con 38 anni di contributi e 62 anni di età, una Quota 100 'flessibile' consentirebbe di raddoppiare quasi la platea dei potenziali beneficiari con un incremento attorno all’81% dei lavoratori interessati. Tale formula raccoglierebbe soprattutto 65-66enni con un’anzianità contributiva superiore ai 35 anni (ma inferiore ai 38 attualmente richiesti) e aiuterebbe i lavoratori più vicini alla pensione di vecchiaia ad anticipare l’ingresso. Le stesse stime sono state realizzate anche con riferimento a Quota 102, prevedendo la possibilità di estendere le combinazioni anzianità vecchiaia oltre l’attuale “64+38”. Con l’adozione di un sistema flessibile, si legge nell’approfondimento, ci sarebbe un incremento dell’88,7% di lavoratori (soprattutto 66enni) con un’anzianità contributiva inferiore ai 38 anni necessari per poter andare in pensione. L’impatto sulla platea individuata con queste due forme flessibili (61-66enni con un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e massimo 40) sarebbe, secondo i consulenti del lavoro, molto differente: la Quota 100 rigida (analoga a quella già osservata fra 2019 e 2021) intercetterebbe il 35,1% di questi lavoratori, mentre una forma più flessibile arriverebbe a coprire il 63,4%. Più basso, invece, l’universo attivabile con Quota 102 (15,6% nella formula rigida, 29,5% in quella flessibile). Per quanto riguarda il requisito anagrafico, entrambe le formule flessibili vedrebbero aumentare la quota di potenziali pensionati, soprattutto tra le fasce d’età più alte dove l’accesso alla pensione è precluso a chi, pur in possesso dei requisiti anagrafici, non ha maturato quelli contributivi. Le considerazioni sulla flessibilità, secondo Fondazione Studi, non possono non tenere conto delle necessità di contenimento della spesa e di sostenibilità dei costi a carico dello Stato in un’ottica di corrispondenza tra contribuzione effettivamente versata e oneri correnti di spesa pensionistica. Per questo motivo, solo considerando il valore medio delle future pensioni anticipate sarà possibile mettere a terra una formula che riduca il valore della pensione per garantirne la sostenibilità. Per raggiungere questo scopo, secondo i consulenti del lavoro, ci sono due scenari possibili: una parziale conversione al metodo contributivo per i beneficiari di quote retributive di pensione o, ancora, una riduzione percentuale proporzionale all'anticipo, secondo un meccanismo analogo rispetto a quello originariamente previsto dalla Riforma Fornero, per chi accedeva alla pensione anticipata con meno di 62 anni.
(Adnkronos) - Negli ultimi 20 anni persi 5 Km di costa naturale all'anno a causa della costruzione di nuove strutture artificiali. Si tratta, spiega Ispra, di una misura che equivale all'intero litorale di una località balneare come Fregene. L’artificializzazione è ancora più rilevante nelle zone retrostanti le spiagge, nelle quali ogni anno dune costiere, terreno coltivato, vegetazione e formazioni naturali vengono sostituite da oltre 10 Km di opere antropiche. Sono i dati che emergono dall’aggiornamento della banca dati Linea di Costa Italiana 2020, presentato oggi da Ispra che analizza la fascia costiera italiana. Secondo i dati Ispra, la linea di costa italiana misura circa 8.300 Km, di cui il 13% è occupato da opere artificiali come porti, opere di difesa costiera, opere idrauliche di impianti industriali, strutture artificiali a supporto della balneazione. Negli ultimi 20 anni, la costa artificializzata è aumentata complessivamente di oltre 100 km. Un discorso parallelo riguarda l'interfaccia tra le spiagge ed il territorio circostante. Nell'insieme, la linea di retrospiaggia misura circa 4.000 Km, di cui solo metà restano naturali, mentre oltre il 20% è completamente occupato da opere artificiali, come infrastrutture viarie, abitazioni, lidi, siti produttivi. L'incremento in questo caso è stato di oltre 200 Km negli ultimi 20 anni. Il restante 30% si caratterizza come 'urbano sparso', occupato quindi in maniera parziale e discontinua da opere antropiche.