(Adnkronos) - Il dato, clamoroso, si è consolidato nel tempo: negli Stati Uniti ci sono più armi che persone in circolazione. Di fronte a un fatto come la sparatoria alla Robb Elementary School di Uvalde, in Texas, che ha causato la morte di almeno 19 bambini e due adulti, è da qui che deve partire qualsiasi analisi. Perché è evidente che ogni manifestazione di squilibrio, espressione di un disagio, di un problema personale o sociale, con un’arma a portata di mano diventa potenzialmente l’occasione per una strage. Già nel 2015, un’analisi del Washington Post basata sui dati riportati dal Congressional Research Service (1998-2009), dal manufacturing and import/export data (2010-2013) e dall’U.S. Census, risultava chiaro come il numero delle armi civili (357 milioni) superasse di netto il numero totale della popolazione americana (317 milioni). In altre parole, già dal 2013 negli Stati Uniti erano presenti più armi da fuoco che persone. L’aggiornamento dei dati mostra un trend di vendite in aumento, che ha visto un vero e proprio boom negli anni 2020/2021, segnati dalla pandemia e dalle tensioni sociali legate alla corsa alla Casa Bianca, che ha visto l’attuale presidente Joe Biden prevalere su Donald Trump, culminate nell’assalto a Capitol Hill. Oltre al Texas, da sempre lo Stato con una maggiore presenza di armi, nell’ultimo periodo le vendite si sono concentrate nella costa sudorientale (Florida, Georgia, North e South Carolina), in Minnesota e in Maryland. Da gennaio a marzo 2022, secondo il report dell’osservatorio Nasgw citato da armimagazine.it, il mercato delle armi in America ha sostanzialmente fatturato quanto la media del primo trimestre degli ultimi tre anni; di fatto ci si sta assestando su livelli leggermente maggiori rispetto al biennio segnato da covid-19. Il fatturato del primo trimestre 2022 è sostanzialmente pari alla media triennale (-1,05%) pesantemente condizionata però dall’ultimo biennio: con 780,15 milioni di dollari si cresce rispetto ai numeri del 2019. È del resto evidente la flessione (-20,47%) rispetto al primo trimestre del 2021 che si chiuse con 980,96 milioni incassati. Il mercato quindi ha assorbito il salto di qualità degli ultimi due anni. C’è un altro dato particolarmente significativo. Continua a crescere con decisione il mercato delle munizioni, che nel primo trimestre 2022 vale 114,92 milioni di dollari, +23,03% sull’anno scorso (93,41 milioni) e addirittura +53,76% sulla media triennale (74,74 milioni). Vuol dire che negli Stati Uniti le armi non solo si acquistano ma si usano anche. E sempre con maggiore frequenza. Le parole utilizzate a caldo dal presidente Joe Biden riaprono un dibattito che ciclicamente torna a interrogare i partiti, l’opinione pubblica e le coscienze negli Stati Uniti. Il presidente definisce "un altro massacro" la strage nella scuola elementare texana e chiede leggi più severe sulle armi perché è "tempo di agire". Biden si chiede: "Quante decine di bambini, che hanno assistito a quello che è accaduto, vedono i loro amici morire come se fossero su un campo di battaglia? Come Paese dobbiamo chiederci: quando, in nome di Dio, ci opporremo alla lobby delle armi?". La domanda riporta indietro nel tempo, a una cultura e a una tradizione che nessuno è riuscito veramente a scalfire. E si deve partire dalla Costituzione federale del 1789, in particolare dal secondo emendamento. “The Second Amendment gives citizens the right to bear arms” (Bill of Rights,1789). Quella impostazione si fonda sulla convinzione che le armi non siano solo armi di difesa ma anche uno strumento di garanzia per i cittadini, messi nelle condizioni di ribellarsi, evidentemente con il ricorso alle armi, nel caso in cui il governo non li avesse rispettati. Ci sono, nel secondo emendamento, tutte le stratificazioni delle scorie del colonialismo europeo e dello spirito della lotta per l’indipendenza americana. Ma non si parla solo di storia. Il secondo emendamento della Costituzione americana è ancora oggi il fattore che legittima l’industria delle armi, le lobby che esprime e anche la convinzione di buona parte dell’elettorato e, di conseguenze, la connivenza della politica. Chiunque abbia frequentato gli Stati Uniti sa bene quanto sia facile entrare in un negozio, o anche in un supermercato, e uscirne con armi e munizioni. È molto più complicato avere accesso a un locale per chi ha meno di 21 anni e molto più semplice perdere la patente di guida per una semplice infrazione stradale. Le leggi sono diverse da Stato a Stato, ma c’è una procedura federale da rispettare. Sostanzialmente, per comprare un’arma da fuoco in un negozio basta compilare un modulo, con i propri dati anagrafici e un’autocertificazione sui precedenti penali, l’uso di farmaci e la propria condizione di salute mentale. Segue un controllo preventivo con i database delle Autorità e arriva il via libera alla vendita. La stessa procedura salta però nella compravendita fra privati e anche nelle fiere che si tengono regolarmente in molti Stati. C’è, insomma, un vuoto normativo che si somma a un’impostazione culturale, a una speculazione che ha profonde radici storiche, politiche, sociali ed economiche. Il risultato è l’aggiornamento continuo di stragi folli, come quella appena avvenuta alla Robb Elementary School di Uvalde, in Texas. Di Fabio Insenga
(Adnkronos) - Per assicurare un accertamento sanitario dell’invalidità handicap e disabilità nel malato oncologico rapido e corretto e, al contempo, semplificarne le procedure (in soggetti con aspettative di vita spesso ridotte), l’Inps, in collaborazione con Aiom e con il raccordo operativo di Favo, ha introdotto nel 2013 il certificato telematico oncologico introduttivo, la cui compilazione è affidata a medici oncologici appartenenti a strutture convenzionate che hanno in cura il malato oncologico. Il certificato oncologico introduttivo prevede la trascrizione dei seguenti dati essenziali: istologia e stadiazione del tumore, terapie chirurgiche effettuate e loro esito, programma terapeutico e piano di follow-up, rischio di recidiva/progressione della malattia. Emesso direttamente e immediatamente dal medico che formula la diagnosi oncologica, il certificato oncologico introduttivo comporta preziosi vantaggi per i pazienti, tra cui ottenere il certificato già nella struttura dove sono in cura, non doversi recare dal medico di famiglia per richiederlo, incorrendo in ulteriori spese e, infine, ottenere un percorso privilegiato nell’iter sanitario dell’Inps. Il certificato oncologico introduttivo, grazie a una maggiore esaustività e appropriatezza delle informazioni cliniche che sono poi trasmesse, con l’allegazione alla domanda di richiesta della prestazione, direttamente alle commissioni Inps e pertanto senza onere di qualsiasi tipo per il paziente, garantisce, da un lato, un accertamento dell’invalidità e della disabilità rapido e corretto, dall’altro produce una preziosa semplificazione nella vita di persone affette da patologie gravi e, spesso, con aspettative di vita ridotte. Per favorire lo sviluppo del certificato oncologico introduttivo, l’Inps ha promosso dal 2013 numerose iniziative di sensibilizzazione nei vari convegni scientifici, ha progettato e adottato con determinazione presidenziale n. 27 del 21 marzo 2017, l’Inps un ‘protocollo d’intesa sperimentale’ con gli Istituti fisioterapici ospitalieri (Ifo) di Roma per la tutela della disabilità da patologie oncologiche, con il Policlinico Gemelli e più recentemente con Agenas, iniziative tese ad aumentare la platea dei medici certificatori che, a titolo gratuito, partecipano alla compilazione del certificato oncologico introduttivo.
(Adnkronos) - Il 23 maggio è la Giornata mondiale delle tartarughe e l'Enpa lancia l'allarme: "Sono in pericolo". L'Sos a causa del'azione dell'uomo e i cambiamenti climatici che mettono in pericolo questa specie di rettili, sia marini che di terra