(Adnkronos) - Sono 1.873 i nuovi contagi da covid in Emilia Romagna secondo il bollettino di oggi, 16 maggio. Si registrano inoltre altri 14 morti. Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, nella regione si sono registrati 1.461.026 casi di positività. 7.749 i tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore, di cui 4.313 molecolari e 3.436 test antigenici rapidi. Complessivamente, la percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è del 24,2%, un valore non indicativo dell’andamento generale visto il numero di tamponi effettuati, che nei giorni festivi è inferiore rispetto agli altri giorni e soprattutto i tamponi molecolari vengono fatti prioritariamente su casi per i quali spesso è atteso il risultato positivo. Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid. Alle ore 14 sono state somministrate complessivamente 10.465.157 dosi; sul totale sono 3.790.718 le persone over 12 che hanno completato il ciclo vaccinale, il 94,3%. Le dosi aggiuntive fatte sono 2.887.234. I pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive dell’Emilia-Romagna sono 33 (+3 rispetto a ieri, pari al +10%), l’età media è di 66,9 anni. Per quanto riguarda i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid, sono 1.185 (+35 rispetto a ieri, +3%), età media 75,5 anni. Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 1 a Piacenza (invariato rispetto a ieri), 3 a Parma (invariato); 2 a Reggio Emilia (invariato); 4 a Modena (+1); 9 a Bologna (+1); 1 a Imola (invariato); 5 a Ferrara (invariato); 3 a Ravenna (invariato); 1 a Forlì (invariato); 1 a Cesena (invariato); 3 a Rimini (+1). L’età media dei nuovi positivi di oggi è di 43,9 anni.La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 423 nuovi casi (su un totale dall’inizio dell’epidemia di 301.790), seguita da Modena (270 su 227.515) e Reggio Emilia (220 su 165.897); poi Ravenna (184 su 135.072), Parma (181 su 122.764), Ferrara (145 su 101.228) e Rimini (128 su 136.957); quindi Piacenza (91 su 76.424), Cesena (88 su 80.666) e il Circondario imolese (77 su 45.080); infine Forlì, con 66 nuovi casi di positività su un totale da inizio pandemia di 67.633. I casi attivi, cioè i malati effettivi, sono 36.360 (-1.869). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 35.142 (-1.907), il 96,6% del totale dei casi attivi.Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione. Le persone complessivamente guarite sono 3.728 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 1.407.857. Purtroppo, si registrano 14 decessi: 1 in provincia di Piacenza (un uomo di 86 anni); 3 in provincia di Parma (due donne di 70 e 92 anni e un uomo di 81 anni);1 in provincia di Modena (una donna di 98 anni); 4 in provincia di Bologna (una donna di 91 anni e tre uomini, rispettivamente di 87, 91, e 92 anni); 3 in provincia di Ferrara (tre donne di 86, 90 e 101 anni);2 in provincia di Ravenna (una donna di 85 anni e un uomo di 72 anni) Non si registrano decessi nelle province di Reggio Emilia, Forlì-Cesena, Rimini e nel Circondario Imolese. In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 16.809. Rispetto a quanto comunicato nei giorni scorsi, sono stati eliminati 2 casi, positivi a test antigenico ma non confermati da tampone molecolare.
(Adnkronos) - Guardando nello specifico alle discriminazioni che investono l’universo femminile, il 30,1% dei giovani chiama in causa maltrattamenti e violenza fisica. Per contro, la maggioranza ritiene invece che la condizione della donna nella società attuale risenta fortemente di stereotipi relativi all’inferiorità fisica o intellettiva (20,9%), delle differenze nei ruoli familiari o professionali (18%), di insulti di natura sessuale (16,5%) e delle disparità di trattamento economico (12,7%). Emerge dal 10° Rapporto di ricerca dell’Osservatorio permanente sui giovani della Link Campus University, con la direzione scientifica del professore Nicola Ferrigni e della professoressa Marica Spalletta. “I giovani - commenta Spalletta - hanno consapevolezza che la gender equality si costruisce nella quotidianità, pur senza dimenticare i gravi episodi di violenza di cui le donne continuano a essere vittime”. "La difficoltà a riconoscersi all’interno di una società destrutturata, che si trova ancora a fare i conti con stereotipi e pregiudizi pesa sul giudizio degli intervistati", spiega Ferrigni. I giovani reagiscono infatti con disappunto alla bocciatura del Ddl Zan, per il 33,5% ritenuta una mancata conquista di civiltà e per il 25,3% una vittoria dell’omofobia. E per lo stesso motivo il 21,2% si dichiara orgoglioso anche della sola idea di una donna alla Presidenza della Repubblica. Alla sfiducia nei confronti della classe politica si accompagna, in ogni caso, un più generale sentimento di ‘distacco’ nei confronti del Paese: a fronte di un 74,9% di intervistati che si dichiarano orgogliosi di essere italiani, solo il 35,9% ammette di essere orgoglioso dell’Italia.
(Adnkronos) - Spopola sui social in queste ore l’hashtag “#100wears”, ovvero “indossare 100 volte”. È un vero e proprio atto di accusa al nostro modo di acquistare capi di abbigliamento che poi indosseremo poco e niente, e ci invita invece a fare shopping in modo più consapevole, a vantaggio delle nostre tasche e della sostenibilità ambientale. Il ragionamento logico di “#100wears” è ineccepibile: se ciò che si acquista sarà utilizzato almeno 100 volte, allora la spesa sarà ponderata. Già nel 2020 il rapporto "Global Fashion: Green is the new black" ha evidenziato quanto l'industria della moda sia poco sostenibile: solo in Europa produciamo 5,8 miliardi di tonnellate di prodotti tessili (11 kg a persona), per produrre una maglietta servono 2.700 litri d'acqua, per un paio di pantaloni possono fino a 7mila, e il tasso di riciclo è fermo all'1 %.