(Adnkronos) - "Non è che le mascherine a scuola si debbano mantenere per diminuire la trasmissione" di Covid, "perché poi se un ragazzo le tiene mezza giornata in aula e poi va con gli amici al bar, al ristorante, in discoteca, l'effetto protettivo è nullo. Però c'è un effetto protettivo nei confronti dei più fragili". A sottolinearlo all'Adnkronos Salute è Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova. "E' per questo unico motivo, per tutelare i più fragili, che le mascherine a scuola andrebbero mantenute fino alla fine dell'anno scolastico. E il caldo non crea nessun problema", ha spiegato l'esperto intervenendo nel dibattito in corso in questi giorni fra chi ritiene sia giunto il momento di abbandonare la protezione fra i banchi di scuola e chi ritiene importante continuare con questa misura nonostante l'obbligo non sia ormai più previsto in molti luoghi chiusi. Per l'estate "mi aspetto che si continui su questo livello di trasmissione di Sars-CoV-2 più o meno elevato. Purtroppo stiamo procedendo anche con un numero di morti ancora alto", spiega ancora Crisanti. Intanto nel mondo cresce il livello di attenzione per Omicron 4 e 5. Al riguardo l'Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, stima possano diventare in breve dominanti in Ue e le classifica come varianti di preoccupazione da monitorare strettamente. Oltreoceano, invece le autorità sanitarie a New York tornano a raccomandare fortemente l'uso delle mascherine al chiuso. Ma Crisanti non si sbilancia: "E' ancora troppo presto per fare qualsiasi considerazione sull'impatto di queste due sottovarianti", conclude.
(Adnkronos) - Un incontro atteso per circa due anni: Cristina Rosi, seppur per poche ore, ha potuto riabbracciare la sua bambina Caterina. La donna di Monte San Savino (Arezzo), colpita da un arresto cardiaco al settimo mese di gravidanza, dopo il parto d'urgenza ha riportato lesioni neurologiche molto gravi. Il marito, Gabriele Succi, grazie ad una raccolta fondi, è riuscito a portare la moglie in una struttura austriaca, centro d’eccellenza per la riabilitazione neurologica; poi la notizia del suo risveglio dal coma dopo 11 mesi, quella parola 'mamma' pronunciata più volte, ha riacceso le speranze per Cristina e la sua famiglia. La campagna ha raccolto 190 mila euro, così Gabriele ha potuto continuare a garantire le cure costose a sua moglie. Una storia, quella di Cristina, che ha fatto il giro del mondo e che ha generato un incontenibile commozione e solidarietà. La donna, nel frattempo, è stata trasferita all'Istituto Agazzi per continuare la riabilitazione e per l’occasione è potuta tornare a casa, seppur solo per qualche ora. Come riportano i media, domenica 15 maggio la donna è uscita dall’istituto di riabilitazione di Arezzo ed è potuta tornare a casa, ad Alberoro, frazione del comune di Monte San Savino (Arezzo), e abbracciare per la prima volta la figlia, che oggi ha quasi due anni e che necessita di cure costanti. “Oggi - racconta Gabriele ad Arezzo Notizie - è stata una bella giornata, al termine di alcune ore di grande emozione, tutto è andato bene. Cristina era tranquilla, l’ho vista molto presente e sorridente. Il dramma che stiamo vivendo non è riuscito a scalfire il suo sorriso. Da oggi, ogni settimana tornerà a casa qualche ora, poi se tutto andrà bene sarà aumentata la frequenza delle visite. Vederla così è un miracolo, purtroppo però ha problematiche importanti e ha bisogno di attenzioni e cure”. Ora la famiglia dovrà affrontare una nuova sfida, preparare una casa adeguata ad accogliere Cristina e gestire mamma e figlia. “Senza l'aiuto di tutti coloro che hanno contribuito alle cure di Cristina, forse tutto questo non sarebbe stato neanche immaginabile", scrive Gabriele sulla piattaforma GoFundMe, dove da alcune ore ha avviato una nuova campagna. "Adesso serve un ulteriore sforzo per fare in modo che Caterina e sua mamma possano finalmente condividere lo stesso tetto, sorridersi e stringersi forte come in questi due anni non è stato possibile”, aggiunge.
(Adnkronos) - Un innovativo piano per preservare l'ambiente ecologico costiero, attraverso il ripristino di 100 mq di prateria di Posidonia Oceanica a Golfo Aranci. Si è conclusa nei giorni scorsi la seconda fase del progetto di riforestazione marina 'Posidonia', realizzato da zeroCO2, startup italo-guatemalteca che sviluppa attività di riforestazione ad alto impatto sociale, e Worldrise, Onlus attiva per la conservazione e la valorizzazione dell’ambiente marino. Grazie al supporto dei partner e al patrocinio del Comune di Golfo Aranci e della Regione Sardegna, è stato possibile ripristinare 100 mq di prateria marina, mettendo a dimora 2500 piante di Posidonia con l’uso di materiali sostenibili e biodegradabili. Le operazioni di reimpianto delle talee di Posidonia oceanica, recuperate da quelle espiantate dalle mareggiate, sono state condotte nel corso di una settimana da operatori scientifici subacquei, sotto la direzione di Stefano Acunto dell’Issd (International School for Scientific Diving), partner tecnico-scientifico del progetto. Per Andrea Pesce, fondatore di zeroCO2, "questa prima attività di rigenerazione marina nelle splendide acque della Sardegna è per noi motivo di grande orgoglio. Spesso quando pensiamo ai problemi ecologici legati al mare ci viene in mente l’inquinamento da plastiche e microplastiche. Purtroppo però l’impronta umana non si ferma qui, l’acidificazione delle acque, la scomparsa della biodiversità e l’innalzamento dei mari ne sono la prova. Con il progetto Posidonia abbiamo voluto comunicare un messaggio che spero venga ascoltato da giovani, aziende ed enti che vogliono mettersi in gioco e attivarsi per un futuro migliore”. Mariasole Bianco, esperta di conservazione marina e presidente di Worldrise, spiega: “È tempo di guardare oltre e agire non solo per lo sviluppo sostenibile ma per il ripristino degli ecosistemi. Con il progetto Posidonia vogliamo dimostrare che è possibile, se agiamo insieme, creare valore sul territorio, sensibilizzare e fornire una risposta concreta alla crisi climatica e alla perdita di biodiversità”. Per il sindaco di Golfo Aranci, Mario Mulas, “consapevoli come siamo che ci sarà sviluppo turistico duraturo solo se riusciremo a conservare il nostro ambiente e, in particolare, il nostro mare, abbiamo sposato subito le proposte di Worldrise e zeroCO2, che hanno condotto una campagna di riforestazione della Posidonia del nostro mare". Il progetto, che continuerà nei tre anni successivi con un attento piano di monitoraggio, rappresenta l’inizio di un’attività di rigenerazione del Mediterraneo per contrastare la scomparsa della Posidonia, tutelare la biodiversità e ripristinare il polmone blu del nostro mare.