(Adnkronos) - Un mese all’Estate: il 21 giugno alle 11:13 arriverà il Solstizio ed entreremo nella nuova stagione calda e soleggiata. Quest’anno sarà difficile assaporare la differenza tra la Primavera e la nuova stagione, in quanto stiamo già vivendo giornate che ricordano il Ferragosto. Con l’Anticiclone Hannibal si rischia però di scrivere una pagina rovente della storia meteo italiana: in Pianura Padana potrebbero essere battuti alcuni record che resistono da 10-20 anni, come i 36 gradi di Verona nel 2009 o i 35 toccati nel maggio dello stesso anno a Milano, Pavia, Parma, Ferrara, Brescia e Bergamo. Questi valori massimi assoluti per il mese di maggio sono stati registrati negli aeroporti, con una serie di dati lunga fino a 50 anni. In alcuni casi i record resistono anche da 20 anni a testimonianza dell’eccezionalità di questa ondata di calore. La maggiore probabilità di avere nuovi record riguarda il Piemonte e localmente l’Emilia, il picco dovrebbe essere raggiunto tra oggi e domani. Ma come mai tutto questo caldo? Mattia Gussoni, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, ci spiega che la particolare configurazione sinottica, con l’anticiclone Hannibal in risalita dalla Tunisia verso la Spagna poi la Francia ed adesso l’Italia, è associata a delle ondulazioni meridiane piuttosto accentuate in questo periodo: in altre parole, mentre sull’Italia è presente un’onda anticiclonica, ad est avviene l’opposto con una discesa di aria polare che sta mantenendo valori decisamente sotto la media in Turchia, Ucraina e localmente in Grecia. Un’altra ondulazione ‘fredda’ si sta preparando dall’Atlantico a scendere verso il Portogallo e potrebbe attivare la prossima settimana un drastico cambiamento anche sull’Italia: introduciamo la ‘Goccia Fredda’, da martedì 24 maggio sull’Italia potrebbe arrivare un nucleo di aria polare in discesa dal Nord-Ovest europeo con temporali anche forti e un calo delle temperature. Inizialmente la ‘Goccia Fredda o Cut-Off’, si tratta infatti di un’area depressionaria che potrebbe isolarsi sul Mediterraneo, colpirà il Nord per poi portarsi verso il Centro-Sud da Mercoledì 25 maggio. Un ribaltone che sarebbe probabilmente associato a violenti temporali, grandinate e colpi di vento; ovviamente mancando ancora 4-5 giorni al previsto ingresso in scena della ‘Goccia Fredda’ aspettiamo conferme, ma non possiamo escludere che da un weekend di caldo record si passi ad un periodo ‘tempestoso’: da Hannibal alla ‘Goccia Fredda’, una ‘doccia fredda’ per gli amanti del sole e del clima Estivo in anticipo. NEL DETTAGLIO: Sabato 21. Al Nord: sole estivo con picco del caldo, valori eccezionali per il periodo; isolati temporali di calore sulle Alpi. Al Centro: sole e caldo estivo. Al Sud: sole e caldo. Domenica 22. Al Nord: sole estivo con valori eccezionali per il periodo; rari temporali di calore sulle Alpi e parziale aumento delle nubi al Nord-Est. Al Centro: sole e caldo estivo. Al Sud: sole e caldo estivo. Lunedì 23. Al Nord: sole estivo con tanta afa ma con l’arrivo dei primi temporali diffusi sulle Alpi. Al Centro: sole e caldo estivo. Al Sud: sole e caldo estivo. Tendenza. Da Martedì 24 Maggio possibile ingresso di una perturbazione atlantica al Nord con temporali sparsi, in seguito isolamento di una depressione chiusa in quota (Goccia Fredda o Cut-Off) con tempo molto instabile da Nord a Sud almeno fino a Venerdì 27 Maggio.
(Adnkronos) - Cristiano Fini è il nuovo presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani. Imprenditore modenese, di Castelfranco Emilia, 50 anni, è stato nominato oggi dall’VIII Assemblea elettiva, riunita a Roma presso il Teatro Eliseo, e composta da 399 delegati, in rappresentanza dei quasi 900 mila iscritti in tutt’Italia. Fini succede a Dino Scanavino che, appena proclamato, ha voluto ringraziare per il lavoro svolto in questi ultimi 8 anni. Fini, agrotecnico, è il titolare di un’azienda agricola e vitivinicola con 13 ettari investiti a vigneto biologico, già presidente di Cia Emilia-Romagna dal 2018 e, precedentemente, di Cia Modena. Fa parte del Consiglio di amministrazione di Cantine Riunite Civ ed è stato membro della Giunta Camerale di Modena. Ora sarà alla guida della Confederazione per i prossimi quattro anni. "Stiamo attraversando una fase davvero complicata: la pandemia, la guerra, i rincari eccezionali delle materie prime, il rischio di una crisi energetica e alimentare, i cambiamenti climatici. Eppure il nostro settore, con tutte le difficoltà resta uno dei cardini dell’economia nazionale. Il valore aggiunto dell’agricoltura italiana, pari a 33 miliardi circa, resta il più elevato dell’Ue. Il sistema agroalimentare, nel suo insieme fa il 15% del Pil. Ecco perché possiamo e dobbiamo lottare, rimettendo al centro le nostre priorità, le nostre battaglie”. Lo ha detto il neo eletto presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini. “Servono azioni precise e puntuali su larga scala -ha continuato il presidente di Cia- come una politica energetica nazionale ed europea che cerchi di calmierare i costi e le speculazioni, oltre a misure a sostegno delle filiere produttive, messe in ginocchio dagli incredibili rincari produttivi e dall’instabilità dei mercati. Ma soprattutto c’è bisogno finalmente di una redistribuzione del valore lungo la filiera. Dobbiamo gridare la necessità di un reddito equo per gli agricoltori, facendo squadra su questo obiettivo comune, come su investimenti importanti nella ricerca per dotare il settore primario di strumenti innovativi contro il climate change. E poi: spinta alle nuove tecnologie digitali e apertura chiara alle tecniche di miglioramento genetico in ottica sostenibile; invasi per l’accumulo di acqua utile nei periodi più siccitosi, ma anche assicurazioni e fondo mutualistico nazionale per affrontare le calamità”. “Alla vigilia delle grandi campagne -ha sottolineato Fini- resta urgente anche il problema della manodopera nei campi, dal punto di vista sia dei costi che della reperibilità. Così non siamo più competitivi. Occorre più flessibilità, come sperimentato con i voucher. E ancora: accesso alla terra e al credito per il ricambio generazionale; valorizzazione delle donne del settore che sono ormai il 30%; pensioni giuste per chi ha passato tutta la vita nei campi e ora prende poco più di 500 euro”. “Queste sono le nostre priorità -ha evidenziato il nuovo presidente di Cia- insieme al rilancio delle aree interne. Zone svantaggiate che hanno un’importanza strategica per tutto il sistema Paese, ma vengono lasciate sempre sole. Per le zone rurali servono politiche e strategie: defiscalizzazione, connessione, sbloccare lo spopolamento e riportare persone e ricchezza. Sono le nostre rivendicazioni, come quella sulla fauna selvatica, con la riforma della legge 157 per tutelare l’agricoltura, mettere al sicuro strade e cittadini, salvare gli allevamenti suinicoli dal rischio Psa. Tutte sfide che dobbiamo portare avanti tenendo sempre insieme proteste e proposte”. “Ci attende una nuova stagione, più inclusiva e innovativa -ha aggiunto Fini- dentro l’organizzazione e nei rapporti con la società civile e con le istituzioni, con tutte le altre rappresentanze agricole, agroalimentari ed economiche del Paese. Dobbiamo essere per e non contro. Non dobbiamo lasciare indietro nessuno. Servizi alle imprese e al cittadino, grandi imprese e piccole aziende, Nord e Sud, agricoltura biologica e convenzionale, tutto questo non è in opposizione. Le diversità si devono tradurre in un valore aggiunto. Le sfide da affrontare sono di una portata enorme e serve responsabilità e nuova coesione per traguardarle”. “C’è bisogno di un patto con tutte le componenti del sistema, a cominciare dai consumatori -ha ribadito il presidente di Cia- e il miglior veicolo per spiegare quello che facciamo sono gli agriturismi, la vendita diretta, l’agricoltura sociale, le fattorie didattiche. Dobbiamo far capire a tutti che l’agricoltura non è quella che inquina, che tratta male gli animali e sfrutta i lavoratori, ma il settore che custodisce il territorio, che difende l’ambiente e le persone, che fa crescere l’economia e la società. Anche in Europa dobbiamo contare di più, avendo in mente che dove andiamo uniti come sistema Paese, portiamo a casa il risultato”.
(Adnkronos) - Nella Giornata Mondiale delle Api l'allarme del WWF: il 40% delle specie selvatiche di api e degli altri impollinatori - come vespe, coleotteri e farfalle - è a rischio di estinzione. Una perdita irrimediabile, visto da loro dipende che circa il 90% di tutte le piante selvatiche con fiore e l’80% delle piante produttrici di cibo e prodotti per il consumo umano, pari al 35% della produzione agricola mondiale, con un valore economico stimato ogni anno di oltre 153 miliardi di euro a livello globale e 22 miliardi di euro in Europa. Per dare una risposta concreta il WWF ha varato il progetto “Diamo una casa alle api”: realizzare e gestire in 20 Oasi WWF su tutto il territorio nazionale - aperte in via straordinaria questo e il prossimo weekend - aree per facilitare la vita a questi importantissimi insetti. Ma non basta, occorre mettere al bando i pesticidi più nocivi, lasciando più spazio alla biodiversità anche negli ambienti agricoli.