(Adnkronos) - "Oggi consegnamo tre proposte di legge di iniziativa popolare, agli esponenti politici e ai ministri: una per istituire il ministero per il Made in italy, un'altra per un testo unico in materia di detrazioni fiscali connesse ad interventi edilizi, in primis il Superbonus, ed un'altra per norme in materia di disciplina dei rapporti di lavoro a tempo determinato o occasionali, rilanciando anche i voucher per le piccole imprese". E' l'annuncio che giunge dal presidente di Aepi Mino Dinoi in occasione dell’evento 'Pnrr: priorità e futuro dell’Italia' organizzato a Roma, in collaborazione con l'Adnkronos al Palazzo dell'Informazione, al quale intervengono il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani, il deputato Pd Francesco Boccia e il leader di Azione Carlo Calenda. "L'istituzione del ministero del made in Italy non è un ministero in più ma è mettere insieme le deleghe - spiega Dinoi - crediamo che per promuovere il marchio e fare una lotta vera alla contraffazione ed esportare nel miglior modo possibile i nostri prodotti c'è bisogno di un interlocutore unico in sede di legge di bilancio, il Paese ha bisogno di un'azione unica". Inoltre, "abbiamo proposto una legge che punti a rivisitare il contratto di lavoro a tempo determinato per le piccole imprese e per la lotta all'evasione" sostiene e in merito alla terza proposta di legge viene presentata perché "l'esperienza del Superbonus 110% era un'operazione utile e lo è stata fino a che dopo due anni sono cambiate le regole del gioco 52 volte e questo è impossibile in un Paese che ha voglia di rilanciarsi" afferma Dinoi nel sottolineare che "bisogna dare certezze. Regolamentiamo, controlliamo ma non blocchiamo lo sviluppo economico". Il testo unico in materia di detrazioni fiscali connesse ad interventi edilizi andrebbe a definire le diverse tipologie di intervento ammesse alla detrazione, i soggetti beneficiari, i requisiti di accesso, i limiti di spesa, le modalità di pagamento e di fruizione del credito o di opzione per lo sconto in fattura e, inoltre, la determinazione triennale- in sede di legge di bilancio- della percentuale di spesa detraibile, in relazione all’intervento. In tema di rapporti di lavoro a tempo determinato o occasionali e la modalità di determinazione del reddito da lavoro dipendente, alla luce della carenza di personale nei settori turismo e servizi, si chiede di ampliare da 12 a 24 mesi la durata massima del contratto, prevedendo la possibilità di successivi rinnovi. Le modifiche porterebbero dal 20 al 30%, rispetto ai lavoratori stabili impiegati, il numero massimo di contratti a tempo determinato attivabili da un’azienda, escludendo dal computo chi ha oltre 40 anni (anziché 50 come previsto attualmente). Inoltre si chiede di introdurre due tipi di voucher (con aumento della retribuzione oraria netta a le quota di contributi Inps) per le aziende sino a 5 dipendenti, con procedure più snelle e la possibilità di far emergere il lavoro sommerso. "Da questo momento parte la nostra campagna di comunicazione e di presenza nei territori per la raccolta firme. - annuncia Dinoi -La nostra Confederazione, a tutti i livelli, provinciale, regionale e nazionale, è pronta a muoversi, con l’auspicio di ottenere consensi anche dai tanti esponenti politici presenti oggi al tavolo". Sulla richiesta di istituire un ministero del Made in Italy, con portafoglio, continua il pressing di Aepi: sono anni che la Confederazione porta avanti questa battaglia, consapevole che possa essere una svolta per export e internazionalizzazione. A questo proposito, a margine del convegno, Dinoi ha sottolineato che il leader di M5S Giuseppe Conte "oggi ha aperto all'istituzione di un ministero per il made in Italy" mentre due anni fa, "durante la prima festa di Aepi, il sottosegretario Manlio Di Stefano attaccò pubblicamente la nostra proposta di iniziativa parlamentare che avevamo presentato e che venne firmata da tutti i deputati tranne che da M5Stelle". Conte è intervenuto sul tema di un ministero del made in Italy dicendo che "abbiamo fatto tantissimo lavoro per difenderlo", e che "se c'è qualche suggerimento per rafforzarlo lo sottoscrivo in bianco". "Il sottosegretario Di Stefano - ha spiegato Dinoi - disse che era inutile, che non serviva perché bastava il ministero degli Esteri. E' agli atti".
(Adnkronos) - "Il settore della vendita diretta si è sempre dimostrato vivace, superando con vitalità sia le ricorrenti crisi economiche sia la fase più dura del Covid. Le imprese che Univendita rappresenta, in pratica le maggiori del comparto, hanno aumentato i ricavi del 7% nel 2021 sul 2020, raggiungendo gli oltre 1,4 miliardi di fatturato. Ma il mercato totale della vendita diretta vale circa 3,6 miliardi con quasi 300 aziende attive sul territorio e oltre mezzo milione di incaricati alla vendita". Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, il presidente di Univendita, Ciro Sinatra, sul boom del settore della vendita diretta, il vecchio 'porta a porta'. Un comparto che ha superato con scioltezza anche la crisi legata alla pandemia. "E' chiaro che il primo lockdown ha ridotto di molto i volumi. Ma il settore si è subito dimostrato molto reattivo -continua Sinatra- e c’è una quota ampia di clienti che ha mostrato di continuare a gradire il rapporto diretto con il venditore, questa forma di 'slow shopping' per cui si impara a conoscere il marchio e il prodotto attraverso la loro storia, si intavolano relazioni personali, si può soprattutto provare il prodotto prima di acquistarlo". Ma oltre ai rapporti personale anche le nuove tecnologie stanno contribuendo alla crescita del comparto. "La digitalizzazione, invece, tra call, webinar, slide e presentazioni digitali, si sta dimostrando un supporto che accresce la qualificazione e la professionalità dell’incaricato. E’ importante sottolineare che l’online non ha snaturato l’essenza tradizionale della vendita diretta, ma anzi ha potenziato le possibilità di contatto diretto tra venditori e acquirenti", rimarca Sinatra. E il settore guarda con fiducia al futuro. "L’associazione e le aziende associate investono da sempre sulla formazione generale del venditore sul piano etico-deontologico e tecnologico; stiamo lanciando nuove iniziative affiancandoci, come associazione, al training più spiccatamente commerciale che le singole aziende fanno per mostrare ai venditori che un corretto approccio online rafforza i rapporti con i consumatori e potenzia le possibilità di contatto diretto con i clienti", spiega ancora Sinatra. Secondo Sinatra "oltre il 90% degli incaricati di vendita è costituito da donne che apprezzano la flessibilità organizzativa e gestionale di questo tipo di impiego e sanno valorizzare le loro capacità, che definirei di creatività relazionale, nel rapporto con il cliente. Oggi si parla tanto di smart working: la vendita diretta è una sorta di 'smart working a casa degli altri' per questa sua caratteristica di autonomia orientata al risultato. Gli under 35 sono oltre un terzo del totale che diventano oltre il 70% se si considerano gli under 55". "Secondo una nostra indagine, il 90% di loro -insiste Sinatra- si dice soddisfatto, tanto che sei incaricati su 10 rimangono nel comparto almeno sei anni. Tra questi c’è anche chi fa carriera e diventa manager o addirittura amministratore delegato delle aziende in cui ha fatto la gavetta. Diciamo che è una professione che consente di bilanciare aspirazioni di carriera ed esigenze familiari ed in generale extralavorative", spiega ancora. Il mercato della vendita diretta vale nel complesso circa 3,6 miliardi di euro all’anno e dà lavoro a 544mila addetti. Solo per quanto riguarda le 16 aziende associate ad Univendita, si parla di 1,4 miliardi di fatturato annuo, 13 milioni di clienti e circa 144mila addetti alla vendita, in lieve crescita sull’anno precedente. "Chiaramente, molta parte del mercato della vendita diretta riguarda i beni durevoli per la casa, ma vanno bene anche gli alimentari e soprattutto la cosmesi e i prodotti per la cura del corpo, che fanno segnare un +15,1% nel 2021 sul 2020. Crescono però pure altre tipologie di beni e servizi, a cominciare dai pacchetti viaggi e vacanze. "Le prospettive del settore sono positive e prevediamo che il trend di ripresa si confermi e si rafforzi ulteriormente", sottolinea fiducioso il numero uno di Univendita. Ma il comparto chiede però attenzione e non indifferenza dalle istituzioni. "La vendita diretta ha però bisogno -spiega Sinatra- di una regolamentazione che non sia sfavorevole e penalizzante, ecco perché stiamo chiedendo incentivi sulla formazione – incentivi oggi riservati quasi esclusivamente al personale dipendente - e soprattutto di evitare discriminazioni come quella che rischia di venire introdotta dal ddl di delegazione europea 2021, in discussione al Senato, che interpreta in maniera singolare la direttiva Ue di riferimento ed estende il periodo di diritto di recesso da 14 a 30 giorni soltanto per la vendita diretta e non per le altre forme di commercio, nemmeno quello online", sottolinea Sinatra. "Non credo che abusi e truffe siano più frequenti nel nostro settore che in altri; anzi, il porta a porta è caratterizzato da un rapporto diretto con il venditore che tutela maggiormente il cliente. Dunque, chiediamo al Mise e al governo tutto di rivedere una norma chiaramente inutile e sproporzionata", conclude Sinatra.
(Adnkronos) - Esce il 26 maggio per Castelvecchi 'L’insostenibile pesantezza dello spreco alimentare. Dallo spreco zero alla dieta mediterranea' (Collana Arca), il nuovo saggio dell’agroeconomista Andrea Segrè, fondatore del movimento spreco zero. Un impegno quello di Segrè portato avanti nell’ultimo ventennio attraverso Last Minute Market, spin off dell’Università di Bologna e riferimento europeo per la prevenzione e il recupero a fini caritativi degli sprechi di cibo, con la campagna pubblica di sensibilizzazione Spreco Zero e attraverso le indagini dell’Osservatorio Internazionale Waste Watcher sulla promozione di una dieta sana e sostenibile come la Dieta mediterranea. Attività che ha portato a conquiste come la Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, dal 2014, e come il Premio Vivere a spreco zero che festeggia nel 2022 i suoi primi dieci anni. 'L’insostenibile pesantezza dello spreco alimentare. Dallo spreco zero alla dieta mediterranea' è una summa, con le tabelle del Rapporto Waste Watcher 2022, delle ricerche portate avanti da Andrea Segrè anche in tempo di pandemia e adesso con la ripresa. Il patto degli italiani col cibo è forse una delle conquiste più significative del lockdown della primavera 2020 e dei mesi invernali di distanziamento: si spreca ancora, ma in quantità minori. "Tuttavia, oggi che le disparità alimentari mondiali sono aumentate come conseguenza dell’emergenza pandemica e sono destinate a peggiorare a causa del conflitto fra Russia e Ucraina - spiega Segrè - è quanto mai importante sviluppare la nostra 'coscienza alimentare' e impegnarsi nel concreto affinché l’alimentazione sana e sostenibile diventi un diritto fondamentale per tutti gli abitanti della terra. Lo spreco domestico in Italia vale 7 miliardi di euro nel 2022 (Waste Watcher International/Campagna Spreco Zero). E questa cifra, quasi mezzo punto di Pil, è 'solo' il valore economico dei beni che acquistiamo e poi non consumiamo".