INFORMAZIONIEmil Banca Credito Cooperativo Assicurazioni, Banche e Finanza Ruolo: Responsabile Sostenibilità e Ufficio Marketing Territoriale - HR Expert Area: Altro Irene Checchi |
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(Adnkronos) - L'allarme rosso tra i ministri suona poco dopo le 17, quando vengono convocati d'urgenza in Cdm per "comunicazioni" del premier. Tutti ignorano perché Mario Draghi voglia vederli, e così a stretto giro dai lanci di agenzie che danno notizia del Cdm dell'ultimo minuto la preoccupazione si diffonde tra Camera e Senato, anche perché "tira brutta aria", il messaggio che rimbalza. Insieme alla convinzione che, dopo la strigliata del 17 febbraio scorso ai capidelegazione delle forze di maggioranza, il premier abbia quanto meno pronta una nuova ramanzina, per l'atteggiamento sulle armi di parte della maggioranza -leggi M5S e Lega- nonché per i ritardi sulla legge delega sulla concorrenza, impaludata in commissione Industria al Senato da mesi. Il Cdm si rivela una riunione lampo, appena 8 minuti. Draghi non 'tira le orecchie' ai suoi, ma annuncia che sulla riforma della concorrenza non sono ammessi ritardi, essendo uno dei pilastri del Pnrr. Quindi sì, la mediazione è importante, ma il treno del Next Generation Eu lo è altrettanto se non di più, dunque ritardi non sono ammessi. Si veleggia verso la fiducia sul provvedimento, annuncia dunque il presidente del Consiglio: verrà posta entro fine maggio, sul testo base se non ci sarà alcun accordo, su quello frutto di intesa se il traguardo verrà tagliato non prima di fine mese. “Nel pieno rispetto delle prerogative parlamentari”, puntualizza il presidente del Consiglio. Rimarcando tuttavia come “il mancato rispetto di questa tempistica metterebbe a rischio, insostenibilmente, il raggiungimento di un obiettivo fondamentale del Pnrr, punto principale del programma di governo”. Annuiscono tutti i ministri, d'accordo col premier. Balneari nodo da sciogliere Ora il nodo principale da sciogliere resta quello sui balneari, con le concessioni che dovranno andare in gara a partire dal gennaio 2024 e la questione, affatto secondaria, dell'aumento degli indennizzi per chi si vedrà costretto a lasciare il proprio lido. C'è poi lo scoglio della nomina dei componenti dell'Authority, ma all'apparenza arginabile o quanto meno di più facile soluzione. Tutti si dicono certi che le parole di Draghi andranno a segno, tant'è che il Cdm ha dato l'assenso, senza distinguo, alla questione di fiducia da porre sulla riforma. Disco verde della Lega e ok pieno di Fi, i due partiti più restii a cambiare le regole del gioco sui balneari. "Come sulla riforma fiscale, la Lega, Forza Italia e il resto del centrodestra di governo hanno evitato che aumentassero le tasse su casa e risparmi, anche sul decreto concorrenza l'obiettivo è tutelare 30.000 piccole aziende italiane e 100.000 lavoratori del mare. Siamo ottimisti - scrivono subito dopo il Cdm i due capigruppo di Lega e Fi, Massimiliano Romeo e Annamaria Bernini - che si possa trovare un accordo positivo su un tema che, peraltro, non rientra negli accordi economici del Pnrr". Ancor più netto il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta. "Piena adesione della delegazione governativa di Forza Italia alla proposta del presidente Draghi di calendarizzare entro maggio in Aula il disegno di legge sulla concorrenza e di apporre la fiducia. Ulteriori indugi - avverte - metterebbero a rischio un obiettivo fondamentale del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il Pnrr è un contratto con l'Europa, e il Governo ha il dovere di farlo rispettare". Con il resto della maggioranza sulla concorrenza non si registrano tensioni, da Pd a Iv, passando da M5S e Leu, l'appoggio alla riforma è pieno. A stretto giro dal termine del Cdm lampo, Giuseppe Conte - da settimane sugli scudi per l'invio di armi a Kiev e ieri protagonista di un duro scontro per la presidenza della commissione Affari esteri del Senato sfilata al M5S - fa arrivare il suo pieno sostegno alla causa. "Il Parlamento deve approvare il ddl concorrenza e il Movimento 5 Stelle, se dovesse esser posta la fiducia, la voterà convintamente - dice all'Adnkronos l'ex premier -. Stiamo parlando di riforme strutturali del sistema Italia, assolutamente necessarie, che ci renderanno più credibili anche in Europa e che permetteranno al Pnrr di andare avanti". Anche il ministro del Lavoro, il dem Andrea Orlando, sulla questione è netto. "Chi mette a rischio il Pnrr per ragioni di propaganda elettorale, anche a fronte di una raggiunta intesa che tiene conto dei punti di vista delle categorie, si assume una enorme responsabilità in un momento come questo - dice uscendo da Palazzo Chigi al termine del Cdm -. Il Pd lavora prima di tutto per realizzare le riforme necessarie ad ottenere e utilizzare le risorse europee. Questa è la ragione per cui è nato questo governo. Per questo, abbiamo ribadito la nostra disponibilità a sostenere le soluzioni che l'esecutivo riterrà più opportune. In questo senso abbiamo dato adesione alla proposta di porre la questione di fiducia sul ddl Concorrenza".
(Adnkronos) - "Con il Pnrr abbiamo già incassati 46 mld, quando abbiamo ottenuto il negoziato sapevamo di dover sbottigliare", oliare, "tante procedure, la sifda ora è questa e deve vedere il Parlamento tutto dalla stessa parte. Invece ho la sensazione ci si divida per gruppi di appartenenza". Lo ha detto il deputato del Pd Francesco Boccia, intervenendo all'evento "Pnrr: priorità e futuro dell'Italia" promosso da Aepi e Adnkronos. "Oggi chi ha contratti sottoscritti per asfaltare una strada, di sei mesi fa, preferisce pagare la penale e non asfaltare la strada, perché i costi delle materie prime sono così aumentati che non conviene né all'impresa né all'amministrazione. Questa è la vita reale... Se non si capisce che i contratti firmati prima dell'esplosione del costo delle materie prime sono non onorabili, è evidente che questo si scaricherà sui tempi di realizzazione dei prossimi interventi pubblici". L'attuazione del Pnrr "è possibile che debba essere spalmata in un anno in più per ragioni che non erano prevedibili", ha proseguito l'ex ministro. Le risorse del Next Generation Eu "sono state una grande conquista. Quando quelle risorse le abbiamo ottenute è caduto il governo Conte. Ma questa è una discussione che poi faranno gli storici, ora dobbiamo pensare a spendere queste risorse col governo Draghi".
(Adnkronos) - E' stato consegnato a Michele Crisci, Presidente di Volvo Car Italia, il premio DealerStat attribuito alla filiale del marchio svedese come brand che meglio sta interpretando il processo di elettrificazione della mobilità. Il riconoscimento - consegnato nel Forum di Automotive Dealer Day - è frutto di uno studio, giunto alla diciannovesima edizione, che mostra fra l'altro il grado di soddisfazione dei titolari di concessionarie italiane nei confronti delle Case. L’indagine, condotta quest’anno nel periodo compreso fra l’8 marzo e il 14 aprile, ha coinvolto 33 marchi e oltre il 60% dei dealer italiani per un totale di 1.378 questionari raccolti in cui sono stati espressi giudizi su tre importanti aspetti legati al processo di elettrificazione: ovvero, la competitività della gamma delle vetture elettriche prevista nei prossimi tre anni (Plug-in e Full Electric); la completezza dell’offerta a supporto della vendita e il supporto ai concessionari con linee guida e formazione. Nelle valutazioni espresse dai dealer italiani, dunque, Volvo è risultato il brand che meglio sta interpretando il processo di elettrificazione della mobilità con un punteggio di 4,04 (in una valutazione da 1 a 5), rispetto a una media nazionale pari a 3,21. “Crediamo fermamente che l’elettrificazione sia il futuro della mobilità - ha sottolineato Crisci - e ci fa piacere vedere come i nostri sforzi per favorire la diffusione della mobilità elettrica nel nostro Paese vengano apprezzati da attori così importanti della filiera automotive come sono i concessionari. Al di là dell’elettrificazione della nostra gamma, siamo impegnati in iniziative senza precedenti per rendere la mobilità elettrica accessibile a tutti" dal progetto Powerstop per l’installazione di stazioni di ricarica veloce in tutto il territorio italiano, iniziativa che stiamo realizzando insieme ai nostri concessionari, al servizio ELEC3City inaugurato a Portanuova, il primo esempio di car-sharing di quartiere in Italia e non solo. "Vogliamo dare risposte concrete alle esigenze di chi vorrebbe passare alla mobilità elettrica sia a lungo raggio sia in contesto urbano, per un reale cambio di passo infrastrutturale del nostro Paese. E con questo intendo tutti gli automobilisti, non solo chi guida una Volvo" ha concluso Crisci.”