INFORMAZIONIETS Nexus - Agenzia per il lavoro Gestione Risorse Umane e Formazione Aziendale Ruolo: Marketing Manager Area: Marketing Management Cristina Della Bella |
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(Adnkronos) - “Sappiamo che il 50% dei giovani sono al corrente della crisi climatica e ambientale e sono quindi dei soggetti sensibili e preoccupati per il loro futuro. Al tempo stesso vediamo che soltanto 3 giovani su 10 si impegnano o vogliono impegnarsi, perché spesso ritengono che questo sia un problema molto più grande di loro. In realtà non è così perché ognuno può fare la sua parte e mettendo insieme tante piccole scelte quotidiane cambiamo il mondo. Purtroppo la nostra è una società vecchia, i giovani devono avere più opportunità e avere la possibilità di poter affrontare le nuove sfide con modi di pensiero diversi da quelli che hanno generato questi problemi”. Lo ha dichiarato Riccardo Valentini, professore Ordinario di Ecologia presso l’Università degli studi della Tuscia e coordinatore del progetto Su - Eatable Life, a margine della presentazione della campagna di sensibilizzazione di Fondazione Barilla per promuovere gesti quotidiani sostenibili per affrontare la crisi climatica. “La crisi climatica e in generale la crisi delle risorse del pianeta, nonostante oggi viviamo momenti difficili anche su altri fronti, rimane sempre lì a memoria di un futuro difficile - ha aggiunto Valentini - I dati ci mostrano che siamo già dentro un cambiamento climatico importante. I 50 gradi in India, come gli incendi in Siberia che in questo momento stanno distruggendo milioni di ettari di foresta, ci fanno tenere desta l'attenzione su un grande problema. Nel 2030 avremo un riscaldamento globale di quasi 2 gradi centigradi, un valore che pensavamo di raggiungere a fine secolo mentre lo raggiungeremo nei prossimi 7-8 anni. Questa è una urgenza che spinge tutti noi a fare azioni per ridurre l'emissione di gas serra". "Non dimentichiamo che, per esempio, oltre all'energia e all'uso dei combustibili fossili, anche ciò che mangiamo ha un impatto importante sul pianeta. Il 37% delle emissioni di gas serra sono dovute proprio alle nostre scelte alimentari, ovvero al fatto che consumiamo troppo, che mangiamo prodotti che consumano troppe risorse e che emettono queste sostanze che producono un riscaldamento globale. Possiamo quindi partire da questo aspetto perché il cibo è un elemento della vita di tutti i giorni, del quotidiano, e forse è una scelta anche più semplice. Spesso basta fare delle azioni diverse che non comportano molti sacrifici, piccole azioni per dare un contributo positivo al pianeta e far bene soprattutto alla nostra salute. Le scelte alimentari positive per l'ambiente, sono anche positive per la nostra salute”, conclude.
(Adnkronos) - In Italia possiamo ormai parlare di un ‘paradosso giovani’ perché calano numericamente, ma non riescono a trovare lavoro: senza un dialogo strutturale fra scuola e imprese e nuove politiche di accompagnamento nelle fasi di transizione, non si riuscirà a garantire un’offerta di lavoro non precario alle nuove generazioni. E’ quanto emerso durante un dibattito sull’ultimo numero dell’Osservatorio Cida-Adapt dedicato al lavoro giovanile, fra Mario Mantovani, presidente di Cida, la confederazione dei dirigenti pubblici e privati e delle alte professionalità, Francesco Seghezzi, presidente della Fondazione Adapt e lo studente universitario Davide Ravaioli, follower del programma Aurora. “L’Osservatorio trimestrale sul mondo del lavoro - ha spiegato Mantovani - nasce dall’esigenza di una lettura non convenzionale dei dati statistici per avere una visione delle dinamiche occupazionali più aderente alla realtà e fornire ai manager uno strumento utile ai loro processi decisionali e organizzativi". "I dati - ha aggiunto - una volta ‘spacchettati’ e analizzati mostrano, ad esempio, la scarsa affidabilità delle ‘medie’ statistiche, poco adatte a leggere una realtà molto differenziata sul territorio. Nell’Osservatorio, altro esempio, ci si è concentrati sulla fascia d’età 25-34 anni, perché in quella precedente, 15-24 anni, l’incidenza di chi studia è troppo alta per poterne ricavare dati realistici su disoccupazione e precariato". “Ma - ha ribadito - il fattore che ha pesato di più per capacità di interpretare andamento e tendenze del mondo del lavoro è quello demografico. In 10 anni, dal 2010 al 2020, la coorte dei 25-34enni è diminuita di circa un milione di unità. Una tendenza che non sembra arrestarsi e che, comunque, può essere invertita solo in un lungo arco di tempo. Normalmente, meno giovani domandano lavoro, più dovrebbe essere facile trovarlo. E’ qui che troviamo il ‘paradosso’ del lavoro giovanile, visto che il nostro tasso di occupazione in quella fascia d’età è troppo basso nel confronto con i partner europei: insomma i giovani diminuiscono, ma l’attuale mercato del lavoro non riesce ad assorbirli. Lavoro giovanile scarso e anche caratterizzato da un’alta incidenza di contratti a termine che tende a renderlo sostanzialmente precario e poco pagato". “Come Cida - ha spiegato - esortiamo il decisore politico a intervenire su queste basi, su questi dati rappresentativi di una realtà che spesso sfugge ad un’analisi superficiale. I numeri indicano le strade da seguire: riallacciando il dialogo fra scuola e lavoro, gestendo le fasi di transizione, investendo sulla formazione continua che deve accompagnare tutto l’arco della vita lavorativa". "Come manager - ha chiarito - siamo consapevoli di quanto sia importante la qualità del lavoro che va perseguita investendo sulle risorse umane e che va adeguatamente retribuita. Anche quello delle retribuzioni, infatti, è un tema che va messo al centro di quel ‘patto sociale’ proposto dal Governo: l’Italia non può essere un Paese ‘low cost’ con lavoro poco qualificato, sostanzialmente privo di formazione, distante dal mondo dell’università e della ricerca e poco retribuito. Così ci avvitiamo verso il basso, perdendo potere d’acquisto e impoverendo il Paese".
(Adnkronos) - "Lo sviluppo sostenibile è un lavoro comune delle istituzioni, delle aziende, della società civile, degli istituti di ricerca: tutti insieme lavoriamo per lo sviluppo sostenibile. Il ruolo delle istituzioni come l'Ambasciata del Belgio qui a Roma è precisamente quello di offrire una piattaforma per questa cooperazione, per questo dialogo importantissimo". Così Pierre-Emmanuel De Bauw, ambasciatore del Belgio in Italia, a margine dell'evento promosso da Ucb Pharma presso l'Ambasciata del Regno del Belgio, dedicato ai temi della sostenibilità nel settore Life Science.