(Adnkronos) - Il sospetto c'era da tempo: ma oggi fonti di Mosca, citate su un profilo twitter solitamente ben informato, confermano che Vladimir Putin avrebbe rinunciato a una mobilitazione generale - che richiederebbe una dichiarazione di guerra - optando per una coscrizione 'silenziosa' e 'chirurgica', riportando nelle forze armate russe cittadini con una precedente esperienza militare. Al posto dei più giovani, scrive l'esperto Igor Sushko, vengono invece richiamati in servizio proprio quei russi "che normalmente non verrebbero chiamati per primi - persone tra i 30 ei 40 anni", soprattutto ex ufficiali delle Forze Spaziali russe, inclusi specialisti di missili balistici intercontinentali nucleari. Infatti questi reparti hanno esperienza in materia di allarmi missilistici, difesa ABM e gestione del sistema satellitare Glonass. Secondo Sushko "è molto probabile che i veterani russi che soddisfano determinati criteri vengano richiamati in servizio attivo".
(Adnkronos) - I giovani si confermano una generazione sensibile alla sostenibilità ma anche molto pragmatica nelle proprie scelte. Oltre il 90% riconosce l’importanza dell’inserimento in Costituzione della tutela di animali e ambiente, che il 56,2% considera finanche prioritaria. Per il 33,4% degli intervistati la salvaguardia dell’ambiente passa principalmente attraverso la scelta di privilegiare fonti rinnovabili. Emerge dal 10° Rapporto di ricerca dell’Osservatorio permanente sui giovani della Link Campus University, con la direzione scientifica del professore Nicola Ferrigni e della professoressa Marica Spalletta. Interrogati in merito al nucleare, il 24,2% dei giovani ritiene che si tratti di un tema su cui non c’è adeguata informazione. E se il complessivo 19,1% ne riconosce i vantaggi, quali la minore dipendenza dal petrolio (12,7%) e la produzione di energia pulita (6,6%), la restante parte degli intervistati ne evidenzia, per contro, gli aspetti negativi: il 23,8% pone infatti l’accento sui potenziali ‘effetti collaterali’ (attentati terroristici, rischi ambientali, ecc.), il 22,6% lo ritiene un pericolo per la salute.
(Adnkronos) - Esiste un legame tra inquinamento e uragani. Lo afferma uno studio della National Oceanic and Atmospheric Administration statunitense, che spiega come la diminuzione di polveri sottili e ossidi di zolfo in sospensione sopra l’Atlantico - dovuta al miglioramento della qualità dell’aria in Europa e Usa - lasci passare più radiazione solare, che a sua volta causa un aumento della temperatura delle acque, fattore direttamente legato alla formazione degli uragani. Infatti negli ultimi anni, la stagione degli uragani atlantici ha infranto per numeri e intensità dei fenomeni tutti i record precedenti ed è aumentata dell’8% la probabilità che le tempeste si trasformino in uragani di categoria 3 o superiore.