INFORMAZIONI
Azimut Holding
Azimut spa Assicurazioni, Banche e Finanza Ruolo: Network and Training Team - Intern Area: Human Resource Management Gabriella Fevola |
INFORMAZIONI
Azimut Holding
Azimut spa Assicurazioni, Banche e Finanza Ruolo: Network and Training Team - Intern Area: Human Resource Management Gabriella Fevola |
(Adnkronos) - Il sospetto c'era da tempo: ma oggi fonti di Mosca, citate su un profilo twitter solitamente ben informato, confermano che Vladimir Putin avrebbe rinunciato a una mobilitazione generale - che richiederebbe una dichiarazione di guerra - optando per una coscrizione 'silenziosa' e 'chirurgica', riportando nelle forze armate russe cittadini con una precedente esperienza militare. Al posto dei più giovani, scrive l'esperto Igor Sushko, vengono invece richiamati in servizio proprio quei russi "che normalmente non verrebbero chiamati per primi - persone tra i 30 ei 40 anni", soprattutto ex ufficiali delle Forze Spaziali russe, inclusi specialisti di missili balistici intercontinentali nucleari. Infatti questi reparti hanno esperienza in materia di allarmi missilistici, difesa ABM e gestione del sistema satellitare Glonass. Secondo Sushko "è molto probabile che i veterani russi che soddisfano determinati criteri vengano richiamati in servizio attivo".
(Adnkronos) - In Italia possiamo ormai parlare di un ‘paradosso giovani’ perché calano numericamente, ma non riescono a trovare lavoro: senza un dialogo strutturale fra scuola e imprese e nuove politiche di accompagnamento nelle fasi di transizione, non si riuscirà a garantire un’offerta di lavoro non precario alle nuove generazioni. E’ quanto emerso durante un dibattito sull’ultimo numero dell’Osservatorio Cida-Adapt dedicato al lavoro giovanile, fra Mario Mantovani, presidente di Cida, la confederazione dei dirigenti pubblici e privati e delle alte professionalità, Francesco Seghezzi, presidente della Fondazione Adapt e lo studente universitario Davide Ravaioli, follower del programma Aurora. “L’Osservatorio trimestrale sul mondo del lavoro - ha spiegato Mantovani - nasce dall’esigenza di una lettura non convenzionale dei dati statistici per avere una visione delle dinamiche occupazionali più aderente alla realtà e fornire ai manager uno strumento utile ai loro processi decisionali e organizzativi". "I dati - ha aggiunto - una volta ‘spacchettati’ e analizzati mostrano, ad esempio, la scarsa affidabilità delle ‘medie’ statistiche, poco adatte a leggere una realtà molto differenziata sul territorio. Nell’Osservatorio, altro esempio, ci si è concentrati sulla fascia d’età 25-34 anni, perché in quella precedente, 15-24 anni, l’incidenza di chi studia è troppo alta per poterne ricavare dati realistici su disoccupazione e precariato". “Ma - ha ribadito - il fattore che ha pesato di più per capacità di interpretare andamento e tendenze del mondo del lavoro è quello demografico. In 10 anni, dal 2010 al 2020, la coorte dei 25-34enni è diminuita di circa un milione di unità. Una tendenza che non sembra arrestarsi e che, comunque, può essere invertita solo in un lungo arco di tempo. Normalmente, meno giovani domandano lavoro, più dovrebbe essere facile trovarlo. E’ qui che troviamo il ‘paradosso’ del lavoro giovanile, visto che il nostro tasso di occupazione in quella fascia d’età è troppo basso nel confronto con i partner europei: insomma i giovani diminuiscono, ma l’attuale mercato del lavoro non riesce ad assorbirli. Lavoro giovanile scarso e anche caratterizzato da un’alta incidenza di contratti a termine che tende a renderlo sostanzialmente precario e poco pagato". “Come Cida - ha spiegato - esortiamo il decisore politico a intervenire su queste basi, su questi dati rappresentativi di una realtà che spesso sfugge ad un’analisi superficiale. I numeri indicano le strade da seguire: riallacciando il dialogo fra scuola e lavoro, gestendo le fasi di transizione, investendo sulla formazione continua che deve accompagnare tutto l’arco della vita lavorativa". "Come manager - ha chiarito - siamo consapevoli di quanto sia importante la qualità del lavoro che va perseguita investendo sulle risorse umane e che va adeguatamente retribuita. Anche quello delle retribuzioni, infatti, è un tema che va messo al centro di quel ‘patto sociale’ proposto dal Governo: l’Italia non può essere un Paese ‘low cost’ con lavoro poco qualificato, sostanzialmente privo di formazione, distante dal mondo dell’università e della ricerca e poco retribuito. Così ci avvitiamo verso il basso, perdendo potere d’acquisto e impoverendo il Paese".
(Adnkronos) - "L'impegno dell'industria farmaceutica per la sostenibilità è rilevante in due direzioni: ambientale e in termini di capitale umano e risorse e competenze professionali". Così Marcello Cattani, coordinatore del Gruppo Sostenibilità di Farmindustria, a margine dell'evento promosso da Ucb Pharma presso l'Ambasciata del Regno del Belgio, dedicato ai temi della sostenibilità nel settore Life Science. "Da un punto di vista ambientale, siamo focalizzati sulle politiche di riduzione dell'impatto monitorando strettamente, attraverso diverse ricerche, i consumi, le performance energetiche e l'approccio al riciclo e alla cogenerazione di energia. Sul lato relativo alle competenze e al welfare, il settore farmaceutico setta lo standard al'interno del manifatturiero italiano con politiche di welfare, di supporto e bilanciamento della vita privata e lavorativa e con strumenti innovativi di contrattazione di secondo livello per tutti i dipendenti", conclude.