(Adnkronos) - "Oggi c'è stata un riunione del Cdm, una riunione positiva in cui abbiamo passato in rassegna gli obiettivi del Pnrr che devono essere raggiunti entri fine giugno. Sono molto tranquillo che gli obiettivi saranno tutti raggiunti". Così il premier Mario Draghi in conferenza stampa. "Oggi sono molto più sereno dei giorni scorsi. Avendo raggiunto l'accordo su balneari che era un po' l'ultimo aspetto, il resto è tutto già approvato, l'orizzonte si schiarisce sensibilmente". "Il programma di governo va avanti e va avanti bene" aggiunge Draghi. "Anche sugli obiettivi intermedi siamo a un ottimo punto e ben prima del 30 giugno" potremmo raggiungerli, anzi "gran parte potranno essere raggiunti entri il 20 giugno". "Oggi è stata una giornata intensa e positiva, per il governo e credo anche per il Paese - spiega -. Ho avuto un incontro eccellente col Presidente algerino Tobboune, sono state firmate delle intese e abbiamo valutato un lungo elenco di progetti che si possono fare insieme. Ci sono una serie di opportunità per il Paese", conclude, che passano per una "collaborazione più estesa di quanto mai fatto in passato".
(Adnkronos) - "L’Inps, con cui è stata avviata una proficua interlocuzione sul tema, ha dovuto procedere alla notifica di migliaia di ordinanze e ingiunzioni (e in quanto tali immediatamente esecutive), in applicazione dei contenuti dell’art. 3, comma 6, del D. Lgs. 15 gennaio 2016, n. 8. Tale norma prevede che una qualunque violazione in materia di versamento delle ritenute per un ammontare al di sotto dei 10.000 euro (quindi, ad esempio e per paradosso, 20 euro) esponga il datore di lavoro al pagamento di una sanzione tra 10.000 e 50.000 euro. L’istituto stesso ha determinato come sanzione minima, con circolare 5 luglio 2016, n. 121, l’importo di euro 16.666 euro (ossia alla terza parte del massimo della sanzione prevista di 50.000 euro)". E' l'allarme che lanciano i consulenti del lavoro in una lettera che la presidente del Consiglio nazionale dell'ordine, Marina Calderone, ha inviato al ministro del Lavoro, Andrea Orlando, sottolineando che si tratta di "una criticità diffusa, tale da mettere a repentaglio, negli ultimi giorni, la prosecuzione dell’attività aziendale in tante imprese italiane", come si legge nella lettera che Adnkronos/Labitalia ha potuto visionare. "Nel periodo di massima recrudescenza della pandemia, le micro e piccole imprese italiane -sottolinea Calderone- si sono trovate nella situazione di dover ottemperare agli obblighi contributivi in un contesto caratterizzato dalla repentina modificazione della normativa di riferimento, aggravata dalla necessità di attendere – in taluni casi per intere settimane – le disposizioni applicative e le circolari dell’Istituto". "La confusione generata ha portato -continua la presidente del Cno dei consulenti del lavoro- moltissimi datori di lavoro a commettere, inconsapevolmente, errori materiali concernenti il conteggio ed il versamento delle trattenute, il più delle volte relativamente a somme risibili o comunque non superiori a 5.000 euro annui. È dunque palese l’assoluta sproporzione tra l’importo della violazione e la sanzione irrogata". "Per porre rimedio a questa difficile e critica situazione in cui versano migliaia di imprenditori italiani, chiedo il suo intervento -spiega ancora Calderone a Orlando- con una tempestiva proposta emendativa, che sottopongo alla sua attenzione, con l’auspicio che possa trasformarsi in una norma quanto prima operativa". "La proposta emendativa fisserebbe, nell’ambito della generale disciplina sanzionatoria vigente, un ulteriore scaglione (1 – 5.000 euro), nell’ambito del quale la massima sanzione amministrativa erogabile verrebbe fissata al triplo delle somme dovute, onde evitare paradossi applicativi della norma che – per come vigente – espone il datore di lavoro ad una sanzione economicamente insostenibile (da 10.000 a 50.000 euro) a causa di un omesso versamento anche di poche decine di euro", conclude Calderone.
(Adnkronos) - Biodiversità europea sempre più a rischio. E’ quanto emerge da un dossier Eurostat sui progressi europei nello sviluppo sostenibile, che sottolinea come per per il 63% delle specie e l’81% degli habitat, lo stato di conservazione sia “povero” e come solo una quota davvero minoritaria mostri tendenze al miglioramento (rispettivamente 6% delle specie e 9% degli habitat). La causa principale è l’aumento della pressione antropica causata dall’urbanizzazione e dall’agricoltura. Basta vedere che cosa è successo alle farfalle, considerate un ottimo indicatore di biodiversità, che secondo il report hanno subito un declino di oltre il 25% tra il 1991 e il 2018.