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(Adnkronos) - Una fuga in avanti. L'idea c'è, ma ancora è tutta da definire. Fonti dem parlano così all'Adnkronos dell'indiscrezione, filtrata oggi dalla Sicilia, di un accordo già chiuso per primarie 'giallorosse' in vista delle regionali di ottobre. Da Roma la mettono in modo diverso. "Facciamo le cose con ordine, prima chiudiamo le amministrative, poi vengono le regionali", spiega chi sta seguendo il dossier facendo notare che, del resto, anche il centrodestra sta seguendo lo stesso timing. Il tema delle possibili primarie per le regionali in Sicilia è stato, si riferisce, affrontato in un incontro ieri sera tra Enrico Letta e Giuseppe Conte che avrebbe avuto altri punti all'odg. "Si è parlato di possibili regole per le primarie che dobbiamo però prima condividere con i rispettivi partiti". Sabato ci sarà la direzione regionale del Pd siciliano e verrà affrontato il tema del "perimetro" delle regole per eventuali primarie. "Si è pensato a un po' di più di on line visto che, se si faranno, saranno a luglio". Dopo la discussione dentro i vari partiti - Pd, M5S e sinistra-, solo allora si riunirà il tavolo regionale e "quello sarà il momento per decidere. Insomma, ad oggi non c'è un accordo chiuso". Comunque, l'indicazione dem è quella di affrontare la questione non prima delle amministrative di giugno. Se ci sarà l'accordo per i gazebo, le candidature saranno formalizzate entro fine giugno per aver il candidato entro, al massimo, la fine di luglio: "Con agosto di mezzo, ottobre arriva in un attimo...". Questi i tempi ipotizzati. I dem sono favorevoli all'idea dei gazebo, ma nessuna decisione è stata presa. "E' stata solo una tappa di avvicinamento" di un percorso, si spiega. Puntualizzano fonti del Nazareno: "L'idea di primarie congiunte è in fase di discussione, ma nessuna decisione è stata assunta. È una delle opzioni". Sul perché della fuga in avanti dalla Sicilia, tra i dem qualcuno avanza il sospetto che di mezzo ci siano dinamiche interne a M5S. Ovvero le fibrillazioni che stanno agitando i 5 Stelle con lo strappo di Dino Gianrusso. L'eurodeputato ex-M5S era dato fino a pochi giorni fa in corsa per la candidatura a presidente della regione. Ma per i pentastellati si fa anche il nome del capogruppo grillino all'assemblea regionale Nuccio Di Paola, il deputato all'Ars Luigi Sunseri e poi Giancarlo Cancelleri, già candidato alle passate regionali. Nel Pd al momento si parla di Caterina Chinnici, eurodeputata ed ex assessore regionale, e dell'europarlamentare Pietro Bartolo, mentre non si fermano i rumors su Peppe Provenzano, vicesegretario dem e ex-ministro. Più definite le cose a sinistra dove Claudio Fava ha già iniziato la campagna elettorale per la regione.
(Adnkronos) - Uno sguardo verso il futuro del mercato del lavoro, ripartendo dalle indicazioni del Jobs Act. E' il messaggio che arriva dalla presentazione dell'ultimo libro, 'Jobs Act forever' (ed. Rubbettino), del giuslavorista e avvocato Francesco Rotondi, founder dello studio LabLaw, tenutasi ieri pomeriggio al Palazzo dell'Informazione Adnkronos a Roma. "Credo che conoscere il passato e confrontarsi -ha detto Rotondi- con esso sia necessario per costruire il futuro. L'idea di scrivere il libro mi è venuto mentre concludevo il precedente, con le interviste ai ministri del Lavoro degli ultimi 20 anni. E' in questo arco di tempo il Jobs act è l'unico tentativo di riforma dell'intero sistema e non solo del diritto del lavoro. E credo che è stata la più grande occasione di riforma degli ultimi 50 anni". "Dal confronto di oggi emerge una prospettiva, che va perseguita", ha sottolineato Rotondi che ha rimarcato come "dobbiamo guardare al complesso normativo senza immaginare rigidità. Nel Jobs act c'era già tutto, dobbiamo riprendere quella strada". Un concetto condiviso dalle imprese, con Massimo Marchetti, area Lavoro, welfare e capitale umano di Confindustria che ha sottolineato come "il Jobs act" avesse "una visione del futuro del mondo del lavoro, oggi interventi ci sono interventi frammentati, con un livello tecnico molto basso. Nel Jobs act invece troviamo un livello tecnico molto elevato", ha aggiunto ancora. E Maurizio Del Conte, giuslavorista e tra i 'padri' del Jobs Act ha sottolineato che nel provvedimento "c'ho messo l'anima, c'era un'idea di lavoro, un'operazione di ricomposizione del quadro. E' stato un lavoro certosino quello che abbiamo fatto e se si parla di Jobs act oggi si parla della legge fondamentale del lavoro anche se alcune modifiche sono state fatte", ha sottolineato l'ex-presidente dell'Anpal. Per Del Conte se c'è una cosa che nel Jobs Act non ha funzionato "sono le politiche attive, non si possono riformare i servizi per l'impiego a invarianza di spesa". Per Nicola De Marinis, consigliere presso la Corte di Cassazione, sezione Lavoro "ci troviamo in un contesto sfidante, in cui, provocatoriamente, possiamo dire che il lavoro è tornato ad essere una merce, e in cui quindi è centrale la qualità del lavoro stessa", ha spiegato. Per De Marinis "la discussione sul lavoro agile è la discussione sul lavoro del futuro". E per De Marinis non ci si può fermare "a guardare al passato, anche sotto il punto di vista della normativa del lavoro. Dobbiamo traguardare il futuro, e nel Jobs Act c'era già tutto per farlo, come si legge anche nel libro". Secondo Nicola Marongiu, coordinatore area contrattazione e mercato del lavoro della Cgil "il giudizio sul Job act della nostra organizzazione vedeva positivamente alcuni aspetti che si confermati tali e individuava delle criticità che anch'esse sono rimaste invariate, come ad esempio il finanziamento delle politiche attive. Per quanto riguarda l'articolo 18 noi non lo abbiamo mai considerato un 'totem' ma qualcosa di pratico", ha concluso.
(Adnkronos) - Si è svolta questa mattina all’interno dell’ex Tabacchificio Cafasso la Cerimonia di apertura del DMed - Salone della Dieta Mediterranea di Paestum. Nell’anno di coordinamento italiano del Network delle Comunità Emblematiche della Dieta Mediterranea Unesco, DMed è un evento che vuole diffondere il patrimonio 'Dieta Mediterranea' come stile di vita e di sviluppo territoriale sano e sostenibile, creando consapevolezza negli operatori del settore, dando risalto ai numerosi attori del mondo scientifico, istituzionale e privato che da anni si adoperano per la sua tutela e valorizzazione abbracciando ogni aspetto, dalla dimensione culturale alla valorizzazione delle filiere che attraverso le pratiche agricole virtuose e la tutela delle biodiversità autoctone rappresentano in modo concreto alcuni dei pilastri fondamentali dello stile di vita 'Dieta Mediterranea'. Il Comune di Pollica, capofila per il 2022 delle Comunità Emblematiche Unesco, dal 2011 è riferimento locale del patrimonio 'Dieta Mediterranea' adoperandosi per la sua diffusione e la sua salvaguardia. “Il Paideia Campus è la casa dove connettere il mondo dell’innovazione e dell’agrifood con quelle che sono le nostre radici più profonde, un modello, uno stile di vita, un approccio, che aveva messo al centro l’equilibrio tra l’uomo e la natura, la tutela delle risorse, la tutela del paesaggio - ha dichiarato Stefano Pisani, membro dell’osservatorio nazionale per il patrimonio immateriale Unesco e sindaco di Pollica - In questi giorni abbiamo ospitato il cuore dei lavori della Eu Agrifood week confermandosi come hub strategico per l’implementazione di progetti pilota di rigenerazione territoriale per le aree marginali e programmi di innovazione volti ad accelerare la transizione ecologica e digitale dei sistemi agroalimentari. Un ringraziamento va alla commissione europea che sostiene le numerose progettualità coinvolte. Una missione che ha un orizzonte ampio, Pollica 2050”. Nonostante l’Italia sia la culla della Dieta Mediterranea, secondo i dati Istat 2020, la Campania è la Regione ad avere il più alto tasso di adulti in sovrappeso (42% - rispetto alla media italiana del 35,4%), e ha raggiunto il secondo più alto tasso di obesità in Italia (14,3%, contro una media italiana del 10,9%). A causa di un progressivo spopolamento e abbandono delle aree rurali, inoltre, il territorio ha visto un deterioramento del tessuto sociale, con conseguente perdita delle modalità di trasferimento delle conoscenze. “Oggi il patrimonio non è adeguatamente trasferito alle giovani generazioni per mancanza di strumenti ed una narrativa poco efficace. Risulta complesso tradurre il patrimonio immateriale in elementi tangibili. Per il Future Food Institute è la vera sfida - dichiara la presidente Sara Roversi - anche in questi giorni abbiamo animato un Hackhaton che ha coinvolto centinaia di studenti degli Istituti Alberghieri, del Turismo, dello Sport e dell'Agricoltura. Con loro diamo vita a nuove idee per tradurre e diffondere i valori della Dieta Mediterranea. L’hackathon è uno strumento efficace sia per l'apprendimento che per accelerare il processo di innovazione ma anche un momento di lavoro di squadra per lo sviluppo del pensiero sistemico e un’esperienza unica per incoraggiare lo scambio di idee e l'approccio al co-design, arricchendo tutte le persone coinvolte”. "Oggi la diffusione del patrimonio deve avvenire attraverso la rete e le reti e deve necessariamente vedere coinvolti tutti gli stakeholder in modo corale anche al fine di accrescere il valore aggiunto delle produzioni alimentari capaci di interpretare appieno l’identità ed il 'saper fare' mediterraneo. Ed è proprio questo lo spirito con cui è stato organizzata la Eu AgriFood Week", conclude Roversi.