(Adnkronos) - Un cartone animato sulla Dieta Mediterranea come strumento pedagogico per avvicinare i bambini in tenera età ai valori e ai comportamenti alimentari alla base dello stile di vita mediterraneo. È l’idea vincitrice dell’Hackathon “One Health” premiata ieri al D Med - Salone della Dieta Mediterranea, evento conclusivo della EU AgriFood Week. La proposta è del team “Kids of the future” , studenti degli Istituti Enzo Ferrari di Battipaglia e Parmenide di Roccadaspide, che si sono aggiudicati la possibilità di studiare alla Summer school “Trame Mediterranee” del Future Food Institute, che si terrà al Paideia Campus di Pollica dall’11 al 17 luglio. Sarà l’occasione per studiare con professionisti dell’agrifood e dell’innovazione e apprendere le competenze necessarie per creare progetti innovativi come quello da loro ideato. A premiare i ragazzi è stato l’Ambasciatore Antonio Parenti, capo della Rappresentanza della Commissione europea a Roma, che sarà presente al Lucca Comics, la fiera internazionale dedicata al fumetto e all’animazione al via il prossimo 28 ottobre nella città toscana. “L'idea vincente si rivolge ai bambini e vede nei cartoni animati uno strumento straordinario per educare le giovani generazioni – dichiara l’Ambasciatore Antonio Parenti – un’idea molto forte che potrà avere un orizzonte interessante. Il prossimo autunno saremo al Lucca Comics, una perfetta vetrina per far conoscere questo progetto”. “L’Italia è la culla della Dieta Mediterranea ma come certificano i dati Istat negli ultimi anni soffre per l’alto tasso di obesità infantile – spiega il Sindaco di Pollica Stefano Pisani -. Nel Salone della Dieta mediterranea abbiamo scoperto che i ragazzi sono molto più bravi di noi adulti a capire come fare per tramandare al meglio questo stile di vita sano e sostenibile e hanno trovato un modo innovativo e interessante per comunicarlo a loro stessi e alla loro generazione. Lo potranno fare ancora meglio lavorando a Pollica alla Digital accademy del Paideia Campus. Li aspettiamo”. “Ieri al D med con l’hackathon delle scuole della EU AgriFood Week è andato in scena il futuro. I ragazzi hanno ideato cinque progetti che hanno messo al centro il convivio, la condivisione, le esperienze, la comunicazione, le storie ed un’idea vincente: un cartone animato che vuole parlare ai bambini di dieta mediterranea attraverso storie fantastiche – dichiara Sara Roversi, Presidente del Future Food Institute e organizzatrice con la Commissione europea della EU AgriFood Week -. Siamo molto contenti di aver dato il via a questo percorso. Dobbiamo coinvolgere i ragazzi e le giovani generazioni nel ripensare come tramandare il tema della Dieta Mediterranea e portarlo nella loro vita quotidiana. Come loro hanno fatto rete mettendo a fattor comune le loro competenze provenendo da un liceo sportivo, un agrario, un alberghiero, un istituto che forma le nuove professioni del mondo del turismo, anche noi abbiamo fatto la stessa cosa conquistati da questa idea. Abbiamo coinvolto chi già aveva avuto questa intuizione ma non aveva ancora realizzato il cartone e abbiamo dato un’idea di utilizzare la storia di Trotula vera ambasciatrice per la dieta mediterranea. Ci auguriamo di vederlo realizzato molto presto”. “La storia di Trotula potrebbe essere un soggetto perfetto da tradurre in creative motion – dichiara Valerio Calabrese, Direttore del Museo Vivente della Dieta Mediterranea e coautore del libro “Trotula e il giardino incantato” -. Trotula è la prima donna medico della storia presso la Scuola medica salernitana nel 1050. Ha una storia straordinariamente innovativa, ha dato vita alla farmacologia come la conosciamo oggi utilizzando tutti quei riti e tradizioni legati alla nostra storia antica e che oggi spesso si dimenticano. La protagonista ideale per raccontare ai bambini i valori fondanti della Dieta mediterranea”.
(Adnkronos) - "L’Inps, con cui è stata avviata una proficua interlocuzione sul tema, ha dovuto procedere alla notifica di migliaia di ordinanze e ingiunzioni (e in quanto tali immediatamente esecutive), in applicazione dei contenuti dell’art. 3, comma 6, del D. Lgs. 15 gennaio 2016, n. 8. Tale norma prevede che una qualunque violazione in materia di versamento delle ritenute per un ammontare al di sotto dei 10.000 euro (quindi, ad esempio e per paradosso, 20 euro) esponga il datore di lavoro al pagamento di una sanzione tra 10.000 e 50.000 euro. L’istituto stesso ha determinato come sanzione minima, con circolare 5 luglio 2016, n. 121, l’importo di euro 16.666 euro (ossia alla terza parte del massimo della sanzione prevista di 50.000 euro)". E' l'allarme che lanciano i consulenti del lavoro in una lettera che la presidente del Consiglio nazionale dell'ordine, Marina Calderone, ha inviato al ministro del Lavoro, Andrea Orlando, sottolineando che si tratta di "una criticità diffusa, tale da mettere a repentaglio, negli ultimi giorni, la prosecuzione dell’attività aziendale in tante imprese italiane", come si legge nella lettera che Adnkronos/Labitalia ha potuto visionare. "Nel periodo di massima recrudescenza della pandemia, le micro e piccole imprese italiane -sottolinea Calderone- si sono trovate nella situazione di dover ottemperare agli obblighi contributivi in un contesto caratterizzato dalla repentina modificazione della normativa di riferimento, aggravata dalla necessità di attendere – in taluni casi per intere settimane – le disposizioni applicative e le circolari dell’Istituto". "La confusione generata ha portato -continua la presidente del Cno dei consulenti del lavoro- moltissimi datori di lavoro a commettere, inconsapevolmente, errori materiali concernenti il conteggio ed il versamento delle trattenute, il più delle volte relativamente a somme risibili o comunque non superiori a 5.000 euro annui. È dunque palese l’assoluta sproporzione tra l’importo della violazione e la sanzione irrogata". "Per porre rimedio a questa difficile e critica situazione in cui versano migliaia di imprenditori italiani, chiedo il suo intervento -spiega ancora Calderone a Orlando- con una tempestiva proposta emendativa, che sottopongo alla sua attenzione, con l’auspicio che possa trasformarsi in una norma quanto prima operativa". "La proposta emendativa fisserebbe, nell’ambito della generale disciplina sanzionatoria vigente, un ulteriore scaglione (1 – 5.000 euro), nell’ambito del quale la massima sanzione amministrativa erogabile verrebbe fissata al triplo delle somme dovute, onde evitare paradossi applicativi della norma che – per come vigente – espone il datore di lavoro ad una sanzione economicamente insostenibile (da 10.000 a 50.000 euro) a causa di un omesso versamento anche di poche decine di euro", conclude Calderone.
(Adnkronos) - La maggioranza degli italiani (88%) ritiene che l'uso della bicicletta svolga un ruolo importante nella riduzione delle emissioni di anidride carbonica e nella riduzione del traffico (85%). Tuttavia, oltre la metà (62%) ritiene che andare in bicicletta nella propria zona abitativa sia troppo pericoloso. E' quanto emerge dal nuovo sondaggio Ipsos, condotto in 28 Paesi, tra cui l’Italia, che ha indagato le principali opinioni dei cittadini in merito all’utilizzo delle due ruote in occasione della giornata mondiale della bicicletta (3 giugno). In Italia, il 57% degli intervistati afferma di saper andare in bicicletta e il 49% di possederne una da poter utilizzare personalmente per i propri spostamenti. Il 26% afferma di utilizzare la bicicletta per fare attività fisica e soltanto il 10% per raggiungere il proprio posto di lavoro o studio. Infine, l’8% afferma di utilizzare i sistemi pubblici di condivisione delle biciclette (bike sharing). Bisogna, tuttavia, sottolineare che soltanto il 6% degli italiani non ha accesso a un’automobile da poter usare (la percentuale più bassa tra tutti i 28 Paesi esaminati). In linea generale, è il 37% degli italiani che va in bicicletta almeno una volta alla settimana quota che si riduce al 13% tra quanti dichiarano di utilizzare la bici come mezzo di trasporto principale per un tragitto di 2 chilometri; preceduta dalla camminata a piedi (42%) e dall’utilizzo della propria automobile (29%). La prevalenza dell'uso della bicicletta per fare commissioni o per spostarsi è maggiore nei Paesi in cui è maggiormente percepita come un mezzo di trasporto sicuro (ad esempio in Cina, Giappone e nei Paesi Bassi). Il 57% degli italiani considera la bicicletta una tendenza urbana e nonostante l’alta percentuale (più di 1 intervistato su due) la percentuale di accordo è tra le più basse dei 28 Paesi esaminati: occupa la venticinquesima posizione, dopo Corea del Sud (56%), Giappone (47%) e Ungheria (41%). Nei 28 Paesi considerati nel sondaggio d’opinione Ipsos, gli italiani sono tra i cittadini maggiormente d’accordo con il fatto che i ciclisti spesso non rispettano le regole del Codice della strada e, quindi, possono rappresentare un pericolo per pedoni e automobilisti. In particolare: il 76% degli intervistati ritiene che i ciclisti della propria zona spesso non rispettino le regole del traffico (percentuale più alta tra tutti i 28 Paesi esaminati e superiore di 12 punti alla media internazionale). Il 70% degli intervistati sostiene che i ciclisti rappresentano un pericolo tanto per i pedoni quanto per le automobili o moto/motorini (soltanto in Giappone si registra una percentuale più alta pari all’82% e un distacco di 11 punti con la media internazionale del 59%). Il 68% degli intervistati ritiene che i ciclisti rappresentino un pericolo per gli automobilisti. Inoltre, nella maggior parte dei mercati esaminati, la bici gode di un livello di favore più elevato rispetto a tutte le altre forme di trasporto. In Italia, la bicicletta riscuote l’81% dei consensi e la bici elettrica il 77%. A seguire si posizionano: l’automobile (68%), moto/motorini (60%), monopattino (39%) e camion (34%).