INFORMAZIONITiziano Bertolotti |
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(Adnkronos) - "Reddito di cittadinanza? Soldi rubati da chi non fa una mazza, diamoli a chi vuole lavorare". Sono le parole di Matteo Salvini in un comizio a Erba in provincia di Como. "Alla prova dei fatti dopo tre anni su un milione e centomila lavoratori abili che percepiscono il reddito di cittadinanza, hanno ottenuto un contratto di lavoro a tempo indeterminato 4000, non è tanta roba. Quei soldi rubati da gente che sta a casa a non fare una mazza dalla mattina alla sera dovrebbero essere dati ai pensionati, ai precari e ai disoccupati veri che vorrebbero andare a lavorare". FISCO - "Non capisco perché sulla pace, non in Ucraina, ma la pace fiscale in Italia, Draghi non vada fino in fondo" dice Salvini. "Equitalia ha 140 milioni di cartelle esattoriali pronte a partire, che riguardano un italiano su quattro". "Questi mille miliardi che lo Stato aspetta di incassare e non incasserà mai... - ha aggiunto - non è meglio chiedere il 20% di questi soldi, stracciare quelle cartelle esattoriali? Lo Stato incassa e milioni di italiani tornano a vivere... Una pace fiscale dopo la pandemia e dopo la guerra ci sta...".
(Adnkronos) - E' un materiale antichissimo eppure moderno, capace di evolversi continuamente, di assumere nuove forme e funzionalità affrontando le sfide tecnologiche e ambientali che l’uomo si ritrova dinnanzi a sé: il vetro, di cui si celebra in questo 2022 l'Anno internazionale proclamato dall'Onu. Un elemento che ha visto nel design un compagno di viaggio privilegiato con case histories d’assoluta eccellenza e con l’Italia in prima fila. Ne è un esempio Tonelli Design, che da oltre 40 anni produce complementi d’arredo in vetro tra cui librerie, madie, tavoli, lampade, specchi e molto altro avvalendosi della collaborazione di designer internazionali. “In occasione di questa celebrazione - racconta Michele Gasperini, fondatore e responsabile di Tonelli Design - ci è sembrato opportuno realizzare un vademecum con la storia, i segreti e le particolarità di questo incredibile materiale così fondamentale per lo sviluppo del made in Italy e che porta avanti anche un messaggio di sostenibilità. Dalle sue qualità estetiche a quelle per la salute, dal dna green all’affidabilità per progetti e arredi, un cubo con infiniti lati di potenzialità. Un file rouge che unisce progettazione ed experience nel segno di un design universale che, ora più che mai, deve unire popoli e ideologie". Ma cosa contiene questo vademecum? “Per semplificare - spiega Gasperini - abbiamo organizzato il documento dividendolo in paragrafi per sottolineare i punti di forza di questo materiale che in un distretto produttivo quello nostro (Marche) significa posti di lavoro". Ecco, quindi, punto per punto, il vademecum. -Le qualità del vetro: ambiente e salute. Difficile riassumere le qualità di questo materiale. Innanzitutto, è sostenibile in quanto completamente riciclabile; sano, in quanto costituito da ingredienti naturali e considerato dalla Us Food and Drug Administration come l’unico materiale sicuro per il contatto con gli alimenti. E’ facile da pulire e sterilizzare, particolare non trascurabile in epoca di pandemia, è inodore e inerte: quando un fulmine colpisce la sabbia, Madre Natura crea il vetro. Quando il vetro si rompe, alla fine ritorna sulla terra invece di sedersi in una discarica. -Progettare con il vetro - Cosa c’è da sapere? Trasparenza, compattezza e omogeneità strutturale, totale inerzia chimica e biologica, impermeabilità ai liquidi, ai gas, ai vapori e ai microrganismi, inalterabilità nel tempo, sterilizzabilità e perfetta compatibilità ecologica grazie alla possibilità di riciclo per un numero infinito di volte. Queste le eccezionali caratteristiche intrinseche del vetro che non ha limiti d’applicazione a livello progettuale. -La tecnica. Lavorare il vetro è un’arte, un savoir faire che, nonostante l’industrializzazione, non ha perso la sua poesia. Dal taglio alla molatura, dalla foratura alla tempra, passando per la stratificazione, i processi che portano un pezzo di vetro a diventare un oggetto d’arredo sono molteplici e insiti nella storia del distretto pesarese e che vede in Tonelli Design un interprete rispettoso del passato e proiettato verso il futuro. -L’estetica e la tecnica. Lucentezza, colore, eleganza sono solo alcune delle caratteristiche di questo materiale che i più grandi designer e architetti del mondo hanno fatto proprio. Nel vademecum, un viaggio tra le pieghe nascoste del vetro analizzando le tecniche di realizzazione e le loro applicazioni nell’arredo e nella vita di tutti i giorni. Dall’impasto al taglio, dalla stampa digitale alla stratificazione, i dettagli fanno la differenza. -Un po’ di storia. La storia conosciuta del vetro inizia in Mesopotamia nel III millennio A.C. per proseguire poi con i Fenici evolvendosi fino ad arrivare all’epoca moderna. Un viaggio che il vademecum ripercorre integrandolo con la tradizione del distretto di Pesaro che è stato fondamentale per lo sviluppo di questo settore in Italia. Tonelli consuma circa 200 tonnellate di vetro in lastra piana ogni anno di cui quasi 10 tonnellate risultano scarti derivanti dagli sfridi di lavorazione. Per evitare gli sprechi rispettando l’ambiente, Tonelli ha cercato e trovato una soluzione. La Kristal Fusion Tecnology è un processo di lavorazione che nasce da un’idea del designer Paolo Lomazzi, di dare nuova vita al vetro di scarto della produzione. È una tecnica di produzione innovativa che vede la commistione del vetro con altri elementi, tra cui la resina, generando un nuovo materiale riciclato, ecologico, resistente, trasparente e ad alto tasso di creatività. La sua natura poliedrica gli consente di prestarsi a numerose interpretazioni dal gusto moderno e sempre sofisticato, anche attraverso l’uso del colore. Infatti, Krystal Fusion può essere declinato cromaticamente grazie alla sua base vitrea che garantisce una struttura molecolare analoga a quella dei liquidi, risultando così plasmabile. Ne è un ‘esempio, la collezione Il Paese delle Meraviglie che recupera il 100% degli scarti dando nuova vita e confermando come il design sia creazione. “Il vetro accende i sensi. È bello e iconico, creando connessioni emotive con i consumatori attraverso il tatto, la vista e il suono. Fare del bene fa sentire bene, e i benefici per la salute e l'ambiente del vetro ispirano marchi e famiglie a scegliere prodotti in vetro", conclude.
(Adnkronos) - Quando porti a bollore l’acqua della pasta ti ricordi di mettere il coperchio? Se la risposta è sì, hai risparmiato energia sufficiente a ricaricare il tuo smartphone per 2-3 volte. Che diventano 5 e più, se cuoci la pasta con la quantità di acqua 'giusta'. Se tutti gli italiani seguissero questi accorgimenti ogni volta che, in un anno, 'calano' gli spaghetti, allora il risparmio aumenta esponenzialmente: parliamo di almeno 350milioni di chilowattora, sufficienti a illuminare gli stadi di calcio per tutte le prossime 24 stagioni di Serie A, Premier League, Liga spagnola e Bundesliga. Lo rivela uno studio scientifico promosso dai Pastai italiani di Unione Italiana Food e presentato in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente (5 giugno) che, per la prima volta, calcola l’impatto ambientale della cottura della pasta e il risparmio, energetico, di emissioni di CO2 equivalente e di acqua, derivante da tre piccoli accorgimenti alla portata di tutti: tieni il coperchio sulla pentola (quando porti l’acqua ad ebollizione); usa la giusta quantità di acqua (oggi ne serve meno di quella che pensi); spegni il fuoco prima del tempo (la cottura passiva può fare miracoli). Secondo Riccardo Felicetti, presidente del Pastai Italiani, “con un impatto ecologico dal campo alla tavola minimo rispetto ad altri alimenti, meno di un metro quadrato globale a porzione e appena 150 grammi di CO2 equivalente, la pasta è il prototipo dell’alimento green. Ma possiamo fare ancora meglio, con poco, perché dalla fase di cottura della pasta a casa dipende ben il 38% del totale della sua impronta carbonica. Abbiamo scelto di indagare scientificamente la cottura della pasta per trasferire consapevolezza sull’impatto economico e ambientale di gesti che compiamo quotidianamente. Uno sforzo minimo ci aiuterebbe a raggiungere un risultato importante e dall’Italia, depositaria della cultura della pasta al dente, può partire una vera e propria rivoluzione culturale”. La ricerca, commissionata dai Pastai italiani a Perfect Food Consulting, marchio leader in Europa nel campo della consulenza per la sostenibilità nel settore agroalimentare, ha calcolato l’energia necessaria per cuocere 200 grammi di pasta in modo convenzionale (a pentola scoperta e con la proporzione di 1 litro d’acqua ogni 100 g di pasta) e quanto potremmo risparmiare, in energia, emissioni e acqua, con tre semplici accorgimenti alla portata di tutti. Usare il coperchio durante la fase di ebollizione: non solo acceleri i tempi, ma risparmi fino al 6% di energia ed emissioni di CO2e (CO2 equivalente). Cuocere la pasta con 700 ml di acqua invece del classico litro per 100 grammi. Oltre a risparmiare il 30% di acqua, e non è poco, taglieresti il 13% di energia ed emissioni di CO2e. Provare la cottura passiva: dopo i primi 2 minuti di cottura tradizionale, la pasta cuoce in modo indiretto, a fuoco spento e con coperchio per non disperdere calore. Con questo metodo il risparmio di energia e emissioni di CO2e arriva fino al 47%. Con un consumo medio di 23.5 kg pro-capite di pasta, ogni italiano arriverebbe a risparmiare in un anno fino a 44,6 chilowattora, 13,2 chili di CO2e e 69 litri di acqua. E se lo facessimo tutti, i risultati diventerebbero davvero importanti: risparmieremmo tra i 356 milioni e i 2,6 miliardi di chilowattora in un anno (pari a un secolo e mezzo di calcio in notturna in Europa, coppe comprese), 4.100 m³ di acqua, sufficienti a riempire 1640 piscine olimpioniche e fino a 776 chilotonnellate di CO2e, le emissioni di una macchina per 21 viaggi andata-ritorno tra la Terra e il Sole. Per arrivare a questo cambiamento culturale e di abitudini non partiamo da zero: secondo uno studio Unione Italiana Food /Istituto Piepoli, solo 1 italiano su 10 non usa il coperchio per accelerare l’ebollizione dell’acqua. Ma c’è ancora molto da fare. Tre italiani su 4 ancora impiegano almeno 1 litro d’acqua per ogni 100 grammi di pasta, ignorando che oggi per cuocere la pasta ne basta molta meno. Mentre la cottura passiva è ancora distante dalla nostra quotidianità, tanto che 9 italiani su 10 (89%) tengono il fuoco acceso fino a cottura completata. Ma siamo comunque aperti a modificare le nostre abitudini di pasta lovers. Il 68% si dichiara propenso a cambiare le proprie abitudini di cotture per risparmiare risorse ambientali ed economiche. Lo studio scientifico è stato realizzato nel quadro di #PastaDiscovery, il ciclo di approfondimenti ideato dai pastai italiani di Unione Italiana Food e dedicato all’ABC della pasta, in risposta alla “riscoperta” degli italiani di questo alimento. #PastaDiscovery vivrà in più momenti nel corso dell’anno sui canali social di WeLovePasta, community di oltre 30mila pasta lovers, con contenuti multimediali che spaziano dai talk ai consigli pratici, alla storia, scienza e cultura della pasta, alle guide e ai test di assaggio, fino alle interviste e ai contributi video di gastronomi, pastai, food blogger.