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Area: Human Resource Management JACOBS ITALIA spa Studi Ingegneri Ruolo: HR Manager and Business Partner, Italy Area: Human Resource Management Paola Pernat |
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(Adnkronos) - Stretta della Commissione europea per rendere più efficace l'attuazione delle sanzioni Ue alla Russia. L'esecutivo comunitario propone da un lato di fare della violazione delle sanzioni un reato a livello comunitario, cosa che ridurrebbe l'attuale frammentazione delle regole, che sono nazionali, dall'altro di rafforzare il quadro normativo per rendere più facile confiscare i beni sequestrati. Più nel dettaglio, l'inclusione della violazione delle sanzioni nella lista dei reati Ue permetterà di fissare uno standard comune di base, rendendo più facile indagare, perseguire e punire la violazione delle sanzioni, che è un reato grave, in tutti gli Stati membri nello stesso modo. I reati inclusi saranno, per esempio, agire in modo da aggirare le misure in vigore, evitare di congelare beni o fondi appartenenti a persone fisiche o giuridiche sanzionate, importare o esportare beni vietati. La proposta viene accompagnata da una comunicazione con un allegato: una volta che gli Stati avranno concordato sulla proposta di allungare la lista dei reati Ue, la Commissione presenterà una proposta legislativa basata sulla comunicazione. Dall'altro lato, la Commissione propone una direttiva sul sequestro e la confisca di beni, che si applicherà anche, ma non solo, alla violazione delle misure restrittive, assicurando il tracciamento dei beni, il loro congelamento, la gestione e la confisca dei proventi derivanti dalla violazione delle sanzioni. Le regole sul recupero dei beni vengono modernizzate, tra l'altro ampliando il mandato degli uffici competenti per tracciare e identificare i beni di persone e società o enti sanzionati. Questi poteri si applicheranno anche ai beni della criminalità organizzata e prevedranno la possibilità di congelarli con urgenza, se c'è il rischio che possano sparire. Si propone anche di allargare la possibilità di confiscare beni frutto di una gamma più ampia di crimini, inclusa la violazione delle sanzioni, una volta che la lista allargata dei reati Ue sarà adottata. Si propone anche di creare uffici per la gestione degli asset in tutti gli Stati membri per assicurare che i beni congelati non perdano valore, permettendo la vendita di quei beni che potrebbero facilmente svalutarsi o che sono costosi da mantenere.
(Adnkronos) - Entro la fine di quest’anno vedrà la luce la nuova disciplina comunitaria in materia di batterie, la quale andrà a sostituire l’attuale direttiva in vigore sin dal 2006. La proposta di regolamento Ue, al momento ancora in fase di discussione tra Commissione, Parlamento e Consiglio, rappresenta il primo atto legislativo in attuazione del nuovo pacchetto economia circolare. In gioco ci sono elementi di novità che disciplineranno tutti gli aspetti del ciclo di vita delle batterie, compreso il delicato tema della commercializzazione delle batterie non ricaricabili. “Riguardo al cosiddetto phase out delle pile non ricaricabili è bene condividere con il pubblico alcune importanti precisazioni, necessarie a contrastare l’annoso e ormai consueto fenomeno delle fake news” precisa Stefano Setti, coordinatore del Gruppo Pile rappresentato all’interno dell’Associazione Anie Csi. “Va infatti ribadito con chiarezza che nessuna delle proposte presentate, e attualmente al vaglio delle istituzioni in sede di trilogo, prevede una immediata e imminente messa al bando di tutte le batterie non ricaricabili. Tale opzione regolamentare non risulta infatti prevista, anche nella peggiore delle eventualità, prima del 2027 o di 9 anni dall’entrata in vigore del provvedimento”. Decisamente premature, quindi, le numerose notizie reperibili in rete che paventano un divieto alla produzione e vendita delle pile non ricaricabili già dal 2024. “Va peraltro aggiunto che - prosegue Setti - qualsiasi decisione definitiva sulla messa al bando dovrà essere preceduta, in qualunque ipotesi, dalla conduzione di un adeguato studio e relativa valutazione di fattibilità da parte della Commissione europea”. Solamente sulla base dei risultati che emergeranno dalle analisi della Commissione verrà quindi, eventualmente, previsto formalmente la messa al bando delle batterie non ricaricabili; il tutto ovviamente con un propedeutico periodo transitorio, imprescindibile per adeguare il mercato, le apparecchiature e le abitudini dei consumatori al cambio di rotta.