(Adnkronos) - "Siamo estremamente delusi per i problemi di ingresso allo stadio e la rottura del perimetro di sicurezza che i tifosi del Liverpool hanno affrontato allo Stade de France. E' la più grande partita del calcio europeo e i tifosi non dovrebbero vivere le scene a cui abbiamo assistito. Abbiamo chiesto ufficialmente un'indagine formale sulle cause di questi problemi che sono inaccettabili". Così il Liverpool in una nota annuncia la richiesta di aprire un'indagine sui fatti di ieri sera allo Stade de France di Saint-Denis in occasione della finale di Champions League contro il Real Madrid. Prima del match scene di caos a causa della lentezza dei controlli all'ingresso e alla presenza di molti tifosi con biglietti falsi, o addirittura senza, che hanno esercitato una forte pressione per entrare, costringendo la polizia a intervenire con la forza per ristabilire la calma. A pagare le conseguenza sono stati gli spettatori regolari, che sono entrati nell'impianto con un grande ritardo.
(Adnkronos) - Uno sguardo verso il futuro del mercato del lavoro, ripartendo dalle indicazioni del Jobs Act. E' il messaggio che arriva dalla presentazione dell'ultimo libro, 'Jobs Act forever' (ed. Rubbettino), del giuslavorista e avvocato Francesco Rotondi, founder dello studio LabLaw, tenutasi ieri pomeriggio al Palazzo dell'Informazione Adnkronos a Roma. "Credo che conoscere il passato e confrontarsi -ha detto Rotondi- con esso sia necessario per costruire il futuro. L'idea di scrivere il libro mi è venuto mentre concludevo il precedente, con le interviste ai ministri del Lavoro degli ultimi 20 anni. E' in questo arco di tempo il Jobs act è l'unico tentativo di riforma dell'intero sistema e non solo del diritto del lavoro. E credo che è stata la più grande occasione di riforma degli ultimi 50 anni". "Dal confronto di oggi emerge una prospettiva, che va perseguita", ha sottolineato Rotondi che ha rimarcato come "dobbiamo guardare al complesso normativo senza immaginare rigidità. Nel Jobs act c'era già tutto, dobbiamo riprendere quella strada". Un concetto condiviso dalle imprese, con Massimo Marchetti, area Lavoro, welfare e capitale umano di Confindustria che ha sottolineato come "il Jobs act" avesse "una visione del futuro del mondo del lavoro, oggi interventi ci sono interventi frammentati, con un livello tecnico molto basso. Nel Jobs act invece troviamo un livello tecnico molto elevato", ha aggiunto ancora. E Maurizio Del Conte, giuslavorista e tra i 'padri' del Jobs Act ha sottolineato che nel provvedimento "c'ho messo l'anima, c'era un'idea di lavoro, un'operazione di ricomposizione del quadro. E' stato un lavoro certosino quello che abbiamo fatto e se si parla di Jobs act oggi si parla della legge fondamentale del lavoro anche se alcune modifiche sono state fatte", ha sottolineato l'ex-presidente dell'Anpal. Per Del Conte se c'è una cosa che nel Jobs Act non ha funzionato "sono le politiche attive, non si possono riformare i servizi per l'impiego a invarianza di spesa". Per Nicola De Marinis, consigliere presso la Corte di Cassazione, sezione Lavoro "ci troviamo in un contesto sfidante, in cui, provocatoriamente, possiamo dire che il lavoro è tornato ad essere una merce, e in cui quindi è centrale la qualità del lavoro stessa", ha spiegato. Per De Marinis "la discussione sul lavoro agile è la discussione sul lavoro del futuro". E per De Marinis non ci si può fermare "a guardare al passato, anche sotto il punto di vista della normativa del lavoro. Dobbiamo traguardare il futuro, e nel Jobs Act c'era già tutto per farlo, come si legge anche nel libro". Secondo Nicola Marongiu, coordinatore area contrattazione e mercato del lavoro della Cgil "il giudizio sul Job act della nostra organizzazione vedeva positivamente alcuni aspetti che si confermati tali e individuava delle criticità che anch'esse sono rimaste invariate, come ad esempio il finanziamento delle politiche attive. Per quanto riguarda l'articolo 18 noi non lo abbiamo mai considerato un 'totem' ma qualcosa di pratico", ha concluso.
(Adnkronos) - Le Maldive cercano di non affondare e progettano di recuperare terra dall'oceano. La nazione insulare, tra i più vulnerabili ai cambiamenti climatici, ha commissionato un importante progetto di protezione delle coste e di bonifica del territorio, che prevede di utilizzare 5 milioni di metri cubi di sabbia dragata da una laguna, nonostante le preoccupazioni per l'impatto ambientale. Infatti la bonifica rischia di seppellire 21 ettari di coralli e soffocare gli ecosistemi vicini, con pesanti conseguenze sulla vita marina. L’ appaltatore marittimo olandese, Van Oord, ha annunciato che creerà 194 ettari di terreno nell'atollo meridionale di Addu City, la cui realizzazione costerà 147 milioni di dollari.