(Adnkronos) - ''E' un libro che nasce dopo tre anni di lavoro che abbiamo fatto sui social, con la costruzione della Fondazione Tetrabondi e con l'idea di cambiare il linguaggio che viene usato sulla disabilità. Il concetto di 'bambino speciale' è quello che viene usato di più, anche se in buona fede, per cercare di immaginare queste vite particolari e quasi eroiche di bimbi che cercano di farcela malgrado tutto ma, ci siamo resi conto, è la prima barriera anche pietosa che crea un muro con la disabilità. Un bambino speciale diventa un bambino diverso dagli altri e dietro a lui crea una mamma coraggio, un meccanismo per cui sembriamo predestinati a una vita di martirio, soli''. Lo dice all'Adnkronos Valentina Perniciaro autrice di 'Ognuno ride a modo suo - Storia di un bambino irriverente e sbilenco' (Rizzoli), in cui racconta la storia del figlio Sirio che malgrado una diagnosi di tetraparesi spastica e i pronostici dei medici cammina, va a scuola e comunica a modo suo. Il libro è da domani in libreria con la copertina di Zerocalcare. ''Con Michele siamo amici da tanto, abbiamo condiviso le stesse strade di militanza. L'anno scorso ci aveva fatto già un disegno di Sirio per la campagna di crowdfunding. Zerocalcare è una persona sensibile rispetto a chi cerca di avere voce anche se non ce l'ha''. Lei non vuole essere ''una 'mamma coraggio' ma una madre normale, una donna come le altre che ha un figlio con dei bisogni speciali. Bisogni a cui una società culturalmente avanzata dovrebbe rispondere con strumenti speciali che permettono una vita normale, noi lavoriamo su questo. Vogliamo buttare giù le porte di queste 'mamme coraggio' e farle uscire di casa con i loro figli''. ''Sirio non ha una malattia - spiega - ha avuto un arresto cardiaco ad un mese di vita e vive la condizione scaturita da questo incidente: ha una tetraparesi spastica, un danno cerebrale causato da questa morte in culla che siamo riusciti a recuperare. La storia di Sirio parte da una diagnosi di stato vegetativo, da questo coma non si svegliava, è stato attaccato ai ventilatori, tracheostomizzato. Noi partiamo da questo 'buio' che lui ha in qualche modo ribaltato. Sirio ora è una bambino di quasi nove anni, ha una tetraparesi spastica, una paralisi cerebrale infantile, è un portatore di tracheostomia, ha degli ausili ben visibili sul suo corpo, e nel frattempo è diventato anche sordo, quindi ha due antennine in testa, due protesi acustiche. Un bambino sbilenco che nessuno di noi avrebbe mai immaginato potesse camminare, invece cammina con i suoi tutori, ha una camminata stortignaccola che lo contraddistingue e di cui è anche orgoglioso''. Perniciaro ammette di essere stata ''quella che ci ha creduto meno nel suo percorso di riappropriazione della vita. Sarà la mia formazione materialista e laica, non credo nei miracoli e davanti alla prospettiva di quello che i miei occhi vedevano mai avrei immaginato quello a cui siamo arrivati. Il Sirio di oggi non l'avevo immaginato mai. Mi ero abituata ai suoi ausili e avevo già digerito con gioia la sedia a rotelle, un passaggio che mi aveva reso libera. Poi Sirio si è alzato, ho fatto di tutto perché questo avvenisse ma all'inizio non ci credevo. E' un figlio della scienza, cammina grazie ad un lavoro lunghissimo e duro. Nel libro racconto anche le battaglie fatte con le istituzioni per ottenere una assistenza che gli permettesse di essere accudito ad alto livello perché anche una 'madre coraggio' non è in grado di essere perennemente uno stimolo attivo, siamo esseri umani. Una famiglia da sola non ce la fa, c'è bisogna di una società dietro, di strutture sanitarie che possano seguire a domicilio la cura di questi 'pazientini'''. Il titolo 'Ognuno ride a modo suo' è anche un po' ''una provocazione. Sirio non ride, ha quella bocca aperta che lo rende inespressivo nonostante, a modo suo, lo sia tantissimo. A Sirio avevano detto che non aveva i prerequisiti per comunicare, invece abbiamo imparato che tutti li hanno, basta respirare, qualunque corpo desidera e può comunicare, basta metterlo in condizione di farlo. Vorremmo ridare dignità di persona anche a chi ha una disabilità complessa''. La scelta di scrivere questo libro punta ad un obiettivo sociale. ''Ci siamo messi in gioco sui social per una battaglia di presenza che permetta a tutti di rapportarsi con i corpi non conformi come con le persone normali. Da quando siamo sui social Sirio ha più persone che lo incontrano per strada e chiedono a lui come sta, anche se poi lui risponde a modo suo. E' un modo per insegnare molto umilmente agli altri che il mondo è un po' di tutti e bisognerebbe imparare a capire come comunicano gli altri per riuscire a costruire una società che non si silenzi quando passiamo noi. Prima quando andavamo in un parchetto calava il silenzio, ora non si girano dall'altra parte. Trattiamo la disabilità come una sfumatura, una delle tante particolarità dell'essere umano''.
(Adnkronos) - Quale vino abbinare alla mozzarella di bufala campana Dop? Per risolvere il classico dilemma, la risposta è innanzitutto conoscere e studiare. Per questo, il Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop ha promosso 'Bufala & Wine in Love', il primo corso di formazione per mozzarella-lovers dedicato al matrimonio perfetto tra Bufala Dop e vini, in programma il 19 e 20 maggio nella sede delle Cavallerizze all’interno della Reggia di Caserta. Due giornate per imparare a degustare e abbinare la mozzarella di bufala campana Dop con le principali eccellenze del mondo vinicolo. L’iniziativa rientra nel programma della Scuola di Formazione del Consorzio di Tutela ed è organizzata in collaborazione con Ais Caserta e Onaf. A guidare gli allievi saranno infatti Pietro Iadicicco, delegato Ais Caserta, e Maria Sarnataro, vicepresidente nazionale dell’Onaf. Ci si può iscrivere al corso sul sito www.mozzarelladop.it. “Mozzarella di bufala campana e vino - spiegano i docenti - sono due prodotti andati sempre a braccetto. Consapevoli che è una importante responsabilità quella di avventurarsi in un mondo fatto di preferenze ben consolidate, abbiamo deciso di farlo in maniera tecnica, ponderata ma anche osando, attraverso dei veri laboratori, in cui partiremo da cosa significa degustare, come si può leggere un’etichetta, come si assaggia una Bufala Dop per poi arrivare al matrimonio ideale”. A sottolineare le finalità dell’evento è Marco Nobis, amministratore di Mbc Service, la società in house del Consorzio che gestisce la Scuola di Formazione: “L’obiettivo della Scuola, fondata nel 2017, è proprio quello di promuovere la conoscenza di questa eccellenza, avvicinando soprattutto i giovani alla filiera. Esplorare l’infinito mondo del legame tra bufala e vino è un’occasione perfetta per raccontare in maniera moderna e coinvolgente il nostro prodotto”.
(Adnkronos) - Si chiama Ricoeso ed è la prima start-up del riciclo che realizza arredi urbani di eco-design attraverso materiali provenienti dal trattamento dei rifiuti inerti prodotti dalle attività di costruzione e demolizione. La nuova azienda nasce a Roma dall’esperienza di quattro partner: Eco Logica 2000 (uno dei principali operatori del riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione del centro Italia), Sol.Pre.A. (azienda attiva nel settore dell’edilizia civile e industriale), Interprogetti (società di ingegneria marittima, civile e ambientale) e l’architetto Francesco Andreani, esperto di urbanistica ed edilizia privata. Grazie al riciclo di inerti, Ricoeso è oggi in grado di produrre diverse tipologie di arredo: panchine, lampioni, fontanelle, portabici, staccionate, cestini, bollard (apparecchi di illuminazione per percorsi pedonali e giardini), pavimentazioni e marciapiedi, blocchi per la realizzazione di pareti armate. Tutti prodotti ottenuti al 100% con materiali riciclati e ideali per arredare gli spazi esterni in sicurezza ed in maniera ecologica. Questo il processo circolare che dà vita agli arredi: i rifiuti inerti provenienti dai cantieri edili vengono conferiti presso l’impianto di trattamento che li trasforma in aggregati riciclati, sotto forma di sabbia e breccia; con queste ultime, attraverso un processo di lavorazione, vengono creati arredi urbani che vanno poi sul mercato. Il battesimo della nuova azienda si è tenuto nei giorni scorsi nel corso della manifestazione 'Il Festival del Verde e del Paesaggio' (tenutasi all’Auditorium Parco della Musica di Roma, il 13-14-15 maggio), dove Ricoeso all’interno del proprio stand ha riprodotto una vera e propria 'città circolare', mettendo in mostra tutti gli arredi urbani presenti nel suo catalogo. Nei prossimi mesi l’azienda ufficializzerà partnership con primari operatori della grande distribuzione con cui sono in via di definizione accordi per la diffusione dei prodotti a marchio Ricoeso. “I nostri manufatti per l’arredo della città e degli spazi aperti pubblici e privati sono al 100% realizzati con materiali riciclati - evidenzia Paolo Barberi, socio fondatore di Ricoeso - e presentano caratteristiche pari, se non superiori per qualità e prestazioni, agli stessi arredi prodotti con materie prime vergini frutto delle attività estrattive. Ricoeso nasce dalla volontà di contribuire in modo tangibile alla costruzione di città realmente sostenibili, dando l’opportunità ad amministrazioni pubbliche e a soggetti privati di poter di essere protagonisti dei processi di economia circolare, in grado di coniugare sostenibilità, estetica e una bassa impronta ambientale”. E per la posa in opera di questi o altri arredi, Ricoeso mette a disposizione anche la stessa sabbia 100% riciclata ottenuta dal trattamento di rifiuti inerti di recupero da attività di costruzione e demolizione (confezionata in sacchetti da 25 chili), con cui è possibile installare gli elementi di arredo urbano. Ogni anno in Italia si recupera il 78% dei rifiuti da costruzione e demolizione (pari a più di 40 mln di tonnellate), che costituiscono circa il 30% di tutti i rifiuti prodotti in Italia.