(Adnkronos) - "Bisogna provarci fino alla fine, lo scudetto si decide all'ultima giornata. L'Inter non ha mollato, vuole giocarsi le proprie chance fino alla fine". Simone Inzaghi e l'Inter tengono vivo il sogno scudetto. Nell'ultima giornata di campionato i nerazzurri ospitano la Sampdoria: devono vincere e sperare che il Milan perda sul campo del Sassuolo. "Dobbiamo vincere e abbiamo bisogno della sconfitta del Milan. Nel calcio non si deve mai mollare", dice Inzaghi a Dazn. A Cagliari, dove l'Inter ha vinto 3-1, protagonista Lautaro con una doppietta. "E' arrivato a 25 gol stagionali, ne ha fatto 13 nelle ultime 13 gare. Ultimamente non ha più sbagliato una partita, è un fuoriclasse ed è importantissimo per noi. Non è una scoperta, ha fatto tantissimo per l'Inter negli ultimi 2 anni. E' stato molto bravo, si è sempre impegnato al massimo anche quando non riusciva a segnare", dice. Un 'pensiero' al Sassuolo: "E' un'ottima squadra, è una formazione tecnica con tante individualità...".
(Adnkronos) - L’Istituto nazionale tributaristi (Int) per mano del suo presidente Riccardo Alemanno ha inviato, ai presidenti delle commissioni Affari costituzionali e Istruzione pubblica, beni culturali Dario Parrini e Riccardo Nencini e ai relatori Tatiana Rojc e Andrea Cangini al dl 36/2022 A.S. 2598 recante ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) assegnato alle predette Commissioni del Senato per la conversione in legge, una proposta di emendamento all’articolo 18 del predetto decreto cosiddetto Pnrr2, contenente la riformulazione del comma 3 relativo alla gestione dell’obbligo di fatturazione elettronica per i contribuenti in regime agevolato, prevedendo un semestre senza sanzioni, evitando esclusioni discriminatorie e concedendo a tutti i contribuenti interessati maggiore tempo per adeguarsi agli adempimenti connessi, senza ansie sanzionatorie. Di seguito la motivazione della richiesta: "il decreto Pnrr 2 introduce dal prossimo 1° luglio l’obbligo di fatturazione elettronica anche per i contribuenti in regimi agevolati (forfettari e di vantaggio), che abbiamo sostenuto e che condividiamo, ma la norma contiene differenziazioni sulla decorrenza dell’obbligo che comportano complicazioni e confusione nonché una discriminazione tra soggetti che, se applicano il regime forfettario, non sono certo strutturati e ciò indipendentemente dai ricavi dichiarati". "Riteniamo - si legge ancora - che, in ambito fiscale, si debba evitare di porre paletti la cui rigidità comporta inevitabilmente discriminazioni. Bisogna inoltre evitare di introdurre modifiche a un regime fiscale in corso d’anno, per questo proponiamo la non applicazione delle sanzioni per tutto il secondo semestre 2022 e non come attualmente normato solo su base mensile per il primo trimestre di applicazione, spostando l’applicazione delle sanzioni al 1° gennaio 2023 e concedendo più tempo ai soggetti obbligati". "Anche gli intermediari fiscali che inevitabilmente saranno, come sempre, direttamente coinvolti nell’accompagnare i contribuenti interessati verso il ‘nuovo’ obbligo, potranno gestire questa transizione superando l’ingorgo di adempimenti previsti per il mese di giugno" dichiara Alemanno, che afferma "a chi paventa costi pesanti per i nuovi obbligati, dico che oggi rispetto all’originaria introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica gli studi e gli stessi contribuenti sono ormai in confidenza con la fatturazione digitale e che per i soggetti con ricavi estremamente contenuti e conseguente minima emissione di fatture, ci sono i sistemi gratuiti messi a disposizione dall'amministrazione finanziaria". "Non sarà - avverte - un cambiamento indolore, ma più dal punto di vista culturale che economico. D’altra parte non si può fermare il processo di cambiamento, ma non bisogna subirlo, bisogna gestirlo e trarne opportunità". "Ovviamente - sottolinea il presidente dell'Istituto nazionale tributaristi - lo Stato deve iniziare parallelamente una politica di vera semplificazione, al fine di non introdurre strumenti e obblighi digitali che anziché semplificare, complicano la vita ai cittadini-contribuenti".
(Adnkronos) - Decarbonizzazione e sicurezza energetica sono le parole d’ordine in tema di energia oggi, alla luce degli impegni europei sul clima ma anche per via dell’attuale contesto geopolitico e del conflitto in Ucraina oltre che del caro materie prime. Il ruolo delle rinnovabili in questo scenario risulta centrale ma non basta: una loro crescita accelerata deve essere accompagnata dallo sviluppo delle infrastrutture di trasporto dell’energia e dei sistemi di accumulo. Ecco di cosa si tratta. “I sistemi di accumulo sono un insieme di batterie che possono accumulare l’energia in eccesso prodotta da un impianto a fonte rinnovabile, come ad esempio un impianto fotovoltaico, nei momenti di massima produzione. L’energia accumulata potrà essere utilizzata o immessa in rete in un momento successivo, caratterizzato da produzione minore o assente. Questo è un aspetto di fondamentale importanza, considerando la caratteristica non prevedibilità delle energie rinnovabili che, grazie ai sistemi di storage, può essere risolta", spiega all’Adnkronos Raffaello Teani, Commercial&Marketing Manager di Saet, azienda che fa parte di Falck Renwables Next Solutions, con sede a Padova, e che realizza sistemi e impianti per la produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica. "Ma questo non è l’unico vantaggio offerto dall’accumulo dell’energia: esse, infatti, permettono di gestire meglio i picchi di domanda e offerta sulla rete, rendendola più stabile e nello stesso tempo di gestire in modo ottimale il mercato dell’energia in acquisto e in vendita. Questo perché l’energia potrà essere rilasciata in rete quando il mercato è più favorevole, o acquistata dalla rete e stoccata nelle batterie nel momento in cui il prezzo e più conveniente”, aggiunge. “Non meno importante, considerando il periodo storico, lo storage permette di favorire gli autoconsumi o di migliorare l’efficienza della rete e la sicurezza di approvvigionamento a costi controllabili, o comunque mitigabili, dell'energia, favorendo così il percorso di transizione energetica”, aggiunge. In questa direzione, “a livello infrastrutturale servono strutture di connessione adeguate (stazioni di alta-media tensione) per poter immettere e prelevare energia dalla rete ed erogare i servizi alla medesima. Non da ultimo sono necessari investimenti in innovazione, ricerca e sviluppo per la realizzazione di un’adeguata filiera tecnologica nel Paese”. Quindi, in sintesi, “i sistemi di accumulo sono una tecnologia che garantisce flessibilità e che può assicurare lo stoccaggio di sovrapproduzioni di energia, di ritiro di energia in momenti di convenienza di mercato e soprattutto di fornire servizi ancillari per la stabilità della rete. Grazie ai sistemi di accumulo, un mix di fonti rinnovabili (per definizione non prevedibili) può diventare prevedibile. Questi sistemi non sono un semplice magazzino dove stoccare energia. Sono una risorsa necessaria a garantire flessibilità, sicurezza di tutti i parametri di rete, oltre che prezzi di acquisto e vendita dell’energia più vantaggiosi”. Ma a che punto è la loro implementazione? E' possibile immaginare un’Italia 100% rinnovabile al 2050? “È possibile - spiega Teani - ma il recente scenario globale ci impone delle riflessioni in quanto, con estrema franchezza, il mercato delle tecnologie di accumulo, le batterie e nello specifico i sistemi al litio in particolare, è legato alle così dette ‘terre rare’, rendendoci dipendenti da un’area geografica del mondo”. Questo "rende ancora più evidente la necessità di essere autonomi dal punto di vista energetico, da una parte sviluppando i sistemi di accumulo e, dall’altra, implementando una strategia che sviluppi un mix energetico tale da favorire la nostra transizione". In questo senso, “le risorse principali di cui disponiamo a livello Paese sono il sole, il vento e l’acqua, ma è chiaro che non possono bastare ad arrivare a quel principio di neutralità energetica a cui miriamo in questi target, sia temporale sia in termini di energia prodotta”. Secondo Teani, “serve un percorso graduale e che si sviluppi di pari passo con la disponibilità di materie prime in modo da mitigarne i costi di investimento e di produzione. Necessitiamo quindi di una strategia di medio-lungo respiro”. In ogni caso, “partendo dall’attuale contesto che vede il fabbisogno nazionale coperto per un terzo dalle rinnovabili e sostenuto da 8 GW di accumulo installato, di cui 400 MW elettrochimico e 7,6 GW di pompaggio (Dati Terna e Anie), va considerato che, come riportato da Terna nei dati utilizzati per il Piano di Sviluppo, non basterà limitarsi a perseguire uno sviluppo della produzione di rinnovabili. Questo deve essere accompagnato dallo sviluppo delle infrastrutture di trasporto dell’energia, sia di trasmissione che di distribuzione, e poi dai sistemi di accumulo sia tradizionali da pompaggio che elettrochimico, di grande e piccola taglia”. Procedendo in questa maniera “coordinata e coerente, ossia prevedendo più rinnovabili, più infrastrutture e più accumulo, si riuscirà sicuramente ad arrivare al 2050 con una quota residuale di produzione da fonte fossile che potrebbe rispondere a esigenze molto localizzate di sicurezza e di adeguatezza, mentre la gran parte del nostro fabbisogno potrà essere soddisfatto dalle fonti rinnovabili". In sostanza: "Più rinnovabili, più infrastrutture, più accumulo”.