INFORMAZIONIPharma Point srl Gestione Risorse Umane e Formazione Aziendale Ruolo: Executive Office Assistant Area: Assistenti e Stagisti Martina Airaghi |
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(Adnkronos) - Sono 793 i nuovi contagi da covid in Toscana secondo il bollettino di oggi, 29 maggio. Non si registrano invece nuovi decessi. 235 i casi confermati con tampone molecolare e 558 da test rapido antigenico registrati nelle ultime 24 ore, che portano i totale a 1.149.359 dall'inizio dell'emergenza sanitaria a Coronavirus. I nuovi casi sono lo 0,1% in più rispetto al totale del giorno precedente. I guariti crescono dello 0,1% e raggiungono quota 1.110.116 (96,6% dei casi totali). Oggi sono stati eseguiti 1.642 tamponi molecolari e 6.789 tamponi antigenici rapidi, di questi il 9,4% è risultato positivo. Sono invece 1.579 i soggetti testati oggi (con tampone antigenico e/o molecolare, escludendo i tamponi di controllo), di cui il 50,2% è risultato positivo. Gli attualmente positivi sono oggi 29.167, -0,2% rispetto a ieri. I ricoverati sono 322 (3 in più rispetto a ieri), di cui 20 in terapia intensiva (3 in più). Oggi non si registrano nuovi decessi. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste della Protezione Civile Nazionale - relativi all'andamento dell'epidemia in regione. L'età media dei 793 nuovi positivi odierni è di 50 anni circa (14% ha meno di 20 anni, 18% tra 20 e 39 anni, 32% tra 40 e 59 anni, 25% tra 60 e 79 anni, 11% ha 80 anni o più). Di seguito i casi di positività sul territorio con la variazione rispetto a ieri (235 confermati con tampone molecolare e 558 da test rapido antigenico). Sono 319.388 i casi complessivi ad oggi a Firenze (207 in più rispetto a ieri), 78.847 a Prato (43 in più), 92.066 a Pistoia (66 in più), 56.429 a Massa (28 in più), 120.545 a Lucca (87 in più), 132.033 a Pisa (100 in più), 102.151 a Livorno (97 in più), 104.800 ad Arezzo (54 in più), 81.083 a Siena (60 in più), 61.462 a Grosseto (51 in più). Sono 555 i casi positivi notificati in Toscana, ma residenti in altre regioni. Sono 324 i casi riscontrati oggi nell'Asl Centro, 304 nella Nord Ovest, 165 nella Sud est. La Toscana si trova al 8° posto in Italia come numerosità di casi (comprensivi di residenti e non residenti), con circa 31.124 casi per 100.000 abitanti (media italiana circa 29.330 x100.000, dato di ieri). Le province di notifica con il tasso più alto sono Firenze con 31.989 casi x100.000 abitanti, Pistoia con 31.720, Pisa con 31.588, la più bassa Grosseto con 28.214. Complessivamente, 28.845 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (70 in meno rispetto a ieri, meno 0,2%). Le persone ricoverate nei posti letto dedicati ai pazienti Covid oggi sono complessivamente 322 (3 in più rispetto a ieri, più 0,9%), 20 in terapia intensiva (3 in più rispetto a ieri, più 17,6%). Le persone complessivamente guarite sono 1.110.116 (860 in più rispetto a ieri, più 0,1%): 0 persone clinicamente guarite (stabili rispetto a ieri), divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all'infezione e 1.110.116 (860 in più rispetto a ieri, più 0,1%) dichiarate guarite a tutti gli effetti, le cosiddette guarigioni virali, con tampone negativo. Oggi non si registrano nuovi decessi. Restano quindi 10.076 i deceduti dall'inizio dell'epidemia cosi ripartiti: 3.170 a Firenze, 834 a Prato, 902 a Pistoia, 654 a Massa Carrara, 945 a Lucca, 1.114 a Pisa, 740 a Livorno, 656 ad Arezzo, 534 a Siena, 388 a Grosseto, 139 persone sono decedute sul suolo toscano ma erano residenti fuori regione. Il tasso grezzo di mortalità toscano (numero di deceduti/popolazione residente) per Covid-19 è di 272,9 x100.000 residenti contro il 281,1 x100.000 della media italiana (10° regione). Per quanto riguarda le province, il tasso di mortalità più alto si riscontra a Massa Carrara (344,5 x100.000), Firenze (317,5 x100.000) e Prato (314,4 x100.000), il più basso a Grosseto (178,1 x100.000).
(Adnkronos) - "L’Istituto nazionale tributaristi (Int) aveva già paventato al Governo, lo scorso mese di aprile con una nota, che appalti o istanze inerenti interventi del Pnrr o altre tipologie di contributi, che richiedessero dati contabili potevano far insorgere discriminazioni tra le categorie professionali che svolgono attività di consulenza contabile e fiscale, evidenziando che i tributaristi intermediari fiscali abilitati, come altre figure professionali, possano tenete le scritture contabili ed essere i soggetti naturalmente deputati per poter certificare i dati contabili, di bilancio o delle dichiarazione dei redditi. Pertanto maggior stupore e preoccupazione è sorta tra la dirigenza dell’Int quando, nell’ambito delle istanze per il Fondo impresa femminile nell’ambito del Pnrr 'Inclusione e coesione', si è concretizzata la paventata discriminazione poiché, nella richiesta certificazione dei dati patrimoniali derivanti da bilanci e scritture contabili, si è riservata tale certificazione solo a una categoria professionale, con evidente danno per i tributaristi, e non solo, che non potranno attestare i dati delle loro assistite che vogliano accedere al Fondo per l’impresa femminile". Così il presidente dell’Int, Riccardo Alemanno e la coordinatrice della commissione per le pari opportunità Veronica Rauso, hanno scritto al ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, inviando la lettera per conoscenza anche al presidente di Invitalia, Andrea Viero. Si legge nella missiva dell’Int: "Pur apprezzando l'operato del suo ministero nell’ambito del Fondo impresa femminile e auspicandone il rifinanziamento, a sostegno dell'impresa al femminile nel rispetto delle indicazioni del Pnrr ‘Inclusione e coesione’, dobbiamo però registrare con grande preoccupazione che le domande di accesso al fondo contengono una grave discriminazione. Analizzando gli allegati al modello di domanda aggiornato, abbiamo riscontrato un’evidente discriminazione in capo ai professionisti che si occupano di consulenza contabile e redazioni di bilanci e dichiarazioni redditi, ci riferiamo agli allegati L e L bis 'Attestazione commercialista dati economici impresa proponente' che, come suddetto, ha destato grande preoccupazione, poiché demandata in via esclusiva agli iscritti all’albo unico Dcec, escludendo e creando grave danno ai tributaristi qualificati ex lege 4/2013, ma anche ad altre categorie quali consulenti del lavoro e revisori legali". Pertanto, nella certezza che gli allegati sopraindicati riservati a una sola categoria a danno di tutte le altre, siano frutto di un fraintendimento e di un errore valutativo, richiede che “si provveda alla loro modifica inserendo le altre categorie o meglio ancora facendo riferimento al 'Professionista demandato alla tenuta delle scritture contabili del soggetto proponente'". Il presidente Alemanno ha così commentato: "I tributaristi intermediari fiscali abilitati, sono, per i soggetti economici di cui siano depositari delle scritture contabili secondo le vigenti leggi, già autorizzati alla certificazione delle situazioni patrimoniali-contabili di imprese e lavoratori autonomi, necessarie per accedere alle rateizzazioni delle iscrizioni a ruolo dell’Agenzia Entrate Riscossione, come si evince sul modello ministeriale di presentazione della domanda. Perché allora questa discriminazione? Eppure il Pnrr prevede proprio il coinvolgimento di tutte i soggetti economici imprese e lavoratori automi professionali e questi ultimi sono stati coinvolti indipendentemente che siano appartenenti al settore ordinistico o a quello delineato dalla Legge 4/2013. Quindi tutto ciò è ancora più incomprensibile, per questo riteniamo sia frutto di un errore". Dal canto suo, la coordinatrice della commissione pari opportunità Veronica Rauso ha dichiarato: "E’ paradossale che un intervento condiviso e salutato con favore come il Fondo impresa femminile, voluto dal ministero dello Sviluppo economico che è il dicastero di riferimento dei professionisti della legge 4/2013, fondo per l’imprenditoria femminile che dovrebbe aiutare le donne a superare le discriminazioni in ambito lavorativo, contenga discriminazioni tra categorie professionali, causando grave danno a donne e uomini che chiedono solo di poter svolgere la loro professione. Auspico una pronta soluzione a questa situazione inspiegabile", ha concluso.
(Adnkronos) - Otto delle 10 città più grandi degli Stati Uniti hanno perso popolazione durante il primo anno della pandemia. E’ quanto emerge dai dati delll’U.S. Census Bureau, che spiega come tra luglio 2020 e luglio 2021, New York abbia perso più di 305.000 residenti, mentre Chicago e Los Angeles si sono ridotte rispettivamente di 45.000 e 40.000 abitanti. San Francisco ha subito il tasso di declino più alto, perdendo quasi 55.000 residenti, pari al 6,3% della sua popolazione, la percentuale più alta di tutte le città statunitensi.