INFORMAZIONI![]() Josè Francisco CruanyesQuanta spa Consulenza, Gestione Risorse Umane e Formazione Aziendale Ruolo: Chief Information Officer Area: ICT - Digital & New Media Management Josè Francisco Cruanyes |
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(Adnkronos) - Una fuga in avanti. L'idea c'è, ma ancora è tutta da definire. Fonti dem parlano così all'Adnkronos dell'indiscrezione, filtrata oggi dalla Sicilia, di un accordo già chiuso per primarie 'giallorosse' in vista delle regionali di ottobre. Da Roma la mettono in modo diverso. "Facciamo le cose con ordine, prima chiudiamo le amministrative, poi vengono le regionali", spiega chi sta seguendo il dossier facendo notare che, del resto, anche il centrodestra sta seguendo lo stesso timing. Il tema delle possibili primarie per le regionali in Sicilia è stato, si riferisce, affrontato in un incontro ieri sera tra Enrico Letta e Giuseppe Conte che avrebbe avuto altri punti all'odg. "Si è parlato di possibili regole per le primarie che dobbiamo però prima condividere con i rispettivi partiti". Sabato ci sarà la direzione regionale del Pd siciliano e verrà affrontato il tema del "perimetro" delle regole per eventuali primarie. "Si è pensato a un po' di più di on line visto che, se si faranno, saranno a luglio". Dopo la discussione dentro i vari partiti - Pd, M5S e sinistra-, solo allora si riunirà il tavolo regionale e "quello sarà il momento per decidere. Insomma, ad oggi non c'è un accordo chiuso". Comunque, l'indicazione dem è quella di affrontare la questione non prima delle amministrative di giugno. Se ci sarà l'accordo per i gazebo, le candidature saranno formalizzate entro fine giugno per aver il candidato entro, al massimo, la fine di luglio: "Con agosto di mezzo, ottobre arriva in un attimo...". Questi i tempi ipotizzati. I dem sono favorevoli all'idea dei gazebo, ma nessuna decisione è stata presa. "E' stata solo una tappa di avvicinamento" di un percorso, si spiega. Puntualizzano fonti del Nazareno: "L'idea di primarie congiunte è in fase di discussione, ma nessuna decisione è stata assunta. È una delle opzioni". Sul perché della fuga in avanti dalla Sicilia, tra i dem qualcuno avanza il sospetto che di mezzo ci siano dinamiche interne a M5S. Ovvero le fibrillazioni che stanno agitando i 5 Stelle con lo strappo di Dino Gianrusso. L'eurodeputato ex-M5S era dato fino a pochi giorni fa in corsa per la candidatura a presidente della regione. Ma per i pentastellati si fa anche il nome del capogruppo grillino all'assemblea regionale Nuccio Di Paola, il deputato all'Ars Luigi Sunseri e poi Giancarlo Cancelleri, già candidato alle passate regionali. Nel Pd al momento si parla di Caterina Chinnici, eurodeputata ed ex assessore regionale, e dell'europarlamentare Pietro Bartolo, mentre non si fermano i rumors su Peppe Provenzano, vicesegretario dem e ex-ministro. Più definite le cose a sinistra dove Claudio Fava ha già iniziato la campagna elettorale per la regione.
(Adnkronos) - Uno sguardo verso il futuro del mercato del lavoro, ripartendo dalle indicazioni del Jobs Act. E' il messaggio che arriva dalla presentazione dell'ultimo libro, 'Jobs Act forever' (ed. Rubbettino), del giuslavorista e avvocato Francesco Rotondi, founder dello studio LabLaw, tenutasi ieri pomeriggio al Palazzo dell'Informazione Adnkronos a Roma. "Credo che conoscere il passato e confrontarsi -ha detto Rotondi- con esso sia necessario per costruire il futuro. L'idea di scrivere il libro mi è venuto mentre concludevo il precedente, con le interviste ai ministri del Lavoro degli ultimi 20 anni. E' in questo arco di tempo il Jobs act è l'unico tentativo di riforma dell'intero sistema e non solo del diritto del lavoro. E credo che è stata la più grande occasione di riforma degli ultimi 50 anni". "Dal confronto di oggi emerge una prospettiva, che va perseguita", ha sottolineato Rotondi che ha rimarcato come "dobbiamo guardare al complesso normativo senza immaginare rigidità. Nel Jobs act c'era già tutto, dobbiamo riprendere quella strada". Un concetto condiviso dalle imprese, con Massimo Marchetti, area Lavoro, welfare e capitale umano di Confindustria che ha sottolineato come "il Jobs act" avesse "una visione del futuro del mondo del lavoro, oggi interventi ci sono interventi frammentati, con un livello tecnico molto basso. Nel Jobs act invece troviamo un livello tecnico molto elevato", ha aggiunto ancora. E Maurizio Del Conte, giuslavorista e tra i 'padri' del Jobs Act ha sottolineato che nel provvedimento "c'ho messo l'anima, c'era un'idea di lavoro, un'operazione di ricomposizione del quadro. E' stato un lavoro certosino quello che abbiamo fatto e se si parla di Jobs act oggi si parla della legge fondamentale del lavoro anche se alcune modifiche sono state fatte", ha sottolineato l'ex-presidente dell'Anpal. Per Del Conte se c'è una cosa che nel Jobs Act non ha funzionato "sono le politiche attive, non si possono riformare i servizi per l'impiego a invarianza di spesa". Per Nicola De Marinis, consigliere presso la Corte di Cassazione, sezione Lavoro "ci troviamo in un contesto sfidante, in cui, provocatoriamente, possiamo dire che il lavoro è tornato ad essere una merce, e in cui quindi è centrale la qualità del lavoro stessa", ha spiegato. Per De Marinis "la discussione sul lavoro agile è la discussione sul lavoro del futuro". E per De Marinis non ci si può fermare "a guardare al passato, anche sotto il punto di vista della normativa del lavoro. Dobbiamo traguardare il futuro, e nel Jobs Act c'era già tutto per farlo, come si legge anche nel libro". Secondo Nicola Marongiu, coordinatore area contrattazione e mercato del lavoro della Cgil "il giudizio sul Job act della nostra organizzazione vedeva positivamente alcuni aspetti che si confermati tali e individuava delle criticità che anch'esse sono rimaste invariate, come ad esempio il finanziamento delle politiche attive. Per quanto riguarda l'articolo 18 noi non lo abbiamo mai considerato un 'totem' ma qualcosa di pratico", ha concluso.
(Adnkronos) - Torna a crescere sensibilmente, dopo l’anno della pandemia, il riciclo del legno in Italia, raggiungendo il suo massimo storico. Sono, infatti, 1.985.251 le tonnellate di legno raccolto e avviato a riciclo nel 2021 dal sistema Rilegno con un incremento dei volumi del 7,83% sull’anno precedente e una percentuale del 64,75% nel riciclo degli imballaggi di legno (gli imballaggi nuovi immessi sul mercato nel 2021 hanno raggiunto i 3,4 milioni di tonnellate), doppiando così l’obiettivo fissato dall’Unione Europea al 30% entro il 2030. Cresce anche l’attività di rigenerazione dei pallet, fondamentale in ottica di prevenzione, con oltre 908mila tonnellate recuperate pari a circa 70 milioni di pallet usati, ripristinati per la loro funzione originaria e reimmessi sul mercato. A livello territoriale è sempre la Lombardia a primeggiare con 541.915 tonnellate (il 27% del totale), seguita dall’Emilia-Romagna con 222.866 ton., dal Piemonte con 156.566 ton. e dalla Toscana con 155.272 ton. Questi, in sintesi, i principali risultati che emergono dal Rapporto 2022 sull’attività svolta da Rilegno, il Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi di legno, approvato dall’Assemblea annuale tenutasi a Cesenatico, dove il Consorzio ha la sua sede operativa. L’assemblea ha, inoltre, rinnovato il Consiglio di amministrazione e le cariche sociali. Confermato Nicola Semeraro alla Presidenza per il prossimo triennio. Rilegno da 25 anni si occupa di raccogliere e riciclare gli imballaggi in legno in Italia e gestisce una filiera basata su 1.944 consorziati, 394 piattaforme private che raccolgono il legno e 15 impianti di riciclo. Questi, insieme ai cittadini e alle imprese italiane, sono gli attori dell’economia circolare del legno. Va ricordato, infatti, che oltre il 95% del legno riciclato diventa nuova materia prima sotto forma di pannelli truciolati, vera linfa vitale per tutto il settore del legno-arredo soprattutto in una congiuntura come l’attuale caratterizzata da una drammatica scarsità di materia prima. Un sistema che tiene insieme in un equilibrio virtuoso dai produttori di cassette per l’ortofrutta della Sicilia ai mobilieri della Brianza, generando un impatto economico di 2 miliardi di euro, oltre 10mila posti di lavoro diretti e soprattutto un "risparmio" nel consumo di CO2 pari a quasi 2 milioni di tonnellate, che equivalgono a compensare 1 milione di veicoli che circolano in un anno. “La sostenibilità ambientale, sociale ed economica è ormai diventato il traguardo da raggiungere per le imprese e per le comunità, così come raccomandato dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030 che si preoccupa anche del riciclo dei materiali, fissando l’obiettivo di raggiungere entro il 2030 una gestione sostenibile e l’uso efficiente delle risorse naturali e di ridurre in modo sostanziale la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclo e il riutilizzo" afferma Nicola Semeraro, presidente di Rilegno, che aggiunge: "dalla sostenibilità e dalla circolarità non si può prescindere e il legno è certamente la risposta migliore per un’economia che vada di pari passo con il rispetto dell’ambiente e dell’uomo”. “Per quanto riguarda le sfide che ci attendono nel prossimo triennio punteremo soprattutto su sistemi innovativi quali la tracciabilità e una logistica sostenibile. L’economia circolare - conclude il presidente Semeraro - è sistemica, non si fa da soli. Il Consorzio Rilegno è al servizio delle aziende e del Paese ed è in tal senso che lavoriamo.”