(Adnkronos) - "Dai dati dell’osservatorio del terziario di Manageritalia, risulta come nel Lazio, a livello di valore aggiunto, il terziario di mercato pesi per il 66,4% (85,3% se si somma anche il terziario non di mercato) confinando il resto dell’economia al 14,7%. Tanto per fare un paragone, la voce 'resto dell’economia' in Lombardia pesa per il 27,6%, in Piemonte per il 31,1% ed in Veneto per il 33,3%. Una previsione dell’osservatorio del terziario di Manageritalia stima che nel 2025, a Roma, il terziario avrà un’incidenza pari all’87% del valore aggiunto". Così Roberto Saliola, presidente di Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna e Umbria, nella sua relazione durante la tavola rotonda 'Roma la città che reinventa il futuro', nel corso dell'assemblea dell’associazione territoriale. "All’interno delle regioni che compongono la nostra associazione, riferendoci al valore aggiunto, il Lazio (e quindi Roma che rappresenta grandemente l’economia regionale) si stacca nettamente per peso e qualità del terziario di mercato. Le altre regioni sono invece sotto la media nazionale. È contro deduttivo il dato riferito al terziario non di mercato: il Lazio ha un dato superiore alla media nazionale ma ben inferiore (tranne che per l’Umbria) a quello delle altre regioni della nostra associazione", sottolinea ancora Saliola. "Ricordo come nel computo del terziario non di mercato entrino l’amministrazione pubblica, l’istruzione e la sanità ed assistenza sociale. Un dato che ribalta quella percezione, anche negativa, di Roma città adagiata e bloccata dalla burocrazia della pubblica amministrazione. Roma non è capitale per burocrazia e mero criterio di allocazione degli organi di Governo. Roma è capitale perché è centro di eternità e di immagine, perché è un modello di vita e sviluppo. O vorremmo che fosse così...", ribadisce il presidente dell'associazione territoriale di Manageritalia. "Cambia poco se il dato a cui si fa riferimento è l’occupazione: spicca solo la crescita dell’occupazione per il terziario non di mercato nel Lazio. La tempesta perfetta: in uno stesso punto, in un periodo delimitato -spiega Saliola- si concentreranno tali e tante risorse ed opportunità che rappresentano un veicolo imperdibile per rilanciare la nostra città a livello nazionale ed internazionale. Da qui ai prossimi 10 anni verranno organizzati a Roma la Ryders Cup nel 2023, il Giubileo del 2025, siamo candidati ufficiali ad ospitare Expo 2030 e nel 2033 si svolgerà il Giubileo straordinario della redenzione per celebrare i 2000 anni dalla morte di Cristo. E oltre alle entrate straordinarie previste dagli eventi ricordati, il Pnrr ha destinato importanti risorse alla Città di Roma, risorse ingenti che per essere utilizzate debbono dar vita a progetti, che vanno realizzati e rendicontati".
(Adnkronos) - La questione della sicurezza e della sostenibilità alimentare è una delle sfide più urgenti di questo momento storico, resa ancora più acuta da contingenze drammatiche come la pandemia da Covid 19, la guerra in Ucraina e i cambiamenti climatici in atto. Con l’appuntamento di apertura di Codeway – Cooperation Development Expo, la manifestazione di Fiera Roma dedicata alla cooperazione internazionale, si è affrontato il tema con l’obiettivo di dargli un taglio propositivo e operativo, ponendo al centro possibili azioni concrete promosse dal sistema Italia e dagli operatori privati e guardando con attenzione il ruolo che le imprese italiane possono giocare nella strategia di proiezione internazionale dell’Italia sul tema della sicurezza e della sostenibilità alimentare, ponendosi al centro non solo del dibattito ma anche dell’azione che il nostro Paese svilupperà in questo settore centrale della nostra cooperazione internazionale. "L'Italia -ha commentato la vice ministra degli Esteri Marina Sereni, intervenendo in collegamento da Berlino a Codeway - guarda con grande preoccupazione alla situazione dei Paesi dell'area del Mediterraneo generata dalla guerra in Ucraina in termini di aumenti dei prezzi e di penuria dei beni di base e alle conseguenze geopolitiche, economiche e sociali di questa situazione". Per vincere la sfida della sicurezza alimentare e promuovere sistemi agroalimentari più sostenibili -secondo Sereni– è necessario favorire la cooperazione tra tutti gli attori, istituzionali e non, in una prospettiva multilaterale e multi-attoriale che investa nella ricerca di sinergie, alleanze e partenariati di lungo periodo”. La vice ministra ha quindi ribadito che “per vincere la sfida della sicurezza alimentare e promuovere sistemi agroalimentari più sostenibili, le imprese giocano un ruolo centrale", ha concluso Sereni. Ha posto l’attenzione sulla centralità del ruolo delle imprese anche Angelo Riccaboni, presidente fondazione Prima, Barcellona, e Santa Chiara Lab, UniSi, Co-Chair UN Sdsn Europe, Parigi. “In questo stesso periodo è maturata anche la consapevolezza che le imprese possono fornire un contributo positivo ad affrontare le questioni ambientali e sociali cui ci troviamo di fronte", ha illustrato. "Questo -ha continuato- può avvenire in due modi: inducendo le imprese a migliorare la quantità e la qualità, compresa la sostenibilità, delle proprie produzioni e sfruttando al massimo il loro potenziale di cooperazione in ragione della loro partecipazione alle filiere globali. In tale contesto, l’esperienza italiana appare particolarmente significativa. Interessanti potenzialità – ha sottolineato Riccaboni - sono espresse in particolare dal modello di filiera venutosi a creare in Italia e per le modalità con cui le imprese italiane partecipano alle filiere globali. Le filiere italiane sono costituite, tradizionalmente, da aziende molto attente ai territori, capaci di valorizzare, attraverso prodotti di qualità, l’elevato grado di biodiversità del nostro Paese, le differenti produzioni agroalimentari e le eterogenee culture locali del cibo”. Soluzioni preziose in termini di accesso al cibo, benessere delle persone e futuro del Pianeta possono derivare dalla diffusione di un modello, come quello agroalimentare italiano, basato sulla valorizzazione delle produzioni locali, intense connessioni con il territorio e le comunità, capacità di connettere filiere corte con quelle internazionali, attenzione all’impatto ambientale e alla freschezza dei prodotti, giusto equilibrio fra tradizione e innovazione. “È sbagliato e frutto di interessi di parte voler standardizzare il cibo -ha commentato Ivano Vacondio, presidente Federalimentare- e dobbiamo riconoscere che è stato fatto da tutto il nostro Paese un lavoro straordinario per diffondere la cultura e la conoscenza della dieta mediterranea”. Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati, ha sottolineato l’impegno della rete di imprese “nel promuovere lo sviluppo del settore agroalimentare a livello internazionale, in particolare in quei Paesi emergenti come la Tunisia e Kazakhstan. Per poter mettere a frutto l’impegno della Rete dei mercati – ha spiegato Pallottini -, abbiamo chiesto, suscitando una reazione positiva ed entusiasta, che i Rappresentanti istituzionali e, in primis il Maeci, ripongano una maggiore attenzione a queste realtà, accompagnandole nelle scelte strategiche, potenziando gli scambi commerciali e creando le giuste condizioni per valorizzare il know how italiano fatto di grandi professionalità e competenze. Solo attraverso una costante sinergia tra istituzioni e operatori, riusciremo a esportare il Made in Italy”. La rappresentante speciale dell’Unione Europea per il Sahel, Emanuela Del Re, ha sottolineato l'importanza di incrementare il coinvolgimento delle imprese che si occupano di conservazione e trasformazione degli alimenti per dare un contributo "utilissimo" alla causa dello sviluppo nella regione. “Il trasferimento delle competenze del settore privato tramite reti di conoscenze come le diaspore – ha dichiarato Del Re - è fondamentale per creare sistemi che possano risolvere problemi di crescita e sostenibilità nella regione del Sahel”. Il vice direttore generale aggiunto della Fao Maurizio Martina ha ricordato come la concomitanza di crisi drammatiche abbia reso ancora più grave l’emergenza alimentare, facendo registrare tra 2020 e 2021 193 milioni di persone nell’area della fame, 40 milioni di persone in più in un anno. “Nonostante la drammaticità della situazione -ha precisato Martina- non sono tra quelli che pensano che dobbiamo rinunciare ai temi della sostenibilità. Dobbiamo affrontare il nodo della sicurezza alimentare nella sua molteplicità di aspetti”. Rispetto al ruolo dell’Italia, Il vice direttore generale aggiunto della Fao ha sottolineato che bisogna “valorizzare di più e meglio le specificità che abbiamo. Bisogna fare sistema e costruire un’idea di collettivo attorno alle eccellenze”. Hanno ribadito l’obiettivo di fare di Codeway uno strumento di supporto alle imprese italiane interessate a incominciare o incrementare la propria presenza sui mercati internazionali e impiegare “creatività” e “innovazione” per una soluzione alle sfide dello Sviluppo Sostenibile, come auspicato dall’Agenda 2030, Monica Lucarelli, assessora alle Attività Produttive e Pari Opportunità, Roma Capitale, Paolo Orneli, assessore Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Università, Ricerca, Start – Up e Innovazione Regione Lazio e Fabio Casasoli, Amministratore unico di Fiera Roma. “Le ragioni che rendevano straordinaria l’idea alla base di Codeway -ha detto Orneli - prima della pandemia, oggi si sono rafforzate. Il Covid-19 ha messo fine a un modello di sviluppo sbagliato, le ragioni alla base della cooperazione allo sviluppo oggi sono tutte più forti”.
(Adnkronos) - Si è aperta oggi alla Fiera di Roma Codeway – Cooperation Development Expo, la manifestazione fieristica dedicata a cooperazione internazionale e sviluppo sostenibile, che mette in connessione istituzioni, ong e aziende. È una piattaforma, finalmente anche fisica, dove i principali protagonisti della cooperazione – soggetti pubblici e istituzionali, ong, aziende e mondo privato – possono conoscersi, discutere e riflettere sulle sfide più strategiche, con lo sguardo rivolto agli obiettivi di sviluppo sostenibile prefissati nell’agenda 2030. È miope – sottolinea Wladimiro Boccali, coordinatore della manifestazione – pensare che il Covid prima e la guerra in Ucraina ora tolgano urgenza alla necessità di cooperazione internazionale. Simili crisi globali ci dimostrano, anzi, in modo incontrovertibile che viviamo in un mondo sempre più interdipendente e connesso".