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(Adnkronos) - "Gli spagnoli ne hanno fatto una tragedia. Non hanno capito l'ironia dei miei commenti. Io con onestà ho dato giudizi in cui credevo, sempre conditi da qualche battuta. Andrò in Spagna a fare pace con Chanel: le proporrò un bel duetto su una canzone che scriverò per lei e la chiamerò 'Disculpame', per sdrammatizzare". Cristiano Malgioglio, da due giorni sulla graticola dei social e della stampa spagnola per i suoi giudizi sulla concorrente di Eurovision Chanel Terrero, parla così all'Adnkronos di quella che definisce "una reazione esagerata e sorprendente, che non tiene conto del clima scherzoso di tutti i miei commenti sui concorrenti di Eurovision, che univano giudizi tecnici ad annotazioni più colorite sulla messa in scena e gli outfit degli artisti". Da due giorni, il conduttore e paroliere riceve "attacchi da tutte le parti" per aver commentato l'esibizione nella finale di Chanel Terrero, cantante e ballerina cubana naturalizzata spagnola, con parole che non sono piaciute ai fan spagnoli: “Devo dire che è bella e balla molto bene - aveva detto Malgioglio - ma la sua è una canzone estiva. Un reggaeton europeo. È un discount di Jennifer Lopez”. Gabriele Corsi, co-conduttore di Malgioglio nella trasmissione con commento italiano su Rai1, aveva subito scherzato su possibili reazioni dicendo: “L'hai toccata piano”. "Ma non pensavo se la prendessero così tanto - spiega oggi il cantautore-conduttore - Io al discount ci vado e trovo cose deliziose, anche se spesso ci sono imitazioni di prodotti più famosi. Il senso era quello: Chanel sembrava ispirarsi a Jennifer Lopez. Tutto qui. Chissà cosa ne avrà pensato Jennifer Lopez!", aggiunge ridendo. "In Spagna l'Eurovision è seguitissimo. Mi hanno accusato di aver influenzato gli italiani che non hanno votato per loro. Ma anche loro non hanno votato i nostri Mahmmod & Blanco. Comunque, con gli spagnoli chiariremo tutto. Io lì sono di casa. Sono stato ospite dei maggiori programmi tv con icone come Isabel Pantoja e Monica Naranjo. Mi hanno già contattato per andare a spiegare il malinteso sulla tv spagnola. Troveremo il modo di fare pace", ride. "D'altronde gli spagnoli non sono gli unici ad essere rimasti delusi. Io, ad esempio, sperando nella vittoria di Mahmood & Blanco mi ero messo sotto i vestiti un costume tipo quello di Ursula Andress in 'Agente 007 - Licenza di uccidere' per poter tenere fede alla promessa che avrei sfilato in perizoma e reggiseno in caso di vittoria dell'Italia. E niente". La delusione di Malgioglio "è stata doppia, perché l'altro mio candidato alla vittoria era il concorrente britannico Sam Ryder, il più bello e bravo, e neanche lui ha centrato l'obiettivo anche se è arrivato secondo". "Nelle competizioni - prosegue Malgioglio - ci sono sempre i delusi e la vittoria dell'Ucraina era nell'aria dall'inizio. Per il suo valore simbolico in questo momento di sofferenza del popolo ucraino. Io stesso sono entrato in scena vestito di giallo e blu nella finale... Ma per il resto sono stato sincero ed equilibrato: ne ho bocciati molti ma ne ho apprezzati tanti. Su 41 canzoni non mi potevano piacere tutte". Infine, a chi lo definisce con la sua stessa ironia il vincitore morale di questa edizione, Malgioglio sta al gioco e corregge: "Sono anche il vincitore immorale, con tutti i potenziali fidanzati di cui ho parlato in trasmissione...", conclude scoppiando in una fragorosa risata.
(Adnkronos) - Quale vino abbinare alla mozzarella di bufala campana Dop? Per risolvere il classico dilemma, la risposta è innanzitutto conoscere e studiare. Per questo, il Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop ha promosso 'Bufala & Wine in Love', il primo corso di formazione per mozzarella-lovers dedicato al matrimonio perfetto tra Bufala Dop e vini, in programma il 19 e 20 maggio nella sede delle Cavallerizze all’interno della Reggia di Caserta. Due giornate per imparare a degustare e abbinare la mozzarella di bufala campana Dop con le principali eccellenze del mondo vinicolo. L’iniziativa rientra nel programma della Scuola di Formazione del Consorzio di Tutela ed è organizzata in collaborazione con Ais Caserta e Onaf. A guidare gli allievi saranno infatti Pietro Iadicicco, delegato Ais Caserta, e Maria Sarnataro, vicepresidente nazionale dell’Onaf. Ci si può iscrivere al corso sul sito www.mozzarelladop.it. “Mozzarella di bufala campana e vino - spiegano i docenti - sono due prodotti andati sempre a braccetto. Consapevoli che è una importante responsabilità quella di avventurarsi in un mondo fatto di preferenze ben consolidate, abbiamo deciso di farlo in maniera tecnica, ponderata ma anche osando, attraverso dei veri laboratori, in cui partiremo da cosa significa degustare, come si può leggere un’etichetta, come si assaggia una Bufala Dop per poi arrivare al matrimonio ideale”. A sottolineare le finalità dell’evento è Marco Nobis, amministratore di Mbc Service, la società in house del Consorzio che gestisce la Scuola di Formazione: “L’obiettivo della Scuola, fondata nel 2017, è proprio quello di promuovere la conoscenza di questa eccellenza, avvicinando soprattutto i giovani alla filiera. Esplorare l’infinito mondo del legame tra bufala e vino è un’occasione perfetta per raccontare in maniera moderna e coinvolgente il nostro prodotto”.
(Adnkronos) - Decarbonizzazione e sicurezza energetica sono le parole d’ordine in tema di energia oggi, alla luce degli impegni europei sul clima ma anche per via dell’attuale contesto geopolitico e del conflitto in Ucraina oltre che del caro materie prime. Il ruolo delle rinnovabili in questo scenario risulta centrale ma non basta: una loro crescita accelerata deve essere accompagnata dallo sviluppo delle infrastrutture di trasporto dell’energia e dei sistemi di accumulo. Ecco di cosa si tratta. “I sistemi di accumulo sono un insieme di batterie che possono accumulare l’energia in eccesso prodotta da un impianto a fonte rinnovabile, come ad esempio un impianto fotovoltaico, nei momenti di massima produzione. L’energia accumulata potrà essere utilizzata o immessa in rete in un momento successivo, caratterizzato da produzione minore o assente. Questo è un aspetto di fondamentale importanza, considerando la caratteristica non prevedibilità delle energie rinnovabili che, grazie ai sistemi di storage, può essere risolta", spiega all’Adnkronos Raffaello Teani, Commercial&Marketing Manager di Saet, azienda che fa parte di Falck Renewables Next Solutions, con sede a Padova, e che realizza sistemi e impianti per la produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica. "Ma questo non è l’unico vantaggio offerto dall’accumulo dell’energia: esse, infatti, permettono di gestire meglio i picchi di domanda e offerta sulla rete, rendendola più stabile e nello stesso tempo di gestire in modo ottimale il mercato dell’energia in acquisto e in vendita. Questo perché l’energia potrà essere rilasciata in rete quando il mercato è più favorevole, o acquistata dalla rete e stoccata nelle batterie nel momento in cui il prezzo e più conveniente”, aggiunge. “Non meno importante, considerando il periodo storico, lo storage permette di favorire gli autoconsumi o di migliorare l’efficienza della rete e la sicurezza di approvvigionamento a costi controllabili, o comunque mitigabili, dell'energia, favorendo così il percorso di transizione energetica”, aggiunge. In questa direzione, “a livello infrastrutturale servono strutture di connessione adeguate (stazioni di alta-media tensione) per poter immettere e prelevare energia dalla rete ed erogare i servizi alla medesima. Non da ultimo sono necessari investimenti in innovazione, ricerca e sviluppo per la realizzazione di un’adeguata filiera tecnologica nel Paese”. Quindi, in sintesi, “i sistemi di accumulo sono una tecnologia che garantisce flessibilità e che può assicurare lo stoccaggio di sovrapproduzioni di energia, di ritiro di energia in momenti di convenienza di mercato e soprattutto di fornire servizi ancillari per la stabilità della rete. Grazie ai sistemi di accumulo, un mix di fonti rinnovabili (per definizione non prevedibili) può diventare prevedibile. Questi sistemi non sono un semplice magazzino dove stoccare energia. Sono una risorsa necessaria a garantire flessibilità, sicurezza di tutti i parametri di rete, oltre che prezzi di acquisto e vendita dell’energia più vantaggiosi”. Ma a che punto è la loro implementazione? E' possibile immaginare un’Italia 100% rinnovabile al 2050? “È possibile - spiega Teani - ma il recente scenario globale ci impone delle riflessioni in quanto, con estrema franchezza, il mercato delle tecnologie di accumulo, le batterie e nello specifico i sistemi al litio in particolare, è legato alle così dette ‘terre rare’, rendendoci dipendenti da un’area geografica del mondo”. Questo "rende ancora più evidente la necessità di essere autonomi dal punto di vista energetico, da una parte sviluppando i sistemi di accumulo e, dall’altra, implementando una strategia che sviluppi un mix energetico tale da favorire la nostra transizione". In questo senso, “le risorse principali di cui disponiamo a livello Paese sono il sole, il vento e l’acqua, ma è chiaro che non possono bastare ad arrivare a quel principio di neutralità energetica a cui miriamo in questi target, sia temporale sia in termini di energia prodotta”. Secondo Teani, “serve un percorso graduale e che si sviluppi di pari passo con la disponibilità di materie prime in modo da mitigarne i costi di investimento e di produzione. Necessitiamo quindi di una strategia di medio-lungo respiro”. In ogni caso, “partendo dall’attuale contesto che vede il fabbisogno nazionale coperto per un terzo dalle rinnovabili e sostenuto da 8 GW di accumulo installato, di cui 400 MW elettrochimico e 7,6 GW di pompaggio (Dati Terna e Anie), va considerato che, come riportato da Terna nei dati utilizzati per il Piano di Sviluppo, non basterà limitarsi a perseguire uno sviluppo della produzione di rinnovabili. Questo deve essere accompagnato dallo sviluppo delle infrastrutture di trasporto dell’energia, sia di trasmissione che di distribuzione, e poi dai sistemi di accumulo sia tradizionali da pompaggio che elettrochimico, di grande e piccola taglia”. Procedendo in questa maniera “coordinata e coerente, ossia prevedendo più rinnovabili, più infrastrutture e più accumulo, si riuscirà sicuramente ad arrivare al 2050 con una quota residuale di produzione da fonte fossile che potrebbe rispondere a esigenze molto localizzate di sicurezza e di adeguatezza, mentre la gran parte del nostro fabbisogno potrà essere soddisfatto dalle fonti rinnovabili". In sostanza: "Più rinnovabili, più infrastrutture, più accumulo”.