(Adnkronos) - La Commissione europea taglia le stime di crescita del Pil dell’Italia per quest’anno dal +4,1% previsto il 10 febbraio, prima che la Russia attaccasse l’Ucraina, al +2,4%. Limata, nelle previsioni economiche di primavera, anche la stima per l’anno prossimo, a +1,9% da +2,3%. Il deficit è atteso al 5,5% del Pil quest’anno al 4,3% l’anno venturo. Il debito pubblico è in calo dal 150,8% del Pil l’anno scorso al 147,9% quest’anno e al 146,8% l’anno prossimo. Il tasso di inflazione in Italia è previsto in salita al 5,9% quest’anno, dal +1,9% del 2021, per poi moderarsi al +2,3% l’anno venturo, secondo le previsioni della Commissione Europea. Le prospettive dell’economia italiana rimangono "soggette a pronunciati rischi al ribasso". In particolare, "essendo l’Italia uno dei maggiori importatori di gas naturale russo tra i Paesi Ue, sarebbe gravemente colpita da improvvise interruzioni delle forniture", sottolinea la Commissione europea, nelle previsioni economiche di primavera diffuse. La "maggior parte" della crescita di quest’anno, spiega ancora la Commissione, è dovuta all’effetto "trascinamento" eredità della "vivace ripresa del 2021. Il ritorno dell’economia ai livelli precrisi è dunque rimandato alla seconda metà del 2022". La crescita attesa per il 2023, a +1,9%, è comunque "considerevolmente al di sopra della media di lungo periodo". In Italia "la ripresa del turismo è prevista sostenere l’esportazione di servizi, ma è improbabile che raggiunga i livelli precrisi prima del 2023", riportano ancora le previsioni economiche.
(Adnkronos) - "Il concetto di 'take care' non può essere ristretto solo al volontariato. Bisogna aprirsi all'amore per lo studio e per il proprio lavoro". A dirlo monsignore Andrea Lonardo, direttore ufficio pastorale universitaria, intervenendo alla presentazione del 10° Rapporto di ricerca dell’Osservatorio permanente sui giovani della Link Campus University.
(Adnkronos) - L'Italia accoglie i migliori talenti imprenditoriali provenienti dall'Africa selezionati durante la Tech Week di 'Next Generation Africa'. L'occasione per conoscere start up particolarmente attente al tema della sostenibilità, progetti a cui Eni crede in modo particolare e a cui è pronta ad offrire il suo supporto. Sostenibilità, Eni sostiene le startup impegnate in Africa (VIDEO) Tra queste c’è Kimuli Fashionability, società ugandese ad impatto sociale che coniuga la sfida del riciclo dei rifiuti plastici con il sostegno di 102 collaboratori con disabilità. "Quello che facciamo è trasformare la crisi dei rifiuti plastici in Africa in un'opportunità di lavoro per disabili e giovani. Trasformare la plastica in indumenti e accessori duraturi, sostenibili e impermeabili, spiega Zaharah Nabirye, co-founder e direttrice di Kimuli Fashionability. La start up ugandese è stata presentata al PoliHub di Milano all'interno del programma di Startup Africa Roadshow, in un evento organizzato da Joule, la scuola di Eni per l'impresa. "Eventi come questo sono molto importanti soprattutto per Kimuli Fashionability - prosegue Zaharah Nabirye - e in più abbiamo conosciuto diversi retailer che porteranno i nostri prodotti sul mercato italiano. Quindi penso che questo sia un ottimo risultato per noi e siamo sempre contenti quando capitano queste occasioni". Più che mai importante, anche a livello sociale, è il progetto di Musa Social Venture, start up nata dall'ecosistema Joule. Una realtà unica nel settore della formazione e dell’imprenditoria che parte dal valore della persona per far crescere una nuova generazione di imprenditrici e imprenditori e per promuovere una nuova idea di impresa, basata sulla sostenibilità, sull’economia circolare e sulla decarbonizzazione in tutti i settori non necessariamente Energy. "Lavoriamo sul tema della povertà mestruale e della stigmatizzazione del ciclo mestruale - spiega Rebecca Cenzato, ceo di Musa Social Venture - In tantissime parti del mondo le persone con le mestruazioni non possono accedere ai prodotti di igiene mestruale a causa dello stigma e a causa dell'assenza di questi prodotti sul mercato. Musa propone una soluzione olisticamente sostenibile realizzando e commerciando nelle zone rurali dei Paesi in via di sviluppo assorbenti compostabili fatti a partire dalla fibra di banana. Un materiale che entra in circolo nel ciclo di produzione a partire dagli scarti delle coltivazioni”.