INFORMAZIONIGruppo Humanitas Research Hospital - Istituto Clinico Humanitas Sanità Ruolo: Responsabile HR, Gestione Staff e Cost Control Area: Human Resource Management Barbara Ramazzotti |
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(Adnkronos) - Pur essendo stato dispensato da Papa Francesco dal segreto pontificio, mons. Angelo Becciu, nel lungo interrogatorio di oggi al processo in corso in Vaticano, non ha voluto parlare del caso di Cecilia Marogna e della liberazione della suora Gloria Cecilia Narvaez, rapita in Mali dai jihadisti. A una domanda del promotore di giustizia relativa a uno scambio di messaggi con mons. Perlasca risalenti a quando già non era più il numero 2 della Segreteria di Stato, Becciu ha chiesto: "Su questo posso fare una dichiarazione?". E poi ha spiegato: "Allora sulla contestazione che mi viene rivolta circa la signora Marogna ho già contribuito alla ricostruzione della verità che il Tribunale sta conducendo, offrendo anche chiarimenti che sembrano esaustivi. A tutela del Santo Padre, della Santa Sede e di molte missionarie tutt'oggi presenti in territori remoti e pericolosi ritengo di non dover ulteriormente dettagliare l'operazione di liberazione di suor Gloria". Dopo poco, il promotore ha insistito: "La segreteria di Stato si è mai occupata in passato, rispetto alla vicenda di Suor Gloria, di altri sequestri di persona?" "Mi avvalgo della facoltà di non rispondere", ha detto Becciu. E ancora: "Lei si è occupato personalmente di altri sequestri di persona?". "Su questo argomento mi avvalgo della facoltà di non rispondere", ha ribadito il cardinale. Becciu ha comunque risposto ad alcune domande sull'imprenditrice sarda, ricordando che il primo colloquio con la Marogna avvenne "nel giugno 2016, in Segreteria di Stato", e fu "procurato da una sua richiesta" via mail. Tra il 2016 e il 2018 quanti incontri? "Non lo ricordo, avvenivano in ufficio, in Segreteria di Stato, qualche volta in ristorante". Sarebbe stato Becciu a chiederle un parere sul sequestro della suora, a quanto riferito dallo stesso porporato: "Si conversava della situazione in generale, politica, internazionale, di problemi di sicurezza. Lei mi disse che ci poteva essere una possibilità di aiutare e liberare questa suora". "In quel momento lei aveva già procurato gli incontri in Segreteria di Stato di cui ho detto" con i vertici dei Servizi, ha aggiunto Becciu rispondendo all'accusa che gli chiedeva delle 'referenze' dell'imprenditrice. "Il curriculum vitae me lo raccontò...", ha spiegato il cardinale, aggiungendo: "So che collaborava con i Servizi, non posso dire di più". E assicurando che i soldi "servivano per l'operazione", cioè per la libertà della suora, "ma non per il riscatto. Di riscatto non ho parlato mai". Quanto alla domanda se avesse avuto un confronto con la Marogna sulle contestazioni che le erano state mosse, Becciu, che ha confermato di aver incontrato la donna anche nel suo appartamento in Vaticano, ha assicurato che lei gli ha sempre escluso di aver utilizzato soldi per spese voluttuarie. Becciu ha confermato il pernottamento a casa sua di Cecilia Marogna, manager sarda coinvolta nell’inchiesta. Interrogato dal pm Alessandro Diddi, ha raccontato che una sera "lei venne da me. Dovevamo parlare e si fece tardi. Le suore mi dissero che la Marogna aveva paura del Covid e non voleva andare in albergo. Io acconsentii. La rincontrai la mattina dopo a colazione". Sempre sui rapporto con Marogna, Becciu ha detto che con lei "si conversava sulla geopolitica". Il cardinale ha detto che dopo la scarcerazione della Marogna ebbero modo di rivedersi: "La incontrai in Sardegna a Natale 2021. Per me fu un atto sacerdotale". Incalzato da Diddi se avesse mai contestato a Marogna l’utilizzo dei soldi del Vaticano per spese voluttuarie, il cardinale ha detto che glielo contestò "ma lei mi ha sempre negato. Era una donna distrutta". Becciu sul riscatto per la liberazione della religiosa sequestrata, suor Gloria ha detto: "Ritengo di non dovere dettagliare ulteriormente sull’operazione di liberazione di suor Gloria. E non ho mai usato la parola riscatto, non la voglio nemmeno sentire". Molte delle domande formulate dal pm a Becciu hanno riguardato i singoli investimenti finanziari oggetto del processo. Nell’udienza, Becciu ha ribadito ancora una volta: “Non ho mai messo in atto decisioni strategiche di investimento. Quelle compiute sono state fatte in base alle proposte dell’Ufficio apposito, principalmente per il tramite di mons. Perlasca — la cui posizione è stata archiviata —. Mi davano le loro motivazioni come è avvenuto per il palazzo di Londra e non avendo avuto ragioni contrarie ho dato il mio assenso”. Monsignor Alberto Perlasca "non mi disse niente sulle criticità" legate al Palazzo di Londra. Lo ha detto il cardinale Angelo Becciu parlando del capo del suo ufficio amministrativo, nel corso del lungo interrogatorio davanti al Tribunale Vaticano per lo scandalo finanziario legato alla compravendita del Palazzo londinese di Sloane Avenue. Becciu ha ribadito "stima per la sua correttezza e onestà. Ciò che gli rimprovero è che non mi informò di eventuali criticità degli investimenti". Ha ricordato poi che dal suo ufficio "mi sottolinearono i grandi vantaggi dell’operazione. Solo vantaggi, non note negative". Inoltre, ha spiegato, "mi fidavo di Mons. Perlasca, da sempre ritenuto esperto e competente nelle sue materie" . "Lo stress di questo processo ha influito molto sulla mia memoria", ha affermato Becciu nel corso dell’interrogatorio fiume -che proseguirà domani -davanti al Tribunale Vaticano nell’ambito del processo sullo scandalo finanziario legato alla compravendita del Palazzo londinese di Sloane Avenue. Il pm Diddi, nel corso dell’interrogatorio ha contestato al cardinale i suoi ‘non ricordo’ , provocando anche la reazione del difensore di Becciu, al che Becciu ha risposto: "Non è che firmavo senza guardare ma c’erano centinaia di documenti da firmare. Il sostituto alla segreteria di Stato ha mille cose da fare". Sul licenziamento di Libero Milone, il primo Revisore generale dei conti vaticani, "diedi corso alla richiesta del Papa che mi disse: ‘Non gode più della fiducia del Santo Padre. Le chieda di rendere le sue dimissioni". Un continuo botta e risposta tra il pm Alessandro Diddi, Becciu e la sua difesa con il presidente Pignatone a calmare di volta in volta le acque. Giornata di grande tensione. Domani continuerà l’interrogatorio di Becciu. Quindi Diddi chiede a Becciu sulle dimissioni di Milone. "Non ho responsabilità. Diedi corso - ha spiegato Becciu - alla richiesta del Papa". Particolare non secondario: Becciu, nel corso dell’interrogatorio, ha detto che "in questi giorni" ha chiesto al Papa se poteva parlare liberamente sulla vicenda Milone.
(Adnkronos) - La questione della sicurezza e della sostenibilità alimentare è una delle sfide più urgenti di questo momento storico, resa ancora più acuta da contingenze drammatiche come la pandemia da Covid 19, la guerra in Ucraina e i cambiamenti climatici in atto. Con l’appuntamento di apertura di Codeway – Cooperation Development Expo, la manifestazione di Fiera Roma dedicata alla cooperazione internazionale, si è affrontato il tema con l’obiettivo di dargli un taglio propositivo e operativo, ponendo al centro possibili azioni concrete promosse dal sistema Italia e dagli operatori privati e guardando con attenzione il ruolo che le imprese italiane possono giocare nella strategia di proiezione internazionale dell’Italia sul tema della sicurezza e della sostenibilità alimentare, ponendosi al centro non solo del dibattito ma anche dell’azione che il nostro Paese svilupperà in questo settore centrale della nostra cooperazione internazionale. "L'Italia -ha commentato la vice ministra degli Esteri Marina Sereni, intervenendo in collegamento da Berlino a Codeway - guarda con grande preoccupazione alla situazione dei Paesi dell'area del Mediterraneo generata dalla guerra in Ucraina in termini di aumenti dei prezzi e di penuria dei beni di base e alle conseguenze geopolitiche, economiche e sociali di questa situazione". Per vincere la sfida della sicurezza alimentare e promuovere sistemi agroalimentari più sostenibili -secondo Sereni– è necessario favorire la cooperazione tra tutti gli attori, istituzionali e non, in una prospettiva multilaterale e multi-attoriale che investa nella ricerca di sinergie, alleanze e partenariati di lungo periodo”. La vice ministra ha quindi ribadito che “per vincere la sfida della sicurezza alimentare e promuovere sistemi agroalimentari più sostenibili, le imprese giocano un ruolo centrale", ha concluso Sereni. Ha posto l’attenzione sulla centralità del ruolo delle imprese anche Angelo Riccaboni, presidente fondazione Prima, Barcellona, e Santa Chiara Lab, UniSi, Co-Chair UN Sdsn Europe, Parigi. “In questo stesso periodo è maturata anche la consapevolezza che le imprese possono fornire un contributo positivo ad affrontare le questioni ambientali e sociali cui ci troviamo di fronte", ha illustrato. "Questo -ha continuato- può avvenire in due modi: inducendo le imprese a migliorare la quantità e la qualità, compresa la sostenibilità, delle proprie produzioni e sfruttando al massimo il loro potenziale di cooperazione in ragione della loro partecipazione alle filiere globali. In tale contesto, l’esperienza italiana appare particolarmente significativa. Interessanti potenzialità – ha sottolineato Riccaboni - sono espresse in particolare dal modello di filiera venutosi a creare in Italia e per le modalità con cui le imprese italiane partecipano alle filiere globali. Le filiere italiane sono costituite, tradizionalmente, da aziende molto attente ai territori, capaci di valorizzare, attraverso prodotti di qualità, l’elevato grado di biodiversità del nostro Paese, le differenti produzioni agroalimentari e le eterogenee culture locali del cibo”. Soluzioni preziose in termini di accesso al cibo, benessere delle persone e futuro del Pianeta possono derivare dalla diffusione di un modello, come quello agroalimentare italiano, basato sulla valorizzazione delle produzioni locali, intense connessioni con il territorio e le comunità, capacità di connettere filiere corte con quelle internazionali, attenzione all’impatto ambientale e alla freschezza dei prodotti, giusto equilibrio fra tradizione e innovazione. “È sbagliato e frutto di interessi di parte voler standardizzare il cibo -ha commentato Ivano Vacondio, presidente Federalimentare- e dobbiamo riconoscere che è stato fatto da tutto il nostro Paese un lavoro straordinario per diffondere la cultura e la conoscenza della dieta mediterranea”. Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati, ha sottolineato l’impegno della rete di imprese “nel promuovere lo sviluppo del settore agroalimentare a livello internazionale, in particolare in quei Paesi emergenti come la Tunisia e Kazakhstan. Per poter mettere a frutto l’impegno della Rete dei mercati – ha spiegato Pallottini -, abbiamo chiesto, suscitando una reazione positiva ed entusiasta, che i Rappresentanti istituzionali e, in primis il Maeci, ripongano una maggiore attenzione a queste realtà, accompagnandole nelle scelte strategiche, potenziando gli scambi commerciali e creando le giuste condizioni per valorizzare il know how italiano fatto di grandi professionalità e competenze. Solo attraverso una costante sinergia tra istituzioni e operatori, riusciremo a esportare il Made in Italy”. La rappresentante speciale dell’Unione Europea per il Sahel, Emanuela Del Re, ha sottolineato l'importanza di incrementare il coinvolgimento delle imprese che si occupano di conservazione e trasformazione degli alimenti per dare un contributo "utilissimo" alla causa dello sviluppo nella regione. “Il trasferimento delle competenze del settore privato tramite reti di conoscenze come le diaspore – ha dichiarato Del Re - è fondamentale per creare sistemi che possano risolvere problemi di crescita e sostenibilità nella regione del Sahel”. Il vice direttore generale aggiunto della Fao Maurizio Martina ha ricordato come la concomitanza di crisi drammatiche abbia reso ancora più grave l’emergenza alimentare, facendo registrare tra 2020 e 2021 193 milioni di persone nell’area della fame, 40 milioni di persone in più in un anno. “Nonostante la drammaticità della situazione -ha precisato Martina- non sono tra quelli che pensano che dobbiamo rinunciare ai temi della sostenibilità. Dobbiamo affrontare il nodo della sicurezza alimentare nella sua molteplicità di aspetti”. Rispetto al ruolo dell’Italia, Il vice direttore generale aggiunto della Fao ha sottolineato che bisogna “valorizzare di più e meglio le specificità che abbiamo. Bisogna fare sistema e costruire un’idea di collettivo attorno alle eccellenze”. Hanno ribadito l’obiettivo di fare di Codeway uno strumento di supporto alle imprese italiane interessate a incominciare o incrementare la propria presenza sui mercati internazionali e impiegare “creatività” e “innovazione” per una soluzione alle sfide dello Sviluppo Sostenibile, come auspicato dall’Agenda 2030, Monica Lucarelli, assessora alle Attività Produttive e Pari Opportunità, Roma Capitale, Paolo Orneli, assessore Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Università, Ricerca, Start – Up e Innovazione Regione Lazio e Fabio Casasoli, Amministratore unico di Fiera Roma. “Le ragioni che rendevano straordinaria l’idea alla base di Codeway -ha detto Orneli - prima della pandemia, oggi si sono rafforzate. Il Covid-19 ha messo fine a un modello di sviluppo sbagliato, le ragioni alla base della cooperazione allo sviluppo oggi sono tutte più forti”.
(Adnkronos) - “La Net Zero Grid Day è un’iniziativa che abbiamo lanciato in cui dichiariamo le ambizioni di decarbonizzazione entro il 2040 di Enel e quindi ovviamente come parte importante di Enel anche nella nell'ambito delle reti della distribuzione elettrica abbiamo la nostra traiettoria di decarbonizzazione che ci porterà essere a emissioni Zero entro il 2040. Questo significa disegnare una traiettoria di evoluzione tecnologica, di investimenti, di rinnovamento dell'infrastruttura in modo che possa essere completamente compatibile con questa ambizione. Quindi molte meno emissioni e zero emissioni e laddove non riusciremo ad azzerare solo in via finale mitigarle, compensarle con progetti alternativi. Oggi lanciamo questa iniziativa in un modo particolare perché lo facciamo in modo aperto: questa è una sfida che non ha senso vivere da soli come reti di Enel, perché in realtà è la sfida che dovranno vivere tutte le reti distribuzione del mondo. Ricordatevi che emettere è un grammo di CO2 non importa dove viene fatto il danno che si produce è lo stesso: quindi dobbiamo tutti insieme come industria evolvere questa ambizione di decarbonizzazione. Quindi oggi annunciamo il nostro commitment ma annunciamo anche un'iniziativa interessante di collaborazione, di open collaboration, perché lanciamo la Open Power Grids Association, che è un'associazione attraverso cui chiunque vuole potrà collaborare nella definizione attiva delle nuove specifiche sostenibili delle tecnologie che noi utilizzeremo da oggi fino al 2040: per realizzare questa ambizione non ha senso lavorare da soli ha molto più senso lavorare e collaborando perché tanto lo sforzo che abbiamo davanti enorme da una parte è fattibile ma che si fa molto meglio se lavoriamo insieme verso questo obiettivo comune. Questa collaborazione nel concreto si traduce nel fatto che noi abbiamo definito una piattaforma in cui ci si potrà iscrivere, con ruoli diversi a seconda di quale ruoli si abbia in questa industria, quindi le utility, i produttori di ma anche studenti di elettrotecnica, professori si potranno iscrivere in questa piattaforma e collaborare fattivamente al disegno di nuove tecnologie facendo evolvere lo stato dell'arte attuale. Per essere chiari noi caricheremo con un click un po' iconico con questa piattaforma tutte le nostre specifiche tecniche: quindi saranno visibili a tutti quelli che avranno aderito a questa iniziativa e da quel momento tutti potranno proporre evoluzioni che poi una volta validate l’ambizione è che diventino lo standard di mercato. Il beneficio finale è che diventando uno standard di mercato la sostenibilità avverrà al minor costo possibile, la nostra ambizione è che avvenga a un costo inferiore a quello delle tecnologie attuali, facendo avanzare velocemente e magari creando vantaggi economici per i consumatori”.