INFORMAZIONIHR Solutions & Results Gestione Risorse Umane e Formazione Aziendale Ruolo: Partner, Amministratore Area: Human Resource Management Marisa Marchisio |
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(Adnkronos) - Con la variante Omicron il rischio di contagiarsi nuovamente, dopo aver già avuto il Covid, è più alto tra gli under 50, nelle donne, tra chi ha contratto la prima volta il virus da oltre 7 mesi, tra i non vaccinati o gli immunizzati con una sola dose e tra gli operatori sanitari. E' quanto emerge dal report settimanale dell'Istituto superiore di Sanità (Iss) sulla sorveglianza epidemiologica di Covid-19 e l'efficacia vaccinale, diffuso oggi nella versione integrale, dal quale risulta inoltre che - dal 24 agosto 2021 al 18 maggio 2022 - sono stati segnalati 489.414 casi di reinfezione, pari al 3,9% del totale dei casi notificati. Percentuale che nell'ultima settimana risulta pari a 6%, stabile rispetto alla settimana precedente. Dunque, l'analisi del rischio di reinfezione evidenzia che esso è significativamente maggiore: nei soggetti con prima diagnosi di Covid notificata da oltre 210 giorni rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi di Covid-19 fra i 90 e i 210 giorni precedenti; tra non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni; nelle femmine rispetto ai maschi (fenomeno verosimilmente dovuto alla maggiore presenza di donne in ambito scolastico (più dell'80%), dove viene effettuata una intensa attività di screening e al fatto che le donne svolgono più spesso la funzione di caregiver in ambito familiare. E nelle fasce di età più giovani (dai 12 ai 49 anni) rispetto alle persone con prima diagnosi in età compresa fra i 50-59 anni (verosimilmente attribuibile a comportamenti ed esposizioni a maggior rischio, rispetto alle fasce d'età over 60), e tra gli operatori sanitari più esposti rispetto al resto della popolazione. IL CONTAGIO - L'efficacia del booster del vaccino anti Covid, nel periodo di prevalenza Omicron, nel prevenire il contagio è pari al 58% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster rispetto ai non vaccinati. Percentuale che si attesta al 44% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, al 34% tra i 91 e 120 giorni e al 46% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale. Dal report emerge inoltre che chi ha fatto il booster ha un rischio inferiore dell'88% di ammalarsi in modo grave rispetto ai non vaccinati, del 70% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, del 69% con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e del 71% tra chi ha completato la vaccinazione da oltre 120 giorni.
(Adnkronos) - Un quantitativo di acciaio pari al peso di 800 Tour Eiffel, per un valore economico di 1 miliardo di euro di materia recuperata: è quanto si è risparmiato in Italia dal 2000 ad oggi grazie al riciclo degli imballaggi in acciaio, quali ad esempio barattoli, scatole, scatolette, lattine, fusti, secchielli, bombolette, tappi e chiusure. Un risultato possibile grazie all’impegno di tutta la filiera, a partire dai cittadini: nel 2021 la raccolta pro capite di imballaggi in acciaio è cresciuta ulteriormente raggiungendo quota 4,4 kg per abitante, con un aumento del +9,7% rispetto all’anno precedente. I dati sono stati presentati a Roma in occasione dell’assemblea annuale di Ricrea, il Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi in Acciaio parte del Sistema Conai, che celebra quest’anno i 25 anni di attività, e sono contenuti nel Green Economy Report 'Dall’acciaio all’acciaio: il contributo nella lotta al cambiamento climatico' elaborato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile. “Siamo orgogliosi del percorso compiuto in questi 25 anni e dei risultati raggiunti: grazie al lavoro sinergico dell’intera filiera oggi l’Italia costituisce un’eccellenza a livello europeo - commenta Domenico Rinaldini, presidente di Ricrea - Complessivamente abbiamo avviato al riciclo 7,5 milioni di tonnellate di imballaggi. Già nel 2002 abbiamo superato l’obiettivo del 50% dell’immesso al consumo fissato dalla direttiva europea per il 2008, e il tasso di riciclo è cresciuto fino ad attestarsi negli ultimi anni su valori superiori al 70%, l’obiettivo da raggiungere nel 2025. Questi dati dimostrano che il nostro sistema ha reagito bene all’impatto della pandemia, assicurando anche in questi anni difficili il corretto avvio al riciclo degli imballaggi in acciaio provenienti dalla raccolta differenziata e creando valore: l’acciaio infatti è un materiale permanente, che si ricicla al 100% all'infinito”. Costituito nel 1997 il Consorzio Ricrea è un’organizzazione senza scopo di lucro, che ha l’obiettivo di favorire la raccolta, il riuso e l’avvio a riciclo di tutti i rifiuti di imballaggio in acciaio. Oggi Ricrea conta 317 consorziati e un vasto numero di operatori distribuiti sull’intero territorio nazionale. Ricrea promuove inoltre, attraverso l’Accordo Quadro Anci-Conai, la crescita della raccolta differenziata attivando convenzioni per regolare l’erogazione di un corrispettivo economico. Dal 2000 ad oggi ai Comuni Italiani sono stati riconosciuti corrispettivi per un importo complessivo di oltre 227 milioni di euro per il pagamento dei maggiori oneri per l’organizzazione della raccolta differenziata. Oggi sono attive 431 convenzioni per un totale di 6.033 Comuni coinvolti e 50.290.000 persone servite. Nell’ultimo anno è ulteriormente aumentata la quota pro-capite di imballaggi in acciaio raccolti, in media 4,4 Kg (+9,7% rispetto al 2020). Nel 2021 in Italia sono state avviate al riciclo 390.000 tonnellate di imballaggi in acciaio, sufficienti per realizzare circa 3.900 km di binari ferroviari. I 7,5 milioni di tonnellate di imballaggi in acciaio avviati al riciclo in Italia dal 2000 ad oggi hanno consentito di ottenere un risparmio di 8 milioni di tonnellate di materiale primario, generando benefici economici per 1 miliardo di euro di materia recuperata e 386 milioni di euro di CO2 evitata. L’avvio a riciclo dei rifiuti di imballaggio in acciaio e la rigenerazione di fusti e cisternette a livello nazionale ha consentito, tra il 2000 e il 2021, di evitare l’emissione in atmosfera di circa 12 milioni di tonnellate di CO2eq, pari alle emissioni generate da 7 milioni di autovetture con percorrenza media di 10.000 km, e ha permesso al nostro Paese di evitare il consumo di circa 50mila GWh di energia primaria, pari al consumo medio di energia di circa 13 milioni di famiglie italiane.