INFORMAZIONILinkedIn Corporation ltd Internet e Portali Ruolo: Corporate Solutions Consultant Area: Sales Management Cristina Arbini |
INFORMAZIONILinkedIn Corporation ltd Internet e Portali Ruolo: Corporate Solutions Consultant Area: Sales Management Cristina Arbini |
(Adnkronos) - Centinaia di tricolori sotto la sede di Casapound in via Napoleone III a Roma e uno slogan, "Draghi vattene", per il sit in 'spontaneo' organizzato dal movimento dopo che il corteo preavvisato che sarebbe dovuto partire da piazza Santa Maria Maggiore è stato vietato dalla questura di Roma per motivi di ordine pubblico. Sul palazzo occupato dal movimento diversi striscioni che spiegano i motivi della protesta. "Ecco perché Casapound non deve manifestare: 1.384.000 nuovi poveri, 10mila imprese fallite, +30% costo pane, benzina, luce e gas, 58esimo posto per la libertà di stampa", spiega Luca Marsella, portavoce di CasaPound Italia, il primo a prendere la parola prima ancora che inizi il comizio, che prevede interventi dello stesso Marsella, del fondatore del movimento Gianluca Iannone e di Sergio Filacchioni, responsabile del Blocco studentesco nazionale. "Oggi ci riprendiamo la libertà - dice Marsella - Il divieto che ci è stato imposto viene soltanto da pressioni politiche e dalla volontà del Pd, ed è inaccettabile. A CasaPound sono state sempre rivolte accuse pretestuose ma non eravamo mai arrivati a questo punto. A quelli che ci sventolano in faccia la Costituzione diciamo: 'O ci mettete fuorilegge o ci consentite di manifestare'". Marsella rivendica poi i 18 anni di esistenza di Casapound e aggiunge: "Oggi siamo qui perché, pur non avendo accettato il divieto della questura, abbiamo dimostrato ancora una volta senso di responsabilità, spostando il sit in sotto questo palazzo che dà tanto fastidio ai più". Tuttavia, ribadisce, "questa era una manifestazione contro il governo e non sulle strumentalizzazioni che sono state fatte. Abbiamo 1,5 mln e mezzo di nuovi poveri, abbiamo 10mila aziende che sono fallite, l'Italia al 58esimo posto per la libertà di stampa. Ci sono stati aumenti sulle bollette, sulle materie prime, sulla benzina e su tutto questo il governo Draghi non ha dato nessuna risposta. È soltanto esecutore di interessi sovranazionali e non certo di interessi del popolo italiano. Ma noi siamo il popolo italiano". Piccolo colpo di scena poi, quando il leader storico del movimento, Gianluca Iannone, si affaccia alla finestra del palazzo occupato per un mini-comizio: "Già leggo i giornali di domani 'a Casapound fanno i discorsi dai balconi', ma questa è una finestra no?'", scherza Iannone. Spazio anche all'attualità con la questione Ucraina e il caso alpini. "La nostra posizione sulla Russia è chiara: dobbiamo uscire dal discorso delle tifoserie, Casapound sì sta con il popolo ucraino, ma non sta con la Nato", dice Marsella, rispondendo a una domanda sulla guerra. Mentre, sul caso delle presunte molestie a Rimini, il commento è tranchant: “Per una settimana il problema dell’Italia sono stati gli Alpini perché hanno fatto degli apprezzamenti su alcune donne... Ma che s'erano bevuti?". La manifestazione si chiude alle 19 senza nessuna tensione, con via Napoleone III che viene riaperta al traffico, dopo un pomeriggio di stop alle auto e presidio delle forze dell'ordine, con tanto di elicottero a sorvolare la zona. Al presidio si stima la partecipazione di circa 400 persone. In contemporanea, a piazzale Tiburtino, il presidio degli antifascisti (Fronte gioventù comunista), un'ottantina di persone, un sit in anche in questo caso pacifico e senza problemi di ordine pubblico.
(Adnkronos) - "La protezione dei dati personali non è più la privacy ma è la tutela di un principio fondamentale di libertà". A dirlo Agostino Ghiglia, componente del Garante per la protezione dei dati personali, intervenendo al 65simo congresso nazionale Federpol. "Dal momento in cui ci colleghiamo - spiega - on line dobbiamo essere tutelati. Il nostro dovere è quello di proteggere il dato. Se prima ci dovevamo proteggere fisicamente dall'esterno ora ci dobbiamo difendere anche a livello digitale".
(Adnkronos) - Quando porti a bollore l’acqua della pasta ti ricordi di mettere il coperchio? Se la risposta è sì, hai risparmiato energia sufficiente a ricaricare il tuo smartphone per 2-3 volte. Che diventano 5 e più, se cuoci la pasta con la quantità di acqua 'giusta'. Se tutti gli italiani seguissero questi accorgimenti ogni volta che, in un anno, 'calano' gli spaghetti, allora il risparmio aumenta esponenzialmente: parliamo di almeno 350milioni di chilowattora, sufficienti a illuminare gli stadi di calcio per tutte le prossime 24 stagioni di Serie A, Premier League, Liga spagnola e Bundesliga. Lo rivela uno studio scientifico promosso dai Pastai italiani di Unione Italiana Food e presentato in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente (5 giugno) che, per la prima volta, calcola l’impatto ambientale della cottura della pasta e il risparmio, energetico, di emissioni di CO2 equivalente e di acqua, derivante da tre piccoli accorgimenti alla portata di tutti: tieni il coperchio sulla pentola (quando porti l’acqua ad ebollizione); usa la giusta quantità di acqua (oggi ne serve meno di quella che pensi); spegni il fuoco prima del tempo (la cottura passiva può fare miracoli). Secondo Riccardo Felicetti, presidente del Pastai Italiani, “con un impatto ecologico dal campo alla tavola minimo rispetto ad altri alimenti, meno di un metro quadrato globale a porzione e appena 150 grammi di CO2 equivalente, la pasta è il prototipo dell’alimento green. Ma possiamo fare ancora meglio, con poco, perché dalla fase di cottura della pasta a casa dipende ben il 38% del totale della sua impronta carbonica. Abbiamo scelto di indagare scientificamente la cottura della pasta per trasferire consapevolezza sull’impatto economico e ambientale di gesti che compiamo quotidianamente. Uno sforzo minimo ci aiuterebbe a raggiungere un risultato importante e dall’Italia, depositaria della cultura della pasta al dente, può partire una vera e propria rivoluzione culturale”. La ricerca, commissionata dai Pastai italiani a Perfect Food Consulting, marchio leader in Europa nel campo della consulenza per la sostenibilità nel settore agroalimentare, ha calcolato l’energia necessaria per cuocere 200 grammi di pasta in modo convenzionale (a pentola scoperta e con la proporzione di 1 litro d’acqua ogni 100 g di pasta) e quanto potremmo risparmiare, in energia, emissioni e acqua, con tre semplici accorgimenti alla portata di tutti. Usare il coperchio durante la fase di ebollizione: non solo acceleri i tempi, ma risparmi fino al 6% di energia ed emissioni di CO2e (CO2 equivalente). Cuocere la pasta con 700 ml di acqua invece del classico litro per 100 grammi. Oltre a risparmiare il 30% di acqua, e non è poco, taglieresti il 13% di energia ed emissioni di CO2e. Provare la cottura passiva: dopo i primi 2 minuti di cottura tradizionale, la pasta cuoce in modo indiretto, a fuoco spento e con coperchio per non disperdere calore. Con questo metodo il risparmio di energia e emissioni di CO2e arriva fino al 47%. Con un consumo medio di 23.5 kg pro-capite di pasta, ogni italiano arriverebbe a risparmiare in un anno fino a 44,6 chilowattora, 13,2 chili di CO2e e 69 litri di acqua. E se lo facessimo tutti, i risultati diventerebbero davvero importanti: risparmieremmo tra i 356 milioni e i 2,6 miliardi di chilowattora in un anno (pari a un secolo e mezzo di calcio in notturna in Europa, coppe comprese), 4.100 m³ di acqua, sufficienti a riempire 1640 piscine olimpioniche e fino a 776 chilotonnellate di CO2e, le emissioni di una macchina per 21 viaggi andata-ritorno tra la Terra e il Sole. Per arrivare a questo cambiamento culturale e di abitudini non partiamo da zero: secondo uno studio Unione Italiana Food /Istituto Piepoli, solo 1 italiano su 10 non usa il coperchio per accelerare l’ebollizione dell’acqua. Ma c’è ancora molto da fare. Tre italiani su 4 ancora impiegano almeno 1 litro d’acqua per ogni 100 grammi di pasta, ignorando che oggi per cuocere la pasta ne basta molta meno. Mentre la cottura passiva è ancora distante dalla nostra quotidianità, tanto che 9 italiani su 10 (89%) tengono il fuoco acceso fino a cottura completata. Ma siamo comunque aperti a modificare le nostre abitudini di pasta lovers. Il 68% si dichiara propenso a cambiare le proprie abitudini di cotture per risparmiare risorse ambientali ed economiche. Lo studio scientifico è stato realizzato nel quadro di #PastaDiscovery, il ciclo di approfondimenti ideato dai pastai italiani di Unione Italiana Food e dedicato all’ABC della pasta, in risposta alla “riscoperta” degli italiani di questo alimento. #PastaDiscovery vivrà in più momenti nel corso dell’anno sui canali social di WeLovePasta, community di oltre 30mila pasta lovers, con contenuti multimediali che spaziano dai talk ai consigli pratici, alla storia, scienza e cultura della pasta, alle guide e ai test di assaggio, fino alle interviste e ai contributi video di gastronomi, pastai, food blogger.