INFORMAZIONIAnna Scampini |
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(Adnkronos) - Reddito di cittadinanza, doppia ricarica per chi convive: quando è possibile? Luca e Marco sono due studenti fuori sede che decidono di dividere le spese dell’affitto vivendo nella stessa abitazione. Nessun legame parentale o affettivo tra i due, eppure vengono considerati come un unico nucleo familiare. Partiamo da questo esempio per far capire di cosa stiamo parlando, ossia della situazione che vede due o più persone far parte dello stesso nucleo familiare solamente perché condividono la stessa residenza. Questo perché nel formare la famiglia anagrafica il Comune procede, in assenza di diversa indicazione, con l’includere tutte le persone che vivono allo stesso indirizzo di residenza. Nello stato di famiglia, dunque, convergono automaticamente tutti coloro che vivono sotto lo stesso tetto. Per lo stesso motivo, il reddito di cittadinanza - che viene riconosciuto all’intero nucleo familiare - non può essere percepito da più componenti dello stesso stato di famiglia. Ma c’è un però: come spiegato da Money.it, in assenza di vincoli affettivi e legami parentali i componenti maggiorenni possono recarsi all’ufficio anagrafe del Comune chiedendo la scissione del nucleo familiare in più parti. Nel caso dell’esempio, quindi, i due studenti fuori sede con la stessa residenza possono chiedere di essere trattati come due nuclei familiari separati. Questo significa che ci saranno due diversi stati di famiglia e dunque potranno presentare due Dsu ai fini Isee distinte. Di conseguenza, provvedendo alla scissione, ogni nucleo familiare - pur se residente allo stesso indirizzo - potrà chiedere il proprio Isee e richiedere per sé il reddito di cittadinanza. Per questo motivo, all’interno della stessa abitazione possono anche esserci più titolari di carta Rdc. Ma attenzione a quanto si dichiara: se ad esempio due fidanzati conviventi dichiarano che tra loro non c’è alcun legame affettivo, stabile e continuativo, questi rischiano di dover rispondere del reato di falsa attestazione in atto pubblico.
(Adnkronos) - "Nel contesto straordinario che stiamo affrontando, in cui il fabbisogno di grano e cereali è al centro di forti contrazioni e incertezza negli approvvigionamenti, la priorità è fare le migliori scelte per garantire la sicurezza alimentare, mantenendo elevati standard di qualità, per tutti i Paesi e zone del mondo. Allo stesso tempo, è fondamentale fare in modo che tale obiettivo sia perseguito tutelando e valorizzando l'ambiente in cui viviamo, soprattutto per le generazioni future, attraverso un’agricoltura rigenerativa". A precisarlo è Syngenta in merito alle dichiarazioni rese dal CEO di Syngenta Erik Fyrwald nell’intervista alla testata svizzera Neue Zürcher Zeitung. "Le dichiarazioni rese dal nostro Ceo Erik Fyrwald, nell’intervista alla testata svizzera Neue Zürcher Zeitung e riportate nei titoli di giornale, sono state estrapolate da un ragionamento più ampio sull’agricoltura. Syngenta da sempre sostiene che solo l’integrazione dei diversi modelli di agricoltura può aiutare a rispondere alle sfide globali e alle esigenze dei consumatori. L’agricoltura biologica è per Syngenta oggetto di grandi investimenti aziendali in Ricerca & Sviluppo, in Italia e nel mondo, per aumentare il numero di soluzioni tecniche e servizi messi a disposizione degli agricoltori". sottolinea la società.
(Adnkronos) - Per la prima volta sulla costa meridionale della Nuova Zelanda sono trovate spugne marine sbiancate a causa della temperatura estremamente calda dell'acqua. La scoperta è stata fatta il mese scorso in occasione del viaggio di ricerca di un gruppo di scienziati della Victoria University di Wellington, che hanno lanciato l'allarme: in oltre una dozzina di siti nei pressi del Breaksea Sound e del Doubtful Sound, nella zona del Fiordland National Park, quasi tutte le spugne - che normalmente sono di un bel color marrone cioccolato - risultavano sbiancate. In alcune zone - ha riferito il professore di biologia marina James Bell - almeno il 95 per cento delle spugne era completamente bianco. Lo scorso anno in Nuova Zelanda si è registrato il record della temperatura dell'acqua, 2,6 gradi in più della media, con picchi di quasi il doppio proprio nella zona del Fiordland.