(Adnkronos) - L'Italia ha già mandato molte armi all'Ucraina, adesso è il momento della diplomazia. E' quanto ribadisce il leader del M5S Giuseppe Conte in un'intervista a El Pais, nella quale esorta il nostro Paese, insieme a Spagna, Francia e Germania "a essere in prima fila per cambiare il corso dei negoziati". "Più che continuare a inviare armi a un Paese che è sufficientemente armato - sostiene l'ex premier - i Paesi europei dovrebbero lavorare con la massima intensità agli sforzi diplomatici". Conte ricorda che "il M5S si è dichiarato favorevole ad aiutare militarmente l'Ucraina sin dall'inizio, ma è stata una decisione molto sofferta... dopo tre invii di armi, l'Italia ha già dato il suo contributo. Ora deve impegnarsi per sforzi diplomatici più intensi, si deve evitare un'escalation militare". DI MAIO - Conte risponde, poi, alla domanda se non ritenga di dover chiedere a Di Maio di lasciare il governo, dal momento che la sua visione e quella del ministro sono molto diverse. "No - taglia corto l'ex premier - il ministro degli Esteri sta lavorando in questa direzione ed è convinto degli sforzi diplomatici per arrivare ad un cessate il fuoco". Ma Di Maio difende la visione del premier Mario Draghi, favorevole all'invio di armi. "Anche noi - replica Conte -. Dopo tre mesi di guerra, però, dico che l'Italia deve interpretare questa nuova fase spingendo verso questo cambio", più diplomazia, meno armi. GOVERNO - "Sono fiducioso. Il M5S pone questioni politiche, non strumentali. Sosteniamo i negoziati, non abbracciamo il riarmo. Sono questioni di buon senso e non vedo possibile che non ci ascoltino" replica a chi gli chiede se sia possibile un'uscita dal governo del Movimento, forza di maggioranza in Parlamento, nel caso in cui non venissero ascoltate le loro istanze sulla crisi ucraina.
(Adnkronos) - Due terzi dei consumatori europei dichiara di non sapere chi ha accesso ai propri dati personali e come vengano utilizzati, una percentuale che scende leggermente in Italia , dove si attesta al 55 per cento. Secondo un nuovo studio condotto dalla società Usa VMware su oltre 6000 consumatori. nonostante la maggioranza degli europei - e gli italiani con essi - resti ben disposta verso l'innovazione, esiste un divario tra l'"appetito digitale" dei consumatori e la loro fiducia nell'utilizzo dei loro dati: la maggior parte è sempre più preoccupata per la sicurezza del proprio digital footprint, quasi tre quarti (72% in Europa, 69% in Italia) temono per il ruolo che la tecnologia gioca nella diffusione della disinformazione e circa la metà che le organizzazioni stiano tracciando e registrando le attività dai propri dispositivi. Mentre solo il 10% dei (il 12% in Italia) ritiene che le aziende e i governi siano abbastanza chiari sulle tecnologie che usano e su come le usano.