INFORMAZIONICoreconsulting spa Gestione Risorse Umane e Formazione Aziendale Ruolo: Partner Area: Human Resource Management Franco Guazzoni |
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(Adnkronos) - "Domani sarà la mia ultima partita con questa maglia". Paulo Dybala si prepara a dire addio alla Juventus. L'argentino, numero 10 bianconero, domani giocherà l'ultima gara all'Allianz Stadium davanti al pubblico che lo ha sostenuto per 7 anni. La Juventus non rinnoverà il contratto del 28enne, libero di cercarsi un'altra squadra. "E’ difficile trovare le parole giuste per salutarvi, ci sono di mezzo tanti anni e tante emozioni, tutte assieme... Pensavo che saremmo stati insieme ancora più anni, ma il destino ci mette su strade diverse", scrive Dybala sui social. "Non dimenticherò mai tutto ciò che mi avete fatto vivere, ogni partita, ogni gol. Con voi sono cresciuto, ho imparato, ho vissuto e ho sognato. Sono stati 7 anni di magia, di 12 trofei e 115 gol che nessuno ci toglierà. Mai. Grazie per avermi sostenuto nei momenti difficili. Grazie a chi mi ha accompagnato in questi anni: dal primo all’ultimo, dai tifosi alle persone che lavorano dentro la società, tutti, allenatori e compagni, dipendenti e dirigenti", aggiunge. "Indossare questa importante maglia insieme alla fascia da capitano è stato uno dei più grandi orgogli della mia vita, che spero di mostrare un giorno ai miei figli e ai miei nipoti. Domani sarà la mia ultima partita con questa maglia, e’ difficile da immaginare, ma sarà il nostro ultimo saluto. Non sarà facile, ma entrerò in campo con il sorriso e a testa alta sapendo di aver dato tutto per voi", conclude.
(Adnkronos) - “Al lavoro i giovani si approcciano in modo diverso rispetto al passato”. A dirlo Nicola Ferrigni presentando il 10° Rapporto di ricerca dell’Osservatorio permanente sui giovani della Link Campus University, con la direzione scientifica del professore Nicola Ferrigni e della professoressa Marica Spalletta. Il 59,5% ritiene infatti che il lavoro vada creato, piuttosto che cercato (come sostiene invece il 30,5%). In questa prospettiva, non sorprende che il 34,5% guardi con favore al mondo della professione autonoma e il 33,6% alle piattaforme digitali, piuttosto che alle opportunità di impiego nel settore pubblico (che si attestano al 10,1%). A conferma di ciò, chiamati a valutare il proprio futuro lavorativo ideale, i giovani rifuggono dalla sicurezza del posto fisso: il 41,6% si dichiara a favore di un modello di lavoro che sia “continuamente rinnovato”, mentre il 19,6% ambisce a un lavoro unico per tutta la vita. Per le stesse ragioni, il 49,3% privilegia la prospettiva di un contratto di lavoro flessibile, a fronte di un 26,9% che preferirebbe invece un contratto di lavoro subordinato. Tra i vantaggi del lavoro flessibile, il 50,6% indica la possibilità di gestire in autonomia il rapporto tra tempo e guadagno, il 30,5% la possibilità di preservare la propria autonomia, l’11,8% l’assenza di vincoli.
(Adnkronos) - Il 64% dei lavoratori di un campione di imprese delle maggiori capitali europee vorrebbe sapere di più sulle politiche ambientali e di sostenibilità della propria azienda. Uno su cinque, invece, confessa di non sapere se la propria azienda ne ha una. È quanto emerge da una ricerca commissionata da Treedom e presentata in vista dell'Overshoot Day 2022 dell'Italia (15 maggio). Il sondaggio, condotto tra 7.000 lavoratori dipendenti in un campione di aziende in Europa, è stato realizzato in occasione della campagna di sensibilizzazione ai temi ambientali 'We Grow Trees' in sei paesi europei, che va dalla Giornata della Terra (22 aprile) alla Giornata Mondiale dell’Ambiente (5 giugno), con l'obiettivo di far crescere 20.000 alberi nella foresta dedicata alla campagna con l'aiuto della community di Treedom, la piattaforma con sede a Firenze che permette di piantare e regalare alberi a distanza e seguire online la loro storia. L'indagine rivela che gli imprenditori comprendono la necessità di implementare politiche di sostenibilità e comunicarle ai principali stakeholder, mentre i dipendenti sono meno consapevoli di quali azioni vengono effettivamente intraprese in questa direzione: meno di un terzo dei dipendenti conosce le politiche ambientali della propria azienda. Ma c'è un chiaro desiderio di saperne di più, dato che il 64% chiede maggiori informazioni, che sale al 70% tra chi appartiene alla Gen-Z. L'importanza di assicurare la comprensione su queste politiche ai lavoratori è fondamentale dal punto di vista del reclutamento e della fidelizzazione. Il 67% dei dipendenti concorda sul fatto che la sostenibilità è un fattore importante nella scelta del ruolo lavorativo a cui candidarsi. Tra i lavoratori italiani, l'86% afferma infatti che influisce sul processo decisionale. Per gli intervistati le tre principali iniziative che i datori di lavoro dovrebbero prendere in considerazione per una politica aziendale sostenibile sono: prevenire e ridurre l'impatto ambientale (51%), in Italia il 67%; garantire miglioramenti costanti (38%), in Italia il 51%; dare un contributo economico volontario per compensare le emissioni (37%) e restituire risorse alle comunità (28%). In definitiva, la linea aziendale ha bisogno di dimostrare un impatto positivo sull’ambiente, in modo da poter comunicare chiaramente ai lavoratori obiettivi, azioni intraprese e risultati chiari. Mentre il 72% è d'accordo sul fatto che i piani attuali stiano avendo un impatto positivo, tuttavia, c'è ancora qualche incertezza con un quarto dei lavoratori olandesi, tedeschi e britannici, i quali non sono sicuri dell'effetto positivo o negativo che stanno riscontrando le azioni attuate. “C'è un divario di conoscenza e comprensione - osserva Federico Garcea, fondatore e Ceo di Treedom - tra i decisori che creano le politiche di sostenibilità e quelli che sono gli addetti ai lavori nelle aziende. Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, le aziende non possono lavorare in silo (in una bolla, da sole), il lavoro deve essere vissuto e respirato da dentro a fuori. I dipendenti devono essere coinvolti nel viaggio della sostenibilità, così da avere un impatto positivo duraturo e per rimanere competitivi come azienda, attirando i migliori talenti. Attraverso l'atto apparentemente semplice di crescere alberi e sostenere le comunità socioeconomiche, le aziende possono comunicare con il personale in un modo tangibile e facile da capire, che porta l'atto della vita sostenibile più vicino a sé e ha un impatto olistico (globale, organico) non solo sul pianeta, ma anche sulle persone”.