INFORMAZIONIEXS Italia srl Gestione Risorse Umane e Formazione Aziendale Ruolo: Amministratore Delegato Area: Altro Pasquale Natella |
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(Adnkronos) - Ex bonus Renzi, ma anche Superbonus 110% e vari bonus edilizi. Quelli principali e ancora vigenti sono poco più una quarantina e in questo ultimo triennio (2020-2022) si stima che costeranno allo Stato almeno 113 miliardi di euro (per la precisione 112,7). Sono i bonus introdotti in buona parte dagli ultimi due esecutivi per fronteggiare gli effetti economici negativi provocati dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina ad alcuni comparti produttivi, alle famiglie, ai lavoratori dipendenti e agli autonomi. L’analisi è stata effettuata dall’Ufficio studi della Cgia. Il più costoso per le casse pubbliche, calcola l'associazione mestrina, è l’ex bonus Renzi: nel triennio 2020-2022 l’importo speso ammonterà a 28,3 miliardi di euro. Introdotto nel 2014, dal 2020 il Governo Conte II ha innalzato questa misura a 100 euro. Compenso che veniva erogato mensilmente nelle buste paga dei lavoratori dipendenti con un livello di reddito che negli anni è oscillato attorno ai 28 mila euro. Da marzo di quest’anno l’entità della misura versata ai lavoratori dipendenti scende drasticamente , anche se viene compensata dai meccanismi di revisione introdotti con la riforma dell’Irpef che, comunque, non penalizzano economicamente i lavoratori. Un bonus, quello Renzi, che è servito ad appesantire le buste paga degli italiani, con l’obbiettivo di dare un impulso ai consumi delle famiglie. Altrettanto dispendiosi sono stati anche i bonus edilizi. Secondo l’Agenzia delle Entrate, ricorda la Cgia, tra inizio 2020 e la fine del 2021 sono costati alle casse dello Stato poco meno di 25 miliardi di euro. Ancorché compensato almeno in parte con l’aumento della tassazione sugli extraprofitti maturati dalle aziende del settore energetico, ammonta invece a 22 miliardi di euro il costo complessivo del bonus sociale che, introdotto nella seconda metà del 2021 e prorogato/rafforzato più volte anche in questa prima parte del 2022, viene utilizzato per calmierare gli aumenti delle bollette di luce e gas, in particolar modo, alle famiglie a basso reddito e alle imprese energivore. Altrettanto oneroso è stato il costo per la collettività del super ecobonus 110%; entrato in vigore nel luglio del 2020 per incentivare la riqualificazione energetica del nostro patrimonio abitativo, al 31 marzo di quest’anno al bilancio pubblico è costato, secondo l’Enea, 21,1 miliardi di euro. Dei circa 113 miliardi di euro di oneri in capo allo Stato stimati dalla Cgia, ben 46 miliardi sono ascrivibili ai bonus che ruotano attorno al comparto dell’edilizia. Secondo l’Agenzia delle Entrate, infatti, nel biennio 2020-2021 l’importo delle cessioni del credito e degli sconti in fattura ammontava a 13,6 miliardi di euro per il bonus facciate; 5,5 miliardi di euro per l’eco-bonus; 4,9 miliardi di euro per la ristrutturazione; 0,9 miliardi di euro per il sismabonus; 0,01 miliardi di euro per le colonnine di ricarica. A questi importi che, complessivamente, totalizzano 24,9 miliardi, dobbiamo aggiungere anche le detrazioni maturate per i lavori edilizi terminati che si sono avvalsi del super ecobonus 110%. Secondo i dati dell’Enea, al 30 aprile 2022 l’onere a carico dello Stato era di 21,1 miliardi di euro. "Sia chiaro - scrive la Cgia - nessuno disconosce il ruolo che in questi ultimi anni hanno avuto i bonus nel rilanciare l’edilizia, nel far emergere il sommerso e nel migliorare l’efficienza energetica delle nostre abitazioni; ci mancherebbe. Tuttavia, la convinzione di aver speso eccessivamente e di aver 'drogato' il mercato edilizio/impiantistico è molto diffusa. Si pensi, ad esempio, che il bonus ristrutturazione - inizialmente con una aliquota fiscale di detrazione della spesa sostenuta pari al 41 per cento - è stato introdotto 24 anni fa, ovvero nel 1998. In virtù del fatto che il nostro Paese ha assolutamente bisogno di risorse pubbliche per fronteggiare le emergenze di questo momento, come il prezzo delle bollette energetiche, l’impennata dell’inflazione e il rincaro delle materie prime, i soldi possono essere recuperati solo tagliando la spesa pubblica, ovvero cominciando a limitare progressivamente la stagione dei bonus e dei sussidi dati a pioggia, spesso anche a chi, non ne avrebbe alcun bisogno". "Nel comparto edile, in verità, il decalage è già stato programmato dal legislatore, ma in maniera ancora troppo lenta. Bisogna, invece, accelerare la riduzione dei vantaggi fiscali e, almeno per alcuni, arrivare al loro azzeramento, mettendo così fine anche alla distorsione distributiva sollevata da molti esperti: il super ecobonus del 110% e molti altri incentivi hanno dimostrato di essere regressivi, ovvero di aver avvantaggiato, in particolar modo, le fasce di reddito più elevate che, più delle altre, hanno beneficiato di questi 'sconti'". Complessivamente, scrive comunque la Cgia, "sarebbe ingeneroso sostenere che gran parte di questi soldi sono stati e vengono tuttora gettati al vento, contribuendo ad aumentare in misura significativa il debito pubblico che, rispetto all’avvento del Covid (2019), è salito di oltre 21 punti percentuali di Pil. Certo, molti sussidi sono stati erogati anche a chi non ne aveva alcun bisogno, altri ancora sono stati introdotti solo per 'riscuotere' un consenso politico immediato. Tutto vero: anche se va sottolineato che molte di queste anomalie hanno interessato anche altri paesi europei". "Tuttavia, riteniamo che sia giunto il momento di razionalizzarne la spesa. Lo scenario economico e sociale che si sta prefigurando - sostiene l'associazione mestrina - è sempre più cupo, senza contare che entro la fine di quest’anno andranno ad esaurirsi le misure di acquisto dei titoli di stato da parte della Banca Centrale Europea e che la stessa, a seguito dell’impennata dell’inflazione, molto probabilmente sarà costretta ad aumentare i tassi di interesse. Misure che potrebbero peggiorare la tenuta di nostri conti pubblici. Quindi, visto che il Governo Draghi non sembra intenzionato, almeno per ora, a ricorrere allo scostamento di bilancio per recuperare le risorse necessarie per dare un po’ di ossigeno alla nostra economia, non rimane che tagliare la spesa corrente in modo da recuperare almeno una grossa parte delle risorse necessarie per fronteggiare le emergenze economiche di questi ultimi mesi. Infatti, altre strade sono difficilmente percorribili; dalla lotta all’evasione le maggiori entrate che riusciamo a recuperare ogni anno sono molto contenute e un eventuale incremento di gettito attraverso un ritocco all’insù delle imposte non sarebbe praticabile. La platea dei bonus, pertanto, dovrebbe essere quella maggiormente attenzionata per raggiungere l'obbiettivo richiamato più sopra. In altre parole, solo da una 'sforbiciata' delle uscite per i bonus potremmo trovare le coperture necessarie per alimentare nuove politiche economiche di natura espansiva per contrastare, ad esempio, il caro bollette e l’impennata dell’inflazione".
(Adnkronos) - Un progetto di riqualificazione ambientale e paesaggistica di un’area del Colle del Gianicolo di Roma con l'obiettivo di contrastare il dissesto idrogeologico, ricreare un ecosistema naturale, aumentando la diversità vegetale e faunistica, rendendo lo spazio più fruibile a livello turistico e residenziale, anche per scopi didattici o di formazione su tematiche ambientali. Ad avviare il progetto Ikea Italia all’interno della storica campagna 'Compostiamoci Bene' che dal 2016 si è arricchita grazie alla collaborazione con AzzeroCO2, con l’obiettivo di impegnarsi ogni anno in interventi di recupero ambientale e riforestazione per la valorizzazione e la tutela di aree verdi del territorio italiano. L’intervento riguarda in particolare un’area di 3.000 mq compresa fra la Passeggiata del Gianicolo, Piazza Garibaldi e il limite occidentale dell’Orto Botanico e prevede la pulizia dell’area dai rifiuti e dalla vegetazione infestante, interventi di rinforzo del terreno attraverso la realizzazione di terrazzamenti e la messa a dimora di 250 nuove piante autoctone quali leccio, alloro, corbezzolo e albero di giuda. Un progetto realizzato grazie all’iniziativa 'Compostiamoci Bene' con la quale Ikea Italia durante il periodo natalizio permette ai propri clienti di acquistare un albero di Natale vero senza intaccare il patrimonio boschivo italiano, invitandoli a riportarlo, una volta terminate le feste, in modo da avviarlo al compostaggio, innescando così il circolo virtuoso 'dalla terra alla terra'. Per ciascun abete restituito, Ikea destina 2 euro alla riforestazione e al recupero di aree in stato di abbandono o esposte al rischio idrogeologico. “Crediamo che essere parte integrante di un territorio voglia dire rispettarlo, ma anche partecipare alla sua vita, valorizzando e tutelando la natura e la comunità che lo rendono unico - dichiara Victoria Miglietti, responsabile negozi Ikea Roma - Grazie all’aiuto concreto di tutti i clienti che hanno aderito alla campagna Compostiamoci Bene e alle associazioni partner, vogliamo contribuire a proteggere aree fondamentali del patrimonio naturale del nostro Paese, come il parco del Gianicolo, rendendolo più sicuro e vivibile”. “Appoggiamo convintamente l’iniziativa portata avanti da Ikea Italia e crediamo che sia giusto che le grandi realtà economiche e non solo, che lavorano a Roma, siano impegnate in prima linea nel sostegno ad iniziative di questo genere”, dichiara Lorenza Bonaccorsi, presidente del Municipio I Roma Centro. Il progetto fa parte della campagna Mosaico Verde nata nel 2018 e promossa da AzzeroCO2 e Legambiente con lo scopo di facilitare l’incontro tra le necessità degli enti locali di recuperare aree verdi e la volontà delle aziende di investire risorse nella creazione o tutela di boschi permanenti come misura di Responsabilità Sociale d’Impresa. “L’iniziativa rientra nel progetto europeo 'Life Terra' che vede Legambiente come unico partner italiano e del quale noi siamo sostenitori, un esempio concreto di come il lavoro sinergico tra diverse realtà consenta di restituire pregio ai nostri territori e consegnare ai cittadini luoghi fruibili a contatto con la natura”, spiega commenta Sandro Scollato, amministratore delegato di AzzeroCO2. “Quando fu comprata dallo Stato italiano la bellissima Villa Corsini e assegnati all’Università la Sapienza i suoi giardini per realizzare l’Orto Botanico rimase fuori un’area di circa due ettari tra l’Orto Botanico e il Gianicolo, che oggi necessita di un intervento di ripristino ecologico -aggiunge Fabio Attorre, direttore dell’Orto Botanico di Roma -L’operazione sostenuta da Ikea Italia e realizzata da AzzeroCO2 contribuisce a ripristinare quello che era il bosco naturale in questa area attraverso un lavoro di ripulitura e riforestazione di specie botaniche coerenti con le caratteristiche ecologiche e biogeografiche della zona. Un inizio importante che avrà anche un rilevante valore ecologico per la città in termini di qualità dell’aria, consolidamento dei versanti, biodiversità e aspetto paesaggistico. Un’iniziativa a cui noi diamo pieno supporto e che contiamo possa riguardare in futuro tutta l’area”.