INFORMAZIONIPoste Italiane spa Trasporti, Infrastrutture e Logistica Ruolo: Risorse Umane, Formazione Area: Human Resource Management Roberta Belluomo |
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(Adnkronos) - Dal 26 maggio al 5 giugno in tutti e 409 punti vendita Penny Market d’Italia, sarà possibile sostenere Croce Rossa Italiana in tutte le attività di gestione dell’emergenza umanitaria legata alla situazione Ucraina. Il meccanismo è semplice e fa ormai parte della tradizione di Penny: con #Arrotondaedona ciascun cliente, al momento di pagare lo scontrino può decidere di arrotondare il proprio scontrino all’euro successivo; ad esempio, con una spesa di 8.23 euro può arrotondare a 9 euro, donando cosi 0.77 euro a Croce Rossa Italiana. Gli effetti – diretti e indiretti – del conflitto in Ucraina stanno mettendo in difficoltà un numero sempre più grande di persone e Croce Rossa Italiana interviene in modo efficacie e strutturato, anche grazie alla sua organizzazione Internazionale, proprio dove c’è più bisogno. I collaboratori di Penny attraverso un portale dedicato stanno già dando il loro piccolo grande sostegno a Croce Rossa, e ora l’azienda attraverso i suoi punti vendita si fa ambasciatrice di questa richiesta di aiuto anche verso i propri clienti, attraverso il sistema dell’arrotondamento, veloce, efficacie e decisamente di valore. “Quella in corso è un’emergenza che ci tocca da vicino come persone e quindi anche come azienda. Proprio in questi mesi abbiamo consolidato i rapporti con Croce Rossa attraverso donazioni di viveri e attraverso un sistema di donazioni da parte dei nostri collaboratori – ci dice Marcello Caldarella, referente per la Responsabilità Sociale di Penny Market -. Con #Arrotondaedona vogliamo dare anche ai nostri clienti la possibilità di dare un piccolo contributo ma potrà fare la differenza. Ci auguriamo che il conflitto in corso si risolva nel più breve tempo possibile, ma nel frattempo Penny Market vuole esserci in tutto il suo senso di responsabilità”.
(Adnkronos) - Uno sguardo verso il futuro del mercato del lavoro, ripartendo dalle indicazioni del Jobs Act. E' il messaggio che arriva dalla presentazione dell'ultimo libro, 'Jobs Act forever' (ed. Rubbettino), del giuslavorista e avvocato Francesco Rotondi, founder dello studio LabLaw, tenutasi ieri pomeriggio al Palazzo dell'Informazione Adnkronos a Roma. "Credo che conoscere il passato e confrontarsi -ha detto Rotondi- con esso sia necessario per costruire il futuro. L'idea di scrivere il libro mi è venuto mentre concludevo il precedente, con le interviste ai ministri del Lavoro degli ultimi 20 anni. E' in questo arco di tempo il Jobs act è l'unico tentativo di riforma dell'intero sistema e non solo del diritto del lavoro. E credo che è stata la più grande occasione di riforma degli ultimi 50 anni". "Dal confronto di oggi emerge una prospettiva, che va perseguita", ha sottolineato Rotondi che ha rimarcato come "dobbiamo guardare al complesso normativo senza immaginare rigidità. Nel Jobs act c'era già tutto, dobbiamo riprendere quella strada". Un concetto condiviso dalle imprese, con Massimo Marchetti, area Lavoro, welfare e capitale umano di Confindustria che ha sottolineato come "il Jobs act" avesse "una visione del futuro del mondo del lavoro, oggi interventi ci sono interventi frammentati, con un livello tecnico molto basso. Nel Jobs act invece troviamo un livello tecnico molto elevato", ha aggiunto ancora. E Maurizio Del Conte, giuslavorista e tra i 'padri' del Jobs Act ha sottolineato che nel provvedimento "c'ho messo l'anima, c'era un'idea di lavoro, un'operazione di ricomposizione del quadro. E' stato un lavoro certosino quello che abbiamo fatto e se si parla di Jobs act oggi si parla della legge fondamentale del lavoro anche se alcune modifiche sono state fatte", ha sottolineato l'ex-presidente dell'Anpal. Per Del Conte se c'è una cosa che nel Jobs Act non ha funzionato "sono le politiche attive, non si possono riformare i servizi per l'impiego a invarianza di spesa". Per Nicola De Marinis, consigliere presso la Corte di Cassazione, sezione Lavoro "ci troviamo in un contesto sfidante, in cui, provocatoriamente, possiamo dire che il lavoro è tornato ad essere una merce, e in cui quindi è centrale la qualità del lavoro stessa", ha spiegato. Per De Marinis "la discussione sul lavoro agile è la discussione sul lavoro del futuro". E per De Marinis non ci si può fermare "a guardare al passato, anche sotto il punto di vista della normativa del lavoro. Dobbiamo traguardare il futuro, e nel Jobs Act c'era già tutto per farlo, come si legge anche nel libro". Secondo Nicola Marongiu, coordinatore area contrattazione e mercato del lavoro della Cgil "il giudizio sul Job act della nostra organizzazione vedeva positivamente alcuni aspetti che si confermati tali e individuava delle criticità che anch'esse sono rimaste invariate, come ad esempio il finanziamento delle politiche attive. Per quanto riguarda l'articolo 18 noi non lo abbiamo mai considerato un 'totem' ma qualcosa di pratico", ha concluso.
(Adnkronos) - La siccità in California dimezza la produzione di energia idroelettrica e fa aumentare i prezzi dell'elettricità. E’ quanto emerge da alcune dichiarazioni dell’ U.S. Energy Information Administration (EIA). Solitamente il comparto idroelettrico produce il 15% dell’elettricità californiana, ma con la mancanza di precipitazioni si rischia di non andare sopra l’8%. Questo causerebbe un effetto catena, che porterebbe a un aumento del 9% della produzione di energia elettrica da gas naturale, con un conseguente aumento delle emissioni di CO2 legate all'energia del 6% e quindi ad un aumento di circa il 5% dei prezzi all'ingrosso dell'elettricità in tutto l'Occidente.