INFORMAZIONI![]() Monica BettiT-Systems Italia srl Informatica e Software Ruolo: Senior Expert Talent Management Area: Human Resource Management Monica Betti |
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(Adnkronos) - "Nel 1985, quando si trattava di scegliere il successore di Sandro Pertini, Alessandro Natta mi fece capire che i comunisti avrebbero potuto sostenere una mia candidatura al Quirinale". Ma "ci vuole uno stile che io, diciamoci la verità, non avevo. A me piace l'analisi, il pensiero, mi piace chiacchierare. Un Presidente della Repubblica non può chiacchierare". Ciriaco De Mita lo raccontava al 'Corriere della Sera' in occasione del suo novantesimo compleanno, evocando inevitabilmente quei ragionamenti, 'ragionamendi' per dirla con cadenza irpina, elogiati da alcuni, criticati da altri, e che portarono l'avvocato a Agnelli a definirlo in modo pungente "un intellettuale della Magna Grecia". L'espressione intellettuale "è stata usata nei riguardi di Moro e paragonare un politico a Moro, dentro e fuori la Democrazia cristiana, è un complimento", fu la replica dell'allora segretario della Dc, che non esitò a definire Agnelli "un mercante moderno, con poche idee e tanti interessi particolari". Parole che rivelano quanto De Mita fosse sì uomo di pensiero, ma anche di grinta e di azione. Basta guardare al cursus honorum del figlio del sarto di Nusco, nato nel paese irpino il 2 febbraio del 1928, dove già nel 1943 si iscrive alla Dc. Consigliere nazionale del partito nel 1956, nel '63 deputato per la prima volta (sempre rieletto fino alla legislatura 2006-2008, ad eccezione del biennio 1994-96), nel 1969 diviene vicesegretario della Dc, quando stringe con Arnaldo Forlani il Patto di San Ginesio, dalla località delle Marche dove si svolge un convegno, che porta alla segreteria dello Scudocrociato l'altro 'gemello' appunto di San Ginesio, nel nome del rinnovamento da parte della generazione dei quarantenni. Più volte ministro, poco più di dieci anni dopo è De Mita a conquistare, il 6 maggio del 1982, la leadership di piazza Del Gesù, dove rimane nonostante la debacle elettorale del 26 giugno dell'anno dopo, quando la Balena bianca perde quasi sei punti percentuali rispetto alle consultazioni precedenti. Sono le elezioni che portano Bettino Craxi alla guida del governo, inizio di un un'epoca che vedrà perennemente a duello i leader socialista e democristiano, con il fallimento del famoso patto della staffetta, che a metà legislatura avrebbe dovuto determinare un avvicendamento tra i due a palazzo Chigi. Nel frattempo, a luglio dl 1985, cambia l'inquilino del Quirinale, dove a Sandro Pertini succede Francesco Cossiga, grazie all'abile mediazione del segretario della Dc, che intorno alla sua candidatura riesce a coagulare i consensi della maggioranza pentapartito e del Pci, garantendogli l'elezione al primo scrutinio con la cifra record di 752 voti. All'indomani delle elezioni del 1987, le porte della presidenza del Consiglio si aprono nuovamente ad un candidato della Dc e dopo la parentesi di Giovanni Goria, il 13 aprile del 1988 nasce il governo a guida De Mita. Bisogna risalire ad Alcide De Gasperi ed Amintore Fanfani per trovare una personalità che sia contemporaneamente leader dell'esecutivo e del partito di maggioranza relativa. Come nel caso degli illustri predecessori il doppio incarico ha però breve durata. La nascita del Caf, il patto tra Bettino Craxi, Giulio Andreotti e Arnaldo Forlani, porta il secondo a palazzo Chigi nell'estate del 1989, dopo che il terzo aveva assunto nell'inverno precedente la segreteria della Dc. De Mita diventa presidente del Consiglio nazionale, in virtù di un accordo unitario tra le correnti del partito, ma che vedrà comunque la sua, vale a dire la sinistra di base, su posizioni sempre contrapposte rispetto al Caf. Come nell'estate del 1990, quando i cinque ministri della componente lasciano il governo, pur votando poi la fiducia, durante l'esame della legge Mammì che sancisce l'esistenza del duopolio Rai-Mediaset. Al tramonto della prima Repubblica, tra il settembre 1992 e il marzo 1993, De Mita guida la commissione Bicamerale per le riforme istituzionali, e, dopo la breve parentesi del primo biennio berlusconiano, dal 1996 al 2008 torna in Parlamento. Dal 2009 al 2014 viene eletto a quello Europeo. Negli anni successivi non lascia l'agone politico, nè rinuncia ai suoi ragionamenti, fino a duellare con Matteo Renzi durante la campagna elettorale per il referendum costituzionale del 2016. Termina la sua vita e la sua carriera dove l'aveva iniziata: a Nusco, eletto per due volte sindaco, nel 2014 e nel 2019. Del resto, come aveva modo di ripetere spesso, "senza memoria non ci può essere futuro".
(Adnkronos) - Una startup che offre a coloro che hanno una disabilità permanente o temporanea la possibilità di prenotare una o più corse via App, nel pieno rispetto delle diverse esigenze e con tempi di attesa ridotti. Al momento della prenotazione, chi deve spostarsi scopre subito qual è il costo e la durata prevista del viaggio, visualizzando le informazioni sullo smartphone. E' Mbility, in crowdfunding su crowdfundme.it, che, dopo aver superato ampiamente l’obiettivo minimo di 100mila euro, punta al mezzo milione di goal massimo. "Il nostro desiderio - spiega Marco Amico, Ceo e co-founder di Mbility - è quello di consentire alle persone che per qualunque ragione vivono con una disabilità di muoversi liberamente nei contesti urbani, favorendo la socializzazione e l’opportunità di accedere ai luoghi di studio, lavoro, cura e svago. Come accade per altri servizi di trasporto automobilistico, come Uber o Free Now, il passeggero può valutare gli autisti. Inoltre, abbiamo pensato che fosse importante dare la possibilità ai parenti e ai care giver di monitorare il percorso per essere sicuri che tutto vada per il meglio". Mbility rappresenta il punto di incontro tra la domanda di trasporti professionali da parte degli utenti con disabilità e le società attrezzate per il trasporto di carrozzine con personale qualificato. La startup è già attiva su Milano e hinterland grazie al supporto del Comune di Milano (che ha premiato e finanziato l’iniziativa) e a una serie di collaborazioni con trasportatori locali. "Ci siamo accorti che molte aziende di trasporto per persone con difficoltà motorie non riescono a impiegare al meglio le loro flotte. C’è una grande frammentazione nell’offerta di servizi di trasporto attrezzati e una scarsa o assente digitalizzazione dei gestori di questi servizi. Collaborando con Mbility queste realtà hanno la possibilità di lavorare di più, mentre noi facciamo conoscere più velocemente la piattaforma", sottolinea il presidente e co-founder Alfonso Correale. Mbility è molto più di una semplice applicazione. Accanto all’App utente di Mbility che permette di prenotare le corse, c’è anche una App per i driver. Quando un autista la attiva diventa visibile sulla piattaforma e può accettare una corsa, alla tariffa calcolata dall’algoritmo. "Abbiamo pensato a una serie di servizi - spiega Marco Amico - modulati sulle esigenze dei diversi utilizzatori. All’interno della piattaforma c’è una dashboard per le aziende di trasporto che offre vantaggi come la geo-localizzazione dei veicoli e una completa digitalizzazione del flusso di lavoro. Grazie a Mbility i gestori possono risparmiare sui costi di esercizio e di back-office. Ma Mbility ha anche un’interfaccia B2B che offre agli operatori turistici, alle associazioni e alle aziende di ogni tipo la possibilità di prenotare servizi di trasporto per dipendenti, utenti e clienti con ridotta capacità motoria". Al 31 dicembre 2021, in soli due mesi di attività, Mbility ha totalizzato oltre 100 download dell’app utente e realizzato 563 corse, per un costo medio a corsa pari a 37 euro. Per il 2022 il fatturato transato previsto è di circa 150mila euro. Dopo Milano, i founder hanno pianificato di estendere il servizio a Roma, Torino e Genova, ma il modello di business è pensato per essere portato in qualsiasi territorio urbano. Mbility può contare su un team dalle competenze variegate, con anni di esperienza alle spalle sia manageriale a livello internazionale e imprenditoriale (Alfonso Correale), sia It (Daniele Dolci) e nell’ambito dei trasporti e del sociale (Marco Amico). Nell’ultimo mese si sono aggiunti al gruppo dei founder due consulenti di esperienza: Matteo Brambilla, che coordinerà gli aspetti amministrativi e le partnership, e Daria Illy, che si occuperà di Hr, organizzazione, Pr e inclusion. Daria sarà anche parte dell’Advisory Board composto da personalità di spicco del mondo imprenditoriale e sociale come Oscar di Montigny (Chief Innovability & Value Strategy Officer di Banca Mediolanum), Francesco Galli (presidente Gruppo Sandonato), Luigi Passetto (consigliere nazionale Anglat), Alfredo Lovati (Ceo di Beta80), Riccardo Zagaria (Ceo Doc Generici) e Stefano Storti (Partner Jakala).
(Adnkronos) - Torna a crescere sensibilmente, dopo l’anno della pandemia, il riciclo del legno in Italia, raggiungendo il suo massimo storico. Sono, infatti, 1.985.251 le tonnellate di legno raccolto e avviato a riciclo nel 2021 dal sistema Rilegno con un incremento dei volumi del 7,83% sull’anno precedente e una percentuale del 64,75% nel riciclo degli imballaggi di legno (gli imballaggi nuovi immessi sul mercato nel 2021 hanno raggiunto i 3,4 milioni di tonnellate), doppiando così l’obiettivo fissato dall’Unione Europea al 30% entro il 2030. Cresce anche l’attività di rigenerazione dei pallet, fondamentale in ottica di prevenzione, con oltre 908mila tonnellate recuperate pari a circa 70 milioni di pallet usati, ripristinati per la loro funzione originaria e reimmessi sul mercato. A livello territoriale è sempre la Lombardia a primeggiare con 541.915 tonnellate (il 27% del totale), seguita dall’Emilia-Romagna con 222.866 ton., dal Piemonte con 156.566 ton. e dalla Toscana con 155.272 ton. Questi, in sintesi, i principali risultati che emergono dal Rapporto 2022 sull’attività svolta da Rilegno, il Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi di legno, approvato dall’Assemblea annuale tenutasi a Cesenatico, dove il Consorzio ha la sua sede operativa. L’assemblea ha, inoltre, rinnovato il Consiglio di amministrazione e le cariche sociali. Confermato Nicola Semeraro alla Presidenza per il prossimo triennio. Rilegno da 25 anni si occupa di raccogliere e riciclare gli imballaggi in legno in Italia e gestisce una filiera basata su 1.944 consorziati, 394 piattaforme private che raccolgono il legno e 15 impianti di riciclo. Questi, insieme ai cittadini e alle imprese italiane, sono gli attori dell’economia circolare del legno. Va ricordato, infatti, che oltre il 95% del legno riciclato diventa nuova materia prima sotto forma di pannelli truciolati, vera linfa vitale per tutto il settore del legno-arredo soprattutto in una congiuntura come l’attuale caratterizzata da una drammatica scarsità di materia prima. Un sistema che tiene insieme in un equilibrio virtuoso dai produttori di cassette per l’ortofrutta della Sicilia ai mobilieri della Brianza, generando un impatto economico di 2 miliardi di euro, oltre 10mila posti di lavoro diretti e soprattutto un "risparmio" nel consumo di CO2 pari a quasi 2 milioni di tonnellate, che equivalgono a compensare 1 milione di veicoli che circolano in un anno. “La sostenibilità ambientale, sociale ed economica è ormai diventato il traguardo da raggiungere per le imprese e per le comunità, così come raccomandato dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030 che si preoccupa anche del riciclo dei materiali, fissando l’obiettivo di raggiungere entro il 2030 una gestione sostenibile e l’uso efficiente delle risorse naturali e di ridurre in modo sostanziale la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclo e il riutilizzo" afferma Nicola Semeraro, presidente di Rilegno, che aggiunge: "dalla sostenibilità e dalla circolarità non si può prescindere e il legno è certamente la risposta migliore per un’economia che vada di pari passo con il rispetto dell’ambiente e dell’uomo”. “Per quanto riguarda le sfide che ci attendono nel prossimo triennio punteremo soprattutto su sistemi innovativi quali la tracciabilità e una logistica sostenibile. L’economia circolare - conclude il presidente Semeraro - è sistemica, non si fa da soli. Il Consorzio Rilegno è al servizio delle aziende e del Paese ed è in tal senso che lavoriamo.”