INFORMAZIONIYlenia Chiementa |
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(Adnkronos) - "C'è una fuga di notizie gravissima. Report ha divulgato documenti secretati, documenti di un archivio, quello di Avanguardia Nazionale, per il quale sono imputato e di cui sono l'unico proprietario e detentore. Parliamo di trentaquattro scatoloni di verbali, di cui abbiamo copia io e il mio avvocato, la Digos e il pm. Qualcuno li ha passati a Ranucci, che a questo punto ne dovrà rispondere". Vincenzo Nardulli, ex esponente di spicco di Avanguardia Nazionale, commenta con queste parole all'Adnkronos quanto sostenuto nella puntata di Report di ieri sera "La Bestia Nera", la destra eversiva sovrapposta dalla trasmissione di Sigfrido Ranucci alla mafia, e parte attiva, secondo l'inchiesta, nell'attentato di Capaci nel quale perse la vita, 30 anni fa, il giudice Giovanni Falcone. "Stamattina sono stato alla Digos volontariamente - dice Nardulli - il mio avvocato ha fatto una nota al procuratore di Caltanissetta, lo stesso che ha fatto eseguire delle perquisizioni. Sui verbali che qualcuno ha fatto avere a Report, la trasmissione ha costruito tutto un teorema che parte dalle dichiarazioni di due pentiti dichiarati inaffidabili dalla Procura e che comunque non hanno fatto il nome di Delle Chiaie, fatto invece dal conduttore del programma. Lo stesso giornalista ha fatto un accrocchio di situazioni, mettendo in mezzo Bellini (condannato recentemente per la strage di Bologna, ndr) e definendolo di Avanguardia Nazionale pur se non lo è mai stato". "Quando ho visto la puntata sono rimasto sconcertato, allibito. Stiamo parlando di documenti secretati perché sotto indagine - ribadisce Nardulli - stiamo provvedendo ad adire le vie legali e a giorni sentiremo qualcosa di nuovo. D'altronde non è una cosa che può passare inosservata, è una cosa gravissima. Tutto quello che uno dice lo deve supportare da prove, da fatti: il problema adesso non è nostro, ma di Ranucci che deve dire su quali basi ha fatto il nome di Delle Chiaie e come ha fatto a ricevere questi documenti secretati che non potevano e non possono essere divulgati". (di Silvia Mancinelli)
(Adnkronos) - La sostenibilità è entrata a far parte stabilmente del lessico interno ed esterno alle aziende, e orienta le prospettive di crescita di interi settori industriali in diverse declinazioni. Ma per declinare questa idea i modi sono praticamente infiniti . A raccontarli ci prova l'ultimo progetto editoriale coordinato dal giornalista Claudio Barnini: “Sostenibilità. La sfida vincente del futuro”, curato da Mason & Partners, in cui 11 aziende italiane raccontano le proprie esperienze: dall'impresa a che punta alla decarbonizzazione e alla riduzione delle emissioni di gas serra a quella che ha implementato stazioni di ricarica elettriche per favorire la mobilità green dei dipendenti. C’è l'impresa che ha contribuito alla riqualificazione della zona centrale del Parco del Lago EUR a Roma e quella che ha puntato alla gender diversity, ma anche quella che ha optato per una donazione ad ActionAid, quella che scommette sugli imballaggi con materie prime riciclate e così via. Un processo ormai entrato in pianta stabile nella visione delle imprese tanto che iniziano ad apparire anche nuove figure manageriali, come il Sustainability Manager, che guarda al futuro e in alcuni casi lo precede. Un’impresa ecosostenibile è – secondo gli esperti – una realtà organizzata che considera il paradigma delle tre P di John Elkington: “Planet”, “People” e “Profit” poste a fondamenta di un’impresa che pensa, progetta e agisce a livello ambientale (pianeta) e sociale (persone), senza dimenticare il guadagno (profitto). Secondo uno studio presentato nel 2021 da Atos, ad esempio, la transizione verde dovrà intrecciarsi a quella digitale: il progresso tecnologico e informatico – stima l’azienda – potrà contribuire a oltre il 50% del percorso di decarbonizzazione italiana da oggi al 2050, con un impatto certo sui settori che maggiormente influenzano le emissioni inquinanti del nostro Paese. Le imprese, con le Pubbliche Amministrazioni, potranno essere i principali vettori di questo cambiamento tecnologico e culturale. “La Sostenibilità è un tema molto in voga in questi tempi. Tutto ormai deve essere all’insegna della sostenibilità̀. Un impegno che è un must anche per il Governo, per le amministrazioni locali, per gli enti, le aziende. Insomma, oggi se non sei sostenibile sei out” racconta Barnini “L’importante è che questo termine non sia solo di ‘moda’ ma entri nella cultura e nella mentalità di tutte le aziende, anche le più piccole. Ho sempre pensato che quando si vuole affrontare un argomento è meglio farlo attraverso dei casi di studio, pratici, in cui siano evidenti anche gli ostacoli e le soluzioni adottate per superarli. Avevo intenzione di fare un po’ di chiarezza proprio sul concetto di sostenibilità̀. Spero di esserci riuscito”. Il libro - che è allo stesso tempo un insieme di casi di studio e una mappa sociologica per vedere quale direzione abbia preso il mondo delle imprese italiane - evidenzia come sostenibilità è molto di più che la sola riduzione dell’impronta ecologica, non è solo rispetto per l’ambiente che ci circonda, ridurre l’emissione di anidride carbonica, produrre energia con fonti rinnovabili, eliminare la plastica non riciclabile, è anche tutto questo, ma non solo. Dobbiamo intenderla invece con una modalità molto ampia che includa la parità̀ sociale ed economica, sulla formazione, sulla inclusione. Barnini ha messo insieme nello stesso progetto un ‘dream team’ di aziende (Atos, General Finance, Green Arrow Capital, Inalca, le farmaceutiche Daiichi Sankyo e Grunenthal, Incico, La Collina dei Ciliegi, Marr, Kew Technology e Windtre) che ne hanno favorito la realizzazione con un contributo non condizionante, che permetterà di distribuire l’ebook gratuitamente tramite le piattaforme Amazon e Kobo. “E’ finalmente nel 2015 che 193 paesi membri delle Nazioni Unite sottoscrivono un Patto, che porta il titolo di “Trasformare il nostro mondo, l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”, che definisce una serie di obiettivi, organizzati attorno ad altrettanti ambiti della vita collettiva ed interconnessi tra loro” spiega Carla Collicelli senior expert ASviS per le relazioni istituzionali. "Sulla scia di quell’accordo, il 3 febbraio 2016 nasce in Italia l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che sin dall’inizio si propone l’obiettivo di far crescere nella società̀ italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 e di promuoverne la realizzazione attraverso la promozione di una cultura della sostenibilità̀ a tutti i livelli. Inoltre, l’impresa che intraprende il cammino verso la sostenibilità̀ ha capito che così facendo può anche accedere a strumenti finanziari dedicati, quali, ad esempio Green Bond, Social Bond, Sdg Bond, o mutui green".