INFORMAZIONIExolab srl Informatica e Software, Gestione Risorse Umane e Formazione Aziendale Ruolo: Area Commerciale Area: Sales Management Michela Sorrentino |
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(Adnkronos) - I social hanno cambiato il modo in cui le mafie si raccontano e l’iconografia del Padrino è definitamente tramontata. Non più silenzio, i boss oggi non si nascondono ma ostentano il loro potere, ostentano le auto e i gioielli, ostentano le loro case lussuose. "È il loro nuovo strumento di propaganda. Siamo passati dai racconti di mafia ai racconti della mafia", ha detto Marcello Ravveduto, professore dell’Università di Salerno durante l’incontro “Le mafie ai tempi dei social” organizzato dalla Fondazione Magna Grecia in collaborazione con il Gruppo Pubbliemme, Diemmecom, LaC Network, ViaCondotti21 e l’Università LUISS. "Le mafie sono un brand - ha spiegato Ravveduto - Hanno imparato dai cartelli dei Narcos. Nessun intermediario, solo autonarrazione. Twitter è diventata la loro agenzia di stampa, Instagram il loro magazine, Facebook è la loro TV generalista e TikTok il loro reality show. I rampolli dei boss sono gli influencer della mafia e hanno una loro colonna sonora, la musica trap". E non servono più gli omicidi eccellenti per accreditarsi all’estero, come ha detto Antonio Nicaso, scrittore e storico delle mafie: "Alle organizzazioni criminali basta cercare una famiglia su Google per sapere cosa ha fatto, oggi le mafie non si possono chiudere in pochi territori, è un fenomeno globale". Anche nel cinema la rappresentazione è cambiata, come ha spiegato il critico Emiliano Morreale: "Solo Gomorra ha cambiato le cose, prima tutta la narrazione mafiosa era indivisibile dalla Sicilia, un “altrove” ideale dove ambientare tutte le cose che accadevano in Italia e che non riuscivamo ad accettare. Le rappresentazioni cinematografiche delle mafie non sono uno specchio della realtà, ma un sintomo". "È quello che dobbiamo combattere - ha detto Manuela Bertone, docente dell’Universitè Côte d’Azur - Dobbiamo combattere le rappresentazioni affascinanti e suadenti delle mafie, la mitizzazione che trasforma i mafiosi in leggende". Il Presidente dell’Organismo di Vigilanza della Fondazione Magna Grecia Antonello Colosimo, già vice Alto Commissario Vicario per la lotta alla contraffazione, ha parlato di come i reati di contraffazione si siano trasferiti sui social network: "Solo nel 2020 la contraffazione in Italia ha avuto un giro d’affari di più di 6 miliardi di euro, 4800 miliardi di mancate entrate per il Fisco italiano - ha spiegato Colosimo - Su WhatsApp e WeChat ormai c’è il 70% del mercato dei prodotti contraffatti. È lì che avviene il primo contatto dell’acquirente, che poi paga in bitcoin. La cosa che molti non sanno è che la quota maggiore sulle vendite va ad associazioni terroristiche come Al Qaeda". L’incontro è stato moderato da Paola Bottero, Direttore Strategico del Gruppo e del network. I corsi della Scuola di Alta Formazione Magna Grecia saranno disponibili dal prossimo autunno.
(Adnkronos) - Il tramonto del porto di Acciaroli, a Pollica (Salerno), è stato scelto come location del nuovo laboratorio sperimentale degli esperti di Strobilo, azienda di naturtech che utilizza le più avanzate tecniche delle neuroscienze per studiare la relazione tra gli esseri umani e il pianeta Terra. Pollica, nel corso della Eu agrifood week, ha ospitato una dimostrazione del Mediterranean mind lab, laboratorio di neuroscienze applicate per codificare l’algoritmo della longevità. I sensori ambientali applicati su una persona che guarda il tramonto di Acciaroli hanno rilevato un effetto “rigenerativo sul cervello, che va ad elicitare alcune aree, alcune onde come le onde Teta, legate a processi di mindfulness, meditazione, rilassamento profondo, ma anche onde che si attivano quando andiamo a rievocare delle memorie felici della nostra vita”. A spiegarlo è stata Camilla Di Pasquasio, psicologa e data analyst Strobilo. “La nostra attività - ha aggiunto Di Pasquasio - ci consente di misurare i parametri ambientali e di correlarli con il segnale cerebrale. Un’applicazione di questa sperimentazione può essere quella compiuta a Pollica, sull’effetto del paesaggio, anche per selezionare, ad esempio, delle attività che hanno a che fare con il turismo. Penso alla scelta, che può essere fatta con un approccio scientificamente provato, dei luoghi da selezionare ad esempio per posizionare delle panchine panoramiche o per realizzare dei percorsi immersivi”. La sperimentazione può essere applicata molto bene anche nell’ambito del food. “Andiamo a comparare cibi biologici, a chilometro zero, con produzioni industriali. Quello che è pazzesco - ha spiegato Di Pasquasio - è che a livello soggettivo le persone non capiscono assolutamente la differenza tra questi due prodotti, ma il nostro cervello è assolutamente in grado di scindere quale è il prodotto biologico e quale non lo è”. L’obiettivo finale del laboratorio è “studiare l’interazione tra la complessità di questi sistemi, come interagiscono, e cercare di andare a riconnettere l’uomo con la natura. Perdere il contatto con la natura ci ha fatto peggiorare da un punto di vista psicologico e cognitivo. Il nostro cervello è cambiato, diamo molto meno spazio alle emozioni, siamo molto più stressati, viviamo in una condizione di ansia". "Il nostro obiettivo - ha concluso - è far capire anche con la nostra divulgazione e i nostri esperimenti che c’è una forte necessità di andare a ritrovare questo forte rapporto tra l’uomo e la natura, per stare meglio noi, avere un ambiente più salutare, per mettere sul piatto del cibo che sia più sostenibile”.
(Adnkronos) - Biodiversità europea sempre più a rischio. E’ quanto emerge da un dossier Eurostat sui progressi europei nello sviluppo sostenibile, che sottolinea come per per il 63% delle specie e l’81% degli habitat, lo stato di conservazione sia “povero” e come solo una quota davvero minoritaria mostri tendenze al miglioramento (rispettivamente 6% delle specie e 9% degli habitat). La causa principale è l’aumento della pressione antropica causata dall’urbanizzazione e dall’agricoltura. Basta vedere che cosa è successo alle farfalle, considerate un ottimo indicatore di biodiversità, che secondo il report hanno subito un declino di oltre il 25% tra il 1991 e il 2018.