INFORMAZIONI![]() Flavio Brigante colonnaOxford Group - International School of Europe Business School ed Enti di Formazione Italiana Ruolo: Responsabile Commerciale Area: Sales Management Flavio Brigante colonna |
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(Adnkronos) - Preoccupazioni per il vaiolo delle scimmie? "Questa volta non mi fascerei la testa. Siamo, infatti, di fronte a un virus che non sembra avere le caratteristiche per mettere in piedi un'epidemia in ambito umano". A dirlo, all'Adnkronos Salute, Massimo Galli, già direttore del reparto di malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano. "Abbiamo a che fare con un virus a Dna, stabile rispetto a quelli a Rna, che somiglia a quello del vaiolo ma è tutta un'altra storia. E soprattutto questo patogeno non si è evoluto nella nostra specie, e nemmeno nelle scimmie a dire il vero. Per quello che sappiamo al momento: viene direttamente dal mondo animale, crea un certo numero di infezioni, poi si autolimita", dice Galli. Ad attenuare le preoccupazioni anche il fatto che, "di solito, nelle persone infettate le manifestazioni sembrano essere lievi. Negli Usa, quando nel 2003 c'è stato un focolaio con 70 casi, non c'è stato nemmeno un morto". Oggi, spiega "se ne conoscono due ceppi: uno dell'Africa occidentale, trasmesso, probabilmente, da un particolare ratto di notevoli dimensioni e che fu all'origine dei casi del 2003 negli Sati Uniti. L'altro ceppo è quello dell'Africa centrale, che verosimilmente si trasmette attraverso scoiattoli", aggiunge, con una riflessione: "Dei milioni di animali importati dalle aree tropicali in Europa o nel Nord America, come compagnia o 'decorazione', ci possono essere esemplari che ci portano regalini non piacevoli". Per Galli, in ogni caso, ora, rispetto ai casi isolati in questi giorni "il punto è cercare il bandolo della matassa, per capire da dove è arrivato il virus e agire di conseguenza".
(Adnkronos) - "L'Italia è un'eccellenza manifatturiera e nel food. L'emergenza che stiamo vivendo devi aiutarci a valorizzare le nostre capacità. La grande sfida per l'Italia è bilanciare le esigenze del paesaggio, le esigenze dell'economia industriale, la sicurezza energetica e la sostenibilità delle filiere. Serve un grande patto sul paesaggio e bisogna trovare una quadra tra tutti gli attori". Lo afferma all'Adnkronos Letizia Magaldi, vicepresidente esecutivo di Magaldi Green Energy, che ha preso parte oggi a un panel sull'energia nell'ambito di 'Eu AgriFood Week', organizzata da Future Food Institute, in collaborazione con la Rappresentanza della Commissione Europea in Italia. Fondata nel 2021, la Magaldi Green Energy è una start up di Magaldi Power, top player mondiale negli impianti per il trasporto di materiali ad altissime temperature. Mge è orientata alla ricerca, allo sviluppo, alla produzione ed alla commercializzazione di tecnologie innovative nel settore della generazione e dello stoccaggio di energia rinnovabile. Ha brevettato un innovativo sistema di stoccaggio che consente di utilizzare energia pulita anche in assenza di sole e vento: l'energia pulita viene infatti prodotta “on demand” grazie alle batterie di sabbia. Il sistema, chiamato Magaldi Green Thermal Energy Storage (Mgtes), sviluppa una tecnologia di accumulo basata su un letto di sabbia fluidizzato (Energy from the sand), alimentato esclusivamente da energie rinnovabili. Il sistema può essere caricato con energia elettrica e termica in eccesso riuscendo a immagazzinarne per un intervallo compreso tra le 4 a oltre 10 ore, fino a settimane, con perdite molto limitate, per poi scaricarla quando il sole e il vento non sono disponibili. In questo modo il sistema permette di immagazzinare energia rinnovabile quando è in surplus e di rilasciare energia termica verde per i consumi industriali, bilanciando lo squilibrio esistente tra la domanda e l'offerta e contribuendo a stabilizzare la rete. "La sfida è mitigare l'intermittenza", sottolinea Letizia Magaldi ricordando che per sua stessa natura l’energia solare ed eolica dipende dalle condizioni meteorologiche, ed è questa la ragione per cui è impossibile da utilizzare 24 ore al giorno, sette giorni su sette. Il sistema messo a punto dalla Magaldi Green Energy punta alla "generazione di calore verde e rinnovabile per i processi industriali, tra cui quelli alimentari". "Abbiamo realizzato un primo impianto pilota in Campania e stiamo realizzando studi di fattibilità con grandi player", conclude Magaldi ricordando che il sistema è a impatto zero. Magaldi Green Energy è di recente entrata nel "Long Duration Energy Storage Council", organismo internazionale di technology provider di primo piano, nato in occasione della Coop 26 di Glasgow.